La Via Appia patrimonio dell’umanità: riconoscimento importante per il Sud
La Via Appia è entrata a far parte del Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco. Lo ha decretato il Comitato del Patrimonio mondiale riunito a Nuova Delhi nella 46esima sessione, che ha valutato e accolto la candidatura della Via Appia, la prima promossa direttamente dal ministero della Cultura italiano. A gennaio 2023 era stato firmato il protocollo d’intesa alle Terme di Diocleziano a Roma per la candidatura della Regina Viarum, avvicinando la strada consolare al riconoscimento come sito Patrimonio dell’umanità. Un riconoscimento importantissimo che premia anche le popolazioni dei territori lungo i quali si sviluppa il suo plurimillenario tragitto e certamente per la regioni meridionali che attraversa.
Fu il poeta romano Stazio a definirla, nel I secolo dopo Cristo: “Regina viarum”, ovvero regina delle vie consolari con le quali Roma si collegava al “mondo del tempo” che corrispondeva grosso modo al suo impero. Ma molte sono le definizioni attribuite all’itinerario di oltre mille chilometri, che congiungeva Roma a Brindisi, passando per Taranto: “insignis”, “nobilis”, “celeberrima”. Un flusso ininterrotto di persone, merci, idee, civiltà, ha percorso nei secoli l’Appia, che è stata scenario e passaggio di eventi storici fondamentali. Ricordiamo tra questi la ribellione dei gladiatori guidati da Spartaco, che vennero catturati e crocifissi lungo la via fino a Capua; i pellegrinaggi diretti in Terra Santa e il passaggio degli eserciti dei Crociati e così via. Ma la via Appia fu importante anche per l’espansione del cristianesimo e poi per i grandi pellegrinaggi verso Roma, sollecitati dagli eventi giubilari. Anche per questo sono coinvolti nel progetto, oltre al ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e le istituzioni coordinate dal ministero della Cultura, anche la Pontificia commissione di archeologia sacra.
L’iscrizione alla lista del Patrimonio mondiale ha alle spalle un intenso lavoro che ha visto la partecipazione delle Regioni Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, 13 Province e Città metropolitane, 73 Comuni, 14 Parchi e 25 poli universitari italiane e straniere. Con l’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale, la Via Appia diviene il 60esimo sito italiano riconosciuto dall’Unesco. Grande la soddisfazione del ministero della Cultura, che ha promosso l’iter predisponendo tutta la documentazione necessaria. “Una straordinaria opera ingegneristica – l’ha definita, con soddisfazione il ministro Sangiuliano – che nei secoli è stata essenziale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l’Oriente”.
I lavori per la costruzione dell’Appia iniziarono nel 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco e divenne presto una delle principali grandi strade di comunicazione costruite dai Romani. Collegava Roma a Capua e poi a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi. La Via Appia è considerata un capolavoro di tecniche ingegneristiche e modello del sistema viario dell’Impero. Numerosi archeologi si sono occupati del suo tragitto e, per quanto riguarda il nostro territorio, ha lungo lavorato e pubblicato importanti lavori Arcangelo Fornaro, docente di archeologia all’Università di Bari.
Per celebrare questo importante traguardo, mercoledì 31 luglio si terrà a Roma una manifestazione alla presenza del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, del Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, e di tutte le istituzioni pubbliche e private coinvolte in questo percorso. Ora il ministero è impegnato alle candidature “per le ville-fattorie del Chianti” e “per la cucina italiana”, ricorda il ministro.