Sanità: già 3mila senza medico di base E per la domiciliare ancora ritardi
Assistenza domiciliare e assistenza sanitaria sono due diverse facce, altrettanto decisive, della sanità pubblica. Che sta subendo un duro attacco dal ridimensionamento finanziario deciso dal governo, e che potrebbe peggiorare ancora, dopo l’attuazione dell’autonomia differenziata.
La situazione nel territorio tarantino resta complicata: se per l’assistenza domiciliare qualche passo avanti, finora almeno sulla carta, lo si è compiuto almeno nel capoluogo, per l’assistenza sanitaria la situazione si fa complicata.
Su entrambe le questioni, che riguardano tutta la popolazione, ma soprattutto gli anziani e i fragili, intervengono con una nota congiunta la segreteria territoriale della Cisl e la segreteria dell’organizzazione del pensionati Cisl.
Assistenza sanitaria
Iniziamo dalle prestazioni sociosanitarie pubbliche che registrano: lunghe liste di attesa, la continua emorragia di personale sanitario che spesso sceglie il settore privato, il mancato accesso alle cure per insufficienza di medici specialisti, il crescente fenomeno dei medici di medicina generale che vanno in quiescenza.
“Al riguardo – scrivono i sindacati – il caso di Manduria è il tema del giorno, perché circa tremila persone dall’1 giugno sono senza medici di base e, quotidianamente, intasano gli sportelli del locale Distretto sanitario n.7, le guardie mediche ed i pronto soccorso. La Asl di Taranto appena in queste ore ha concesso, sebbene per soli sei mesi, di poter aggiungere ulteriori 300 unità al massimale di assistiti in carico ai medici curanti ancora in servizio”.
Si tratta di una misura-tampone ma un analogo fenomeno, potrebbe interessare prossimamente anche i comuni di Grottaglie, Massafra, Palagianello. “Gravissime ripercussioni specie su quei pazienti con patologie croniche per i quali l’assistenza medica è fondamentale per vivere e non può essere interrotta”.
Assistenza anziani
Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, i sindacati tornano sul tema della sostenibilità economica dl servizio da parte delle famiglia. Questione posta agli interlocutori amministrativi coinvolti nei piani di zona. Se per Taranto, si è riusciti ad annullare le esose richieste economiche pervenute dall’amministrazione e a portare da 2mila a 15mila la soglia di reddito Isee, da prendere a riferimento per l’esenzione dai costi di fruizione del servizio (che resta però da verificare), altrove i problemi restano. A Massafra e a Martina Franca la soglia minima di Isee resta ancora di 2mila euro, mentre il piano sociale di zona nell’Ats di Grottaglie è ancora in alto mare.
“Ma l’iniziativa sindacale proseguirà con decisione, puntando ad una concertazione sociale che promuova i diritti legittimi di una platea oggi particolarmente ampia e, sul versante economico socialmente debole”.
Cgil Cisl e Uil hanno convocato per mercoledì 26 una conferenza stampa.