Salute

Sulla sanità, Italia spaccata in due. Cure insufficienti per 26 milioni di abitanti

I dati del Centro per la ricerca economica applicata in sanità, nel rapporto 2024 “Opportunità di tutela della salute: le performance regionali”

24 Giu 2024

di Giovanna Pasqualin Traversa

Un’Italia spaccata in due sulle performance sociosanitarie delle regioni: al Nord e al Centro si registrano gli indici più alti, al Sud i peggiori, ma con alcune distinzioni. Lo sostiene il Crea Sanità (Centro per la ricerca economica applicata in sanità) nel Rapporto 2024 “Opportunità di tutela della salute: le performance regionali”, aggiornato agli ultimi dati disponibili per ogni regione, realizzato dai 104 esperti riuniti dal Crea in cinque gruppi: utenti, istituzioni, professionisti sanitari, management di aziende sanitarie e industria medicale, e presentato il 20 giugno a Roma.

Mappa delle performance

Nel dettaglio, quattro regioni del Centro-Nord – Veneto, Piemonte, PA Bolzano e Toscana (oltre 13,3 milioni di abitanti)raggiungono i livelli migliori con un indice di performance superiore al 50% del massimo ottenibile (rispettivamente 60%, 55%, 54% e 53%); sette regioni – Friuli Venezia Giulia, PA Trento, Emilia-Romagna, Liguria, Valle d’Aosta, Marche e Lombardia (19,3 milioni di abitanti) – si attestano fra il 45 e il 50%. “Rimandate” invece, con livelli fra il 37 e il 44%, Sardegna, Campania, Lazio, Umbria, Abruzzo e Puglia (circa 18,9 milioni di abitanti). Fortemente insufficienti, con livelli di performance inferiori al 35%, quattro regioni del Sud – Sicilia, Molise, Basilicata e Calabria (circa 7,5 milioni di abitanti). La misurazione delle performance regionali in sanità non si limita alla valutazione degli aspetti sanitari ed economici, ma analizza anche quelli sociali e di equità dell’assistenza ed è stata condotta in base a 20 indicatori (con dati e numeri raccolti dalle principali banche dati sanitarie) divisi per cinque aree: equità, appropriatezza, esiti, innovazione, economico-finanziaria e sociale.

Sud alla rincorsa

Anche se il Sud è ancora indietro in termini di livello di performance sanitarie regionali, è proprio il Sud a registrare i maggiori miglioramenti negli ultimi cinque anni, rivela ancora il report che quest’anno offre una novità: la dinamica nel medio periodo delle opportunità di tutela della salute nelle regioni. Negli ultimi cinque anni “si è registrato un miglioramento del 46% della performance, che ha interessato tutte le ripartizioni geografiche e, in maggior misura le Regioni del Mezzogiorno (+75,9% in media),poi quelle del Nord-Est (+44,9%), quelle del Nord-Ovest (+40,9%) e infine del Centro (+37,4%)”, si legge nel Rapporto. Per il Crea, “anche se il Sud è ancora indietro in termini di livello di performance e i suoi indici”, pur “in forte miglioramento rispetto alle altre aree geografiche, sono ancora bassi”, tra Mezzogiorno e Settentrione si stanno riducendo le distanze in termini di opportunità di tutela della salute. Questo anche perché, nonostante vi siano i margini di azione per raggiungere il 100% del valore dell’indice di performance, “non sembra – spiega il Rapporto – che le regioni con performance migliori riescano a registrare significativi passi avanti”, probabilmente per “l’esistenza di limiti strutturali nell’attuale assetto del sistema sanitario”.

Monitorare l’autonomia differenziata

La mattina del 20 giugno, all’indomani dell’approvazione in via definitiva del disegno di legge sull’autonomia differenziata, è stato presentato anche un meccanismo messo a punto dal Crea per monitorarne gli effetti sulla sanità, che darà i primi risultati non appena l’autonomia differenziata verrà concessa ad una o più Regioni. “Nella prima fase di implementazione – è stato spiegato – sono state calcolate e poi comparate, per il periodo 2017-2022, le dinamiche su dieci indicatori in gruppi di Regioni: il gruppo delle Province/Regioni autonome o a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige con Trento e Bolzano) verso le altre, quelle in piano di rientro (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Sicilia) sempre verso le altre, e quello delle Regioni che hanno richiesto l’autonomia differenziata nel 2017 (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna), ancora una volta verso le altre. I risultati, aggregati in aree di miglioramento e peggioramento, sono stati sintetizzati per ogni gruppo di Regioni in un indice numerico: l’Indice sintetico ponderato (Isp), misura del rapporto tra le aree di peggioramento e di miglioramento nel periodo considerato. “Il valore 0 – spiega ancora il Crea – indica una complessiva compensazione fra i miglioramenti e i peggioramenti regionali, il valore 1 un miglioramento per tutte le Regioni del gruppo, il -1 un loro peggioramento”. Nel primo confronto, per le Province/Regioni autonome o a statuto speciale l’Isp è di 0,38 e 0,40 per le altre. Quindi, nel periodo 2017-2022, afferma il Crea, “la dinamica nelle Province/Regioni autonome o a statuto speciale è stata (leggermente) peggiore che nel gruppo delle altre”. Nel secondo confronto, le Regioni in piano di rientro registrano un Isp pari a 0,44, verso lo 0,37 delle altre, quindi, osserva il Crea, “sono andate meglio delle altre”. Infine, nel terzo confronto, le Regioni che hanno chiesto l’autonomia differenziata registrano un Isp pari a 0,36 verso lo 0,40 delle altre.

Leggi anche
Diseguaglianze sociali

Con la legge sull’Autonomia differenziata “curarsi per tanti diventerebbe quasi impossibile”

A confermarlo è don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della Salute della Cei

Legge bilancio, Fish: “Si immettano risorse adeguate per sostenere le persone con disabilità e le loro famiglie”

“Politiche mirate e risorse adeguate per sostenere le persone con disabilità e le loro famiglie, in un contesto sociale sempre più difficile”. Sono le richieste presentate questa mattina dalla Fish (Federazione italiana superamento handicap), intervenuta in audizione presso le Commissioni Bilancio per presentare le proprie osservazioni e richieste sul disegno di legge di Bilancio 2025. […]

Autonomia differenziata: un convegno per rimarcare i rischi per la stabilità dell'Italia

Nei giorni scorsi si è svolto il convegno “Un referendum per l’Italia: quale idea di unità”, organizzato dalle Acli per discutere i rischi dell’autonomia differenziata e le sue conseguenze sulla stabilità del Paese. L’evento ha riunito esponenti del mondo sindacale, politico e associativo, con l’obiettivo di mobilitare i cittadini in vista del referendum abrogativo per […]
Hic et Nunc

Sanità, l'emergenza si aggrava, nessuna schiarita per Neonatologia e Utic

La sanità si rivela questione centrale per il nostro paese e anche per il nostro territorio. Medici e infermieri si sono fermati in massa anche nella provincia ionica in adesione allo sciopero nazionale indetto dai loro sindacati per protestare contro la manovra finanziaria. Che non solo non stanzia risorse adeguate, ma non conferma l’impegno all’assunzione […]

Francesco: “Durante il Giubileo canonizzerò Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati”

Udienza caratterizzata da annunci a sorpresa, quella di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata ai carismi. Papa Francesco, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana, ha annunciato che il 3 febbraio dell’anno prossimo si svolgerà l’Incontro mondiale dei diritti dei bambini, intitolato “Amiamoli e proteggiamoli”, con la partecipazione di esperti e personalità […]

Daniela Fatarella (Save the Children): “Lavorare perché siano rispettati i diritti dei minori è urgente e rilevante quanto lo era 100 anni fa”

La direttrice generale della ong che sostiene i minori di tutto il mondo nella Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra oggi, mercoledì 20 novembre
Media
21 Nov 2024
newsletter