Le reliquie del beato Novarese al ‘Moscati’: la testimonianza
Venerdì 13 settembre, l’ospedale San Giuseppe Moscati ha accolto un evento di straordinario significato spirituale: il transito delle reliquie del beato Luigi Novarese, conosciuto come “l’apostolo degli ammalati”. La processione per tutti i reparti – dall’ematologia all’oncologia, dall’otorinolaringoiatria alla radioterapia – è stata guidata da don Cristian Catacchio, assistente spirituale del Cvs con la partecipazione di alcuni membri di tale realtà ecclesiale e altri operatori sanitari, suscitando profonda emozione tra i presenti. Il volto commosso dei pazienti e degli operatori sanitari rifletteva il potente impatto spirituale di questo momento. La presenza delle reliquie ha evocato sentimenti di speranza e protezione, con molti che hanno trovato conforto nella preghiera, affidandosi alla fede per affrontare le difficoltà della malattia, rappresentando un momento di condivisione e riflessione anche per il personale sanitario, che ha potuto vivere la fede come un elemento che influenza positivamente la vita quotidiana e il servizio agli altri. La fede vissuta e condivisa, infatti, può essere un potente strumento di sostegno per chi attraversa momenti di difficoltà, offrendo conforto, parole di speranza e la consapevolezza di non essere soli.
La figura di mons. Luigi Novarese, nato nel 1914 e scomparso nel 1984 all’età di 70 anni, risplende ancora oggi per la sua dedizione ai malati e ai disabili. La sua vita, segnata dalla malattia, è stata una testimonianza di come il dolore possa trasformarsi in una risorsa per il bene. Affetto fin da giovane da una grave forma di tubercolosi ossea, senza speranza di guarigione secondo i medici, egli si affidò alla preghiera e all’intercessione di San Giovanni Bosco e di Maria Ausiliatrice, ottenendo il miracolo. Questo evento segnò l’inizio di una vita interamente dedicata alla cura e al sostegno dei sofferenti.
Il suo impegno pastorale, iniziato negli anni ’50, rivoluzionò la visione della malattia, ponendo il malato al centro, non solo come oggetto di cure mediche ma come soggetto pieno di diritti e dignità. Fondò diverse associazioni e centri di assistenza, tra cui i “Silenziosi Operai della Croce”, un movimento che riunisce malati disposti a vivere la sofferenza come mezzo di salvezza, ispirandosi all’insegnamento di Cristo.
Il messaggio lasciato dal beato Luigi Novarese è chiaro: la malattia, pur essendo una prova difficile, può diventare un’opportunità per avvicinarsi a Dio e vivere con maggiore intensità il proprio rapporto con la fede. Il suo insegnamento, che esorta i malati a non considerare la sofferenza come un impedimento, ma come una risorsa, si riflette ancora oggi nelle numerose iniziative di sostegno agli infermi e disabili, promosse dalle associazioni da lui fondate.
Mons. Novarese, la cui salma riposa a Roma nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, continua ad essere una guida spirituale per chi soffre e per chi, nel quotidiano, si impegna a curare e a sostenere i malati, dimostrando l’importanza della dimensione spirituale nell’affrontare la malattia. Il suo esempio illumina il cammino di coloro che, con dedizione e amore, si prendono cura dei più fragili, testimoniando la fede in un Dio amorevole e compassionevole, accanto al supporto professionale degli operatori sanitari.