Da domenica la peregrinatio delle reliquie del beato Novarese
“Preghiamo perché la presenza in diocesi delle reliquie del beato Luigi Novarese possa essere un evento significativo per tutti gli appartenenti al Centro volontari per la sofferenza e per coloro che potranno conoscere il carisma associativo. Alla preghiera uniremo l’azione, impegnandoci, per quanto possibile, a collaborare con la presenza nelle parrocchie coinvolte nell’iniziativa”: così don Cristian Catacchio, assistente ecclesiastico del Centro Volontari per la Sofferenza, annuncia la peregrinatio delle reliquie del beato che si terrà in diocesi da domenica 8 fino al 14 settembre. L’avvenimento s’inserisce nell’ambito del quarantesimo anniversario di Novarese e nel sessantacinquesimo di presenza del Centro Volontari della sofferenza a Taranto.
La peregrinatio prenderà il via questa domenica dalla parrocchia Madonna della Fiducia di Taranto dove l’arcivescovo mons. Ciro Miniero presiederà la santa messa alle ore 11.30. Queste le tappe successive: il 9 alla San Giovanni Battista (Monteiasi); il 10 alla Madonna del Rosario (Grottaglie); l’11 alla Sant’Egidio (Tramontone-Talsano); il 12 alla rettoria di Santa Maria di Talsano; il 13 all’Addolorata (Taranto); il 14 al Cuore Immacolato di Maria (Taranto).
Mons. Novarese nasce il 29 luglio 1914 a Casale Monferrato. A 9 anni si ammala di Tbc, allora incurabile e invalidante. Dopo 8 anni guarisce per intercessione dell’Ausiliatrice e di don Bosco e decide di dedicare la propria vita agli ammalati e intraprende gli studi di Medicina. Alla morte della mamma vuol diventare sacerdote per servire gli ammalati ed è ordinato il 17 dicembre 1938 in San Giovanni in Laterano. Dal 1941 lavora nella Segreteria di Stato Vaticana e nel tempo inventa un nuovo apostolato che rende le persone ammalate e handicappate “apostoli e protagonisti”. Nel maggio del 1943 il sacerdote e sorella Elvira Myriam (sempre al suo fianco), esortati dalla Segreteria di Stato Vaticana, danno origine alla “Lega Sacerdotale Mariana”, per sovvenire alle necessità dei presbiteri ammalati o bisognosi, nel vincolo di Maria. L’attività si estende anche ai laici con il Cvs. Si afferma con forza il pieno impegno battesimale della persona sofferente, non solo “oggetto” di assistenza ma “soggetto” di azione. All’interno del movimento è avvertita la necessità di definire un gruppo di persone che garantisca continuità all’opera assumendo ruoli direttivi, vivendo la radicalità della dedizione all’apostolato mediante la pratica dei consigli evangelici. Primi “Silenziosi operai della Croce”, gli ammalati o disabili già aderenti alla spiritualità del Cvs. Gli accompagnatori, gli amici, i familiari dei Volontari della Sofferenza, assumono il nome di Fratelli degli Ammalati, evidenziando con tale nome il profondo inserimento nel cammino spirituale e apostolico del Cvs e la fattiva vicinanza ai sofferenti. L’intera opera di mons. Novarese e sorella Elvira è accompagnata ed autenticata dal magistero pontificio con numerosi discorsi rivolti agli associati, a partire da quelli di Pio XII (7 ottobre 1957, primo decennale di apostolato). Le idee portanti del Cvs sono presenti in documenti del magistero universale dedicati al tema della sofferenza e dell’apostolato laicale. Il 20 luglio 1984 mons. Novarese muore a Rocca Priora (Roma).