Il presidio a Bari dei lavoratori Hiab la Regione si è impegnata a intervenire
In occasione dell’incontro svoltosi a Bari, su richiesta delle organizzazioni sindacali, relativo alla situazione di stallo che riguarda la Hiab di Statte, si è svolto lo sciopero preannunciato di 8 ore. I lavoratori hanno svolto un presidio nei pressi della Presidenza del Consiglio regionale, su Lungomare Mazario Saoro, mentre le segreterie di Fim Fiom Uilm incontravano il comitato di monitoraggio del sistema economico produttivo delle aree di crisi della Regione Puglia.
Com’è noto, la multinazionale che da anni è presente nel territorio, nello stabilimento che produce gru e che si è sempre distinto per produttività ed efficienza, e che dà lavoro a 102 dipendenti, minaccia di trasferire le attività al Nord. Lo scorso 10 luglio, l ‘azienda, che non si era presentata all’incontro, ma si era collegata in videoconferenza, aveva preannunciato la richiesta di una procedura di proroga della cassa integrazione per tutto il personale in forza, a zero ore. Richiesta che è stata considerata preoccupante e grave perché motivata semplicemente da ragioni di crescita dei profitti. E che si sarebbe tradotta nella delocalizzazione degli impianti che di fatto avrebbe portato alla chiusura del sito produttivo tarantino.
Nell’incontro svoltosi in mattinata in Regione, con i rappresentanti della task force per gli stati di crisi, i sindacai hanno esposto il problema motivando la loro netta opposizione alla richiesta di cassa integrazione, che sarebbe solo un meccanismo per facilitare la delocalizzazione per di più disponendo anche del sostegno economico per un momentaneo sostegno al reddito.
I sindacati in sostanza hanno ottenuto la disponibilità della fask force a farsi carico di una interlocuzione urgente con l’azienda. Come ci spiega il segretario territoriale per l’appalto, della Fim Cisl di Taranto Brindisi, Pietro Cantoro, “la task force ha dato la propria disponibilità a verificare entro agosto l’accessibilità di risorse per il rilancio del sito e per far sì che la Hiab non vada via da Taranto”.
Maestranze e sindacati osserveranno l’andamento di questo confronto che deve tendere a sventare il rischio della delocalizzazione che priverebbe Taranto di un importantissimo sito produttivo che da anni opera nel settore con professionalità e specializzazione.