Come a casa, il centro di ascolto Migrantes in Concattedrale
Sono trascorsi due anni dall’inaugurazione del nuovo centro di ascolto della pastorale Migrantes in Concattedrale. Il nome scelto “Come a casa” parte dall’esperienza vissuta direttamente sul campo ed è indicativo dello spirito che si respira all’interno del gruppo di volontari che settimanalmente si incontrano per vivere tale servizio secondo l’ottica del Vangelo.
Mimma, Alicya, Lucia, Anna, Antonello, Luigi, Olimpia, Alessia, sono alcuni di loro che, insieme alla collaborazione attiva e partecipe del parroco mons. Ciro Alabrese e del vicario parrocchiale don Davide Quatraro, portano avanti quello stile espressivo tipico della comunità cristiana che testimonia la vita di fede attraverso la carità.
Racconta Olimpia: “Il centro di ascolto, per noi volontari, è luogo di incontro, di accoglienza, di ascolto attento di qualsiasi persona che vive un bisogno e che in quel momento bussa alla nostra porta. Ciascuno viene rispettato, senza pregiudizi o prevaricazioni, proprio perché nell’altro scorgiamo il volto di un fratello e di una sorella. In questi due anni abbiamo incontrato tante persone che ci hanno segnato nel profondo e ci hanno fatto crescere in quei valori umani di solidarietà e fraternità”.
Alessia, giovane volontaria da poco unitasi al gruppo di “Come a casa” ci sorride dicendoci che: “ho trovato una famiglia ed una comunità”. E riflettendoci bene è proprio questo il segreto del successo del servizio.
Don Davide Quatraro ci tiene a precisare che: “Non si fa la carità da soli così come non si vive l’esperienza di fede da soli. Tutti collaboriamo sentendoci corresponsabili nel fare il bene e non c’è spazio per ruoli di potere mentre si fa servizio nella carità. Da quando abbiamo aperto questo sportello di ascolto ci siamo impegnati a non rimanere nel semplice assistenzialismo, ma li dove ci viene data l’opportunità facciamo in modo che si crei quella sinergia tra vari enti e figure professionali qualificate per aiutare la persona a 360 gradi, davanti alla dignità della persona non ci si improvvisa.
Conosciamo bene le sfide del nostro territorio e la cosa più difficile è permettere che avvenga quel riscatto personale attraverso la ricerca di un lavoro dignitoso. Grazie alla rete di relazioni e alla fiducia che si crea tra la comunità parrocchiale e i vari enti ciò diventa possibile e noi siamo testimoni, nel nostro piccolo, anche di questi piccoli miracoli. Penso al contatto diretto con gli assistenti sociali del comune di Taranto e l’aiuto prezioso degli avvocati di strada, penso alla collaborazione con il patronato Acli, penso a quei medici che in questo tempo hanno prestato la loro consulenza gratuitamente in aiuto a delle nostre esplicite richieste, penso alla collaborazione stretta con gli insegnati dell’ente scolastico del Cpia (centro provinciale per l’istruzione degli adulti) e penso alla diversa collaborazione con le varie associazioni sul territorio che offrono servizi di accoglienza e formazione. Quest’anno particolarmente è stata proficua la collaborazione con la Confcommercio che ha permesso a diversi nostri assistiti, attraverso il progetto Gol, una formazione seria al lavoro.”
Un’ultima testimonianza ce la consegna Mimma: “Non smetterò mai di ringraziare il Signore per questa chiamata al servizio come volontaria al centro di ascolto “Come a casa” che vivo con attesa e gioia. Stare tutti insieme ogni martedì, vedere il centro affollarsi di famiglie è per tutti i volontari un tempo fatto di ore preziose, un tempo ricco di amore donato e ricevuto. È vera quella frase di Papa Francesco che dice – l’unico momento in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso è per aiutarla a sollevarsi – e proprio martedì scorso l’aver ricevuto un forte abbraccio per aver regalato una T-shirt nuova ad un amico bisognoso mi fa comprendere ancora di più l’importanza della condivisione e dei piccoli gesti. Noi qui incontriamo diverse persone di differenti nazionalità, anche italiani. Molti ci conoscono attraverso la pagina Facebook ‘Come a casa’ e poi desiderano incontrarci e conoscere dal vivo. Ecco penso che ognuno di noi può fare tanto con un po’ di attenzione e tanta fede e ci auguriamo che questa breve testimonianza possa far crescere in qualcuno il desiderio di allargare il proprio cuore in gesti concreti di carità”.