Città

Il gradimento di Melucci cala: è 70° e Pallini (Uil) ne attacca “l’ottimismo ingiustificato”

15 Lug 2024

di Silvano Trevisani

Inchieste e graduatorie, si sa, non hanno lo stigma della verità. Ma se la nostra città è sempre in fondo alle classifiche italiane per la qualità della vita, e più ancora del benessere dei giovani, e ora anche del gradimento del sindaco, un senso ci deve essere.

La situazione politica della nostra amministrazione è ormai da tempo nota: il sindaco e la sua giunta si reggono su una maggioranza risicata, fatta di consiglieri che, quasi tutti, non godono del sostegno dei loro partiti o gruppi di emanazione. Lo scioglimento del Consiglio comunale è stato evitato “per un pelo”, grazie a scelte funamboliche di alcuni personaggi e l’azione amministrativa prosegue, dettata da una visione personale del sindaco Melucci. Il quale, dobbiamo riconoscerlo e chiarirlo per onestà, si caratterizza per un iperattivismo, che è testimoniato dalla mole di provvedimenti prodotti in tutti i settori. Si pensi solo al quotidiano impegno che profonde in vista dei Giochi del Mediterraneo (che non saranno un evento stellare ma hanno il merito indiscutibile di dotare la città di impianti sportivi mai avuti!). Ma si pensi anche solo al numero di note stampa diffuse quotidianamente e alla prese di posizione con le quali interloquisce o replica, spesso seccamente, ai suoi interlocutori o ai suoi critici.

La graduatoria

Eppure proprio lui, il sindaco di Taranto, precipita nella classifica annuale del quotidiano economico “il Sole 24 Ore”, perdendo il 12,1% nel gradimento dei suoi cittadini e crollando al 70° posto, ultimo tra i sindaci dei capoluoghi pugliesi. Mentre la sindaca di Andria, Giovanna Bruno, è 25a e la sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo (entrambi di centrosinistra) è 32a.

Com’è possibile che un sindaco che solo due anni fa fu rieletto plebiscitariamente oggi sia potuto diventare così inviso agli stessi concittadini? Sarà forse il suo atteggiamento sempre autoritario e un po’ sprezzante? Sarà l’effetto del disconoscimento da parte dei partiti? O non sarà forse che la città comincia a dubitare della visione ottimistica che Melucci propaganda quotidianamente?

L’intervento di Pallini

Questo è certamente quello che pensa il coordinatore della Uil, Pietro Pallini, che proprio oggi ha rivolta una lettera aperta a Melucci dal titolo chiarissimo: “Taranto, la Fantasilandia che non c’è”. Riferendosi al discorso tenuto il 12 luglio 2024, per la presentazione del corso universitario in farmacia, nel quale Melucci “ha delineato una visione idilliaca della città, evocando immagini di prosperità e benessere”, Pallini replica: “la realtà è ben diversa, e i dati lo confermano”.

Quindi elenca una serie di statistiche che illustrano la grave situazione economica e industriale di Taranto. “La nostra città registra il maggior numero di crisi industriali in Puglia, con 73 tavoli di crisi, di cui 52 riguardano l’industria. Nove di questi sono a Taranto, coinvolgendo oltre 10.500 lavoratori. Questi numeri non includono neppure l’ex Ilva e il Porto”.

Dati allarmanti

“La disoccupazione a Taranto è allarmante: Il tasso di disoccupazione in Italia è dell’8,1%, in Puglia del 12,1% e a Taranto del 13,3%. Il tasso di occupazione è altrettanto scoraggiante, con un 38,4% rispetto al 52,2% nazionale. La cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria, rappresenta un altro indicatore della crisi. “Nel 2023, la cassa integrazione ordinaria processata a Taranto ha rappresentato il 34% del totale in Puglia. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria, su un totale di 19.305 posizioni in Puglia, 11.208 sono state quelle processate a Taranto, pari al 58,6% del totale regionale. Il dato più recente ci fornisce una statistica drammatica: 13.794.603 ore di cassa integrazione in Puglia. Con un aumento del +203,56% rispetto al già inquietante dato del 2023. Da gennaio a giugno 2023, ci sono state 1.870 ore di cassa integrazione a Taranto, che si conferma la prima provincia in Puglia per ore di cassa integrazione”.

Ma l’analisi di Pallini tocca anche il settore commercio (le cessazioni sono il doppio delle aperture) e l’allarmante situazione demografica: “Taranto ha perso 60.000 abitanti in 40 anni, 3.000 abitanti in meno solo nell’ultimo anno. La città si sta auto estinguendo nel silenzio generale. Ogni anno, muoiono 2.500 persone a fronte di soli 1.300 neonati. Questo trend è in linea con la provincia, tranne che per Roccaforzata”.

La fuga dei giovani è un altro problema grave. “Tra il 2002 e il 2021, il Sud ha perso 808.000 under 35, di cui 263.000 laureati. L’industria contribuisce alla ripresa del Sud con solo il 10%, contro il 24,5% del resto d’Italia. Sedici operai su 100 al Sud vivono in povertà assoluta”.

Pallini prosegue poi prendendo in considerazione i dati allarmanti sulla povertà, sui servizi (raccolta differenziata), mobilità e conclude: “Crediamo nello sviluppo alternativo e nelle opportunità. Ma siamo ansiosi di vedere che ciò avvenga realmente, senza penalizzare chi crede nella politica seria e nell’interesse esclusivo delle persone”.

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