Una mediatrice di Msf dal porto di Roccella jonica: “Imbarcazioni non si sono fermate ad aiutarli”
Ci sono almeno 26 bambini, anche di pochi mesi, tra i 66 dispensi del naufragio vicino alle coste calabresi
“Questa mattina eravamo al porto e abbiamo supportato le attività di prima assistenza per i sopravvissuti. La scena era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano. Vedere annegare un parente o un amico è sempre orribile”: a parlare è Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici senza frontiere a Roccella jonica (Reggio Calabria), che stamattina era al porto a soccorrere i sopravvissuti al naufragio di una barca a vela proveniente dalla Turchia al largo delle coste calabre. “Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata. I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi – racconta -. Intere famiglie dell’Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune imbarcazioni non si sono fermate per aiutarli”.