Don Franco Damasi: i ricordi di 45 anni da parroco alla Santa Maria La Nova
“Era l’antivigilia di Natale del ’79 quando feci il mio ingresso da parroco in Santa Maria La Nova, a Pulsano. Fu una cerimonia molto semplice, essendo tutti presi dai preparativi della festa. Ma in fondo non costituivo una novità per la comunità, dove già esercitavo da un anno, inviato da mons. Motolese in aiuto a don Franco Limongelli, ammalato”.
Così inizia la carrellata di ricordi di don Franco Damasi, nativo di Talsano ma poi residente a Lama, che domenica 29 nel corso della santa messa delle ore 19, si congederà dai suoi parrocchiani per lasciare il posto a don Davide Errico.
“Giungevo dalla parrocchia di Gesù Divin Lavoratore, ai Tamburi, dove avevo instaurato un buon rapporto di collaborazione con il parroco don Antonio Airò –racconta – Si trattava di una bella comunità ricca di iniziative e di giovani: la medesima situazione che poi ho trovato qui”.
Dei pulsanesi don Franco sottolinea la grande devozione popolare, favorita anche dalla presenza delle confraternite, soprattutto quella verso la Madonna di Lourdes, la cui intensità è rimasta immutata fino a oggi. “A partire dal 27 gennaio, quando iniziano le ’15 visite’ – spiega – ogni mattina alle ore 5.30 la chiesa si riempie per la recita del rosario e la santa messa. E non parliamo di cosa accade l’11 febbraio, giorno della festa, quando giungono nel santuario anche da tutti i paesi vicini per onorare la Beata Vergine, soffermandosi in preghiera davanti alla grande riproduzione della grotta di Massabielle, dove la Madonna apparve a Santa Bernadette”.
Il sacerdote parla anche del buon rapporto instauratosi con i numerosi giovani della comunità, con i quali si misurava in entusiasmanti sfide a pallone (“ero un buon centrocampista d’attacco”). “Purtroppo dopo il covid essi sono in massima parte spariti dalla parrocchia, non ne comprendo i motivi. So che tale situazione è comune ad altre realtà vicine – lamenta –Fortunatamente il catechismo continua a essere ben frequentato, ma dopo aver ricevuto la cresima vanno via tutti, o quasi”.
Motivo di particolare soddisfazione sono le diverse ordinazioni sacerdotali negli anni del suo parrocato. “Possiamo vantare anche un arcivescovo proveniente dalla Santa Maria La Nova – dice – Si tratta di mons. Angelo Panzetta, già alla guida della diocesi di Crotone e ora arcivescovo coadiutore di Lecce, il quale, quando giunsi a Pulsano, frequentava la seconda media”.
Fra i periodi più problematici, don Franco cita gli anni novanta, per i numerosi omicidi a causa della guerra di mala in paese, riveniente da dissapori per i traffici di sostanze stupefacenti. “È stato molto doloroso – racconta – celebrare i funerali di ragazzi che ho visto crescere in parrocchia ma che poi hanno imboccato strade pericolose, fino a morire ammazzati”.
E ora, il congedo dalla comunità pulsanese con un peso nel cuore. “Mi duole – conclude –vedere tante famiglie spaccate da contese di ogni genere, i cui componenti, dopo essere vissuti insieme, chiusi nel proprio egoismo e incapaci di perdonare, non si salutano più. E magari vengono anche in chiesa. Tutto ciò è inammissibile, soprattutto fra cristiani. Voglio perciò congedarmi dal mio popolo invitando a riflettere sulla Lettera di San Giacomo (3,16): ‘Fratelli miei, dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra!’. Per questo motivo pregherò affinché in tutte le famiglie torni a regnare la pace!”.