Soprintendenza: allarme per il rischio di un declassamento di Taranto
Un nuovo attacco potrebbe profilarsi alle istituzioni culturali di Taranto, alla luce del dPCM 15 marzo 2024, n.57. Ci rifreriamo al “Regolamento di organizzazione del Ministero della cultura, degli uffici di diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance”.
Il dPCM, che di recente è stato presentato ai sindacati, recita testualmente, al punto riguardante Taranto: “Per quanto riguarda la Puglia, la Soprintendenza di Brindisi e Lecce diventa Soprintendenza di Brindisi, Lecce e Taranto, con due sedi, una a Lecce e un’altra a Taranto, anche in virtù dell’acquisizione delle competenze sul territorio acquisite dalla Soprintendenza Subacqueacui erano assegnate in precedenza”. La formulazione sibillina del testo non chiarisce se le competenze le competenze Sabap (soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio) passano dalla soprintendenza subacquea alla sede tarantina della nuova soprintendenza Brindisi-Lecce-Taranto, o se si preveda un superamento della soprintendenza nazionale con la restituzione delle competenze alla soprintendenza tradizionale. Condizione che completerebbe la cancellazione definitiva della soprintendenza archeologica attuata da Franceschini e “compensata” allora con la creazione della soprintendenza subacquea.
la reazione di Melucci
Il sindaco Melucci si è affrettato a prendere carta e penna e scrivere al ministro Sangiuliano chiendo di mantenere la sede dirigenziale della soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo nella città di Taranto. L’istanza punta a scongiurare quella che potrebbe rivelarsi l’ennesima mancanza di attenzione verso Taranto.
“La presenza della soprintendenza nella città – ha spiegato il sindaco Melucci – è considerata cruciale per supportare questo processo di trasformazione, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio culturale in un contesto di grande cambiamento. La proposta di riorganizzazione degli uffici centrali e territoriali da parte del Ministero della Cultura rischia di ridurre la presenza istituzionale nella città ionica, limitando la Soprintendenza ad una semplice sede operativa svilendo in tal modo il suo ruolo”.
“Evitare che Taranto perda un presidio così rappresentativo ed emblematico della sua storia è un obiettivo che l’amministrazione Melucci intende perseguire nell’interesse di una città e di un territorio sempre più protesi verso quel processo di cambiamento a cui un’intera comunità non vuole rinunciare”.
Il parere dei sindacati
Stando a quanto si legge nel resoconto dell’incontro che i sindacati hanno avuto con il capo di gabinetto del ministero, Gilioli, che leggiamo dal comunicato nazionale della Cisl- Fp/Mic, l’elenco proposto dal ministero prevederebbe questa dizione: “ – Soprintendenza del Mare con competenze esclusive sull’archeologia subacquea, con sede a Taranto. – Sabap di Brindisi, Lecce e Taranto con sedi a Lecce e Taranto”. Se ne dedurrebbe che Taranto sarebbe destinataria di una doppia sede: la soprintendenza nazionale subacquea e la sede locale della soprintendenza Sabap Brandisi-Lecce-Taranto.
Ma sarà poi così? Lo stesso sindacato evidenzia, nel resoconto, “la mancanza dei testi dei DM, che non ci sono stati trasmessi come da prassi e pertanto riteniamo l’informativa assolutamente parziale, mancando tutta la parte di dettaglio sulle competenze dei singoli uffici periferici, tema non proprio secondario. Pertanto le nostre valutazioni si basano solo su quanto ci è stato illustrato”.
I sindacati, inoltre, lamentano tutta una serie di gravi lacune, a cominciare dal personale, assolutamente insufficiente a garantire l’operatività della nuova organizzazione.
Ma la poca chiarezza della vicenda induce a una “prudenza operativa”: sarebbe opportuno mobilitarsi a tutti i livello per chiarire la questione ed evitare nuove penalizzazioni per il territorio.