Quando la sofferenza diventa un’opportunità: il libro di padre Gregorio Di Lauro
Ciascuno di noi è afflitto da sofferenze personali, nascoste. Infatti, ci sono quelle visibili, come la malattia o la perdita di un amico particolarmente caro, cui si affiancano quelle morali interiori, spesso più pungenti, più profonde, causate, alcune volte, da un rapporto deteriorato, sbagliato con il prossimo. Il dolore è un’esperienza cruciale dell’esistenza davanti al quale (in particolare quando la malattia diventa di una certa gravità) la nostra povera saggezza umana non riesce a esprimere alcuna parola di conforto. La sofferenza in sé rimane sempre, in qualche modo, una maledizione legata al peccato storico nel piano della redenzione, dolore contro cui Cristo ha lottato e anche la Chiesa è chiamata a lottare Ma che tipo di consolazione possiamo ricevere da Dio per la nostra afflizione? La speranza cristiana costituisce la prima grande consolazione: ne tratta padre Gregorio Di Lauro, dell’ordine francescano dei frati minori e parroco alla San Francesco in Castellaneta, nel suo ultimo libro ‘Dio con noi in noi’, edito da Viverein.
Il testo affronta teologicamente, alla luce della Parola di Dio e della Dottrina della fede, il mistero della sofferenza quando viene accolta gioiosamente da alcuni santi, i quali non solo abbracciano fedelmente la croce e si abbandonano fiduciosamente a Dio, ma ci insegnano a trasformare il dolore in amore, il soffrire in offrire; convinti che anche il dolore deve essere un dono, sorgente di fecondità per la Chiesa e prezioso per gli altri. In questo comune destino il cristiano, piuttosto che abbandonarsi alla disperazione, sarà così portato a nutrire un sentimento di condivisione, trovando conforto nel rendere più lieve il carico della vita del suo prossimo.
Il testo porge al lettore la testimonianza di alcuni santi, finalizzata a far comprendere che anche la sofferenza conseguita per amore diventa una missione spirituale che rinvigorisce saldamente il valore redentivo dei patimenti di Cristo per ognuno di noi: da San Francesco a don Tonino Bello e Chiara Corbella, da Padre Pio a Giuseppe Ghezzi, non dimenticando San Giovanni Paolo II e, ovviamente, nostra madre Maria con il titolo di Beata Vergine Addolorata.
Molto significativa e interessante si presenta anche una raccolta di preghiere che esprimono non solo le fragilità, i limiti e le contraddizioni vissute nella situazione esistenziale del sofferente, ma anche il mistero di Dio nell’avere scelto la sofferenza per rivelare e attuare la salvezza.
Nell’approfondimento della problematica, l’autore avverte che la vita non è un cammino verso la morte attraverso la sofferenza, ma un ripartire sempre dal Cristo vivo che si fa storia dentro di noi: tutto ci viene riportato al compimento della Resurrezione perché Egli non vuole vederci piegati alla morte, ancorati in fatti drammatici e dolorosi, ma ravvivati dalla certezza che ha vinto il mondo.
Nella sua esperienza pastorale padre Gregorio rimarca di essere stato segnato dalla testimonianza di vita di tanti ‘santi della porta accanto’ in una significativa partecipazione a tante espressioni di sofferenza non solo a livello fisico ma anche psicologico-spirituale. “Sono stati gli stessi ammalati –riferisce – a insegnarmi l’importanza di abbandonarsi fiduciosamente a Dio, di vivere la nostra fragile umanità con la stessa compassione di Cristo e di non mollare mai il dono della speranza che per i cristiani non è ‘qualcosa’ ma ‘Qualcuno’, cioè Cristo stesso, pronto a liberarci dalle sbarre della prigione del nostro egoismo”.