Sport

Taranto, la notte di Halloween è da incubo

I rossoblu nell'ultimo match allo Iacovone - foto G. Leva
31 Ott 2024

di Paolo Arrivo

Una squadra che non si sente inferiore alle dirette avversarie della serie C. Che se avesse avuto anche più fortuna, si troverebbe in una posizione migliore in classifica, e avrebbe già ottenuto i primi punti fuori delle mura amiche: era questa l’impressione di Cristian Shiba alla vigilia del match del Taranto, giocato ieri allo stadio Viviani di Potenza, per la 12esima giornata di campionato. Il difensore albanese apparso in una forma discreta si riferiva a una formazione intenzionata a sbloccarsi nell’avvio di stagione. Nella consapevolezza che i pareggi, particolarmente nelle partite casalinghe, come quello ottenuto domenica scorsa contro la Turris, equivalgono a una mezza sconfitta. Ma al peggio non c’è mai fine… Così, in terra lucana, gli ionici hanno perso per 5-0. È bastato un tempo per vedere compromessa la partita. I primi quarantacinque minuti, con le reti di Gabriele Selleri e Gianluca D’Auria. Ad arrotondare il risultato nella ripresa ci hanno pensato Lucas Felippe, Luca Milesi e Emanuele Schimmenti.

Il match Potenza-Taranto

Orfani di capitan Matera, infortunatosi nella fase di riscaldamento pre gara, i rossoblu in maglia bianca scendono in campo con il modulo 3-5-2. E giocano con personalità nei primi dieci minuti. La prima conclusione, sopra la traversa dal limite, è di Gianluca Matromonaco al 14’. I padroni di casa rispondono due minuti dopo con D’Auria: un tiro a giro, di pregevole fattura, che impegna Mattia Del Favero, costretto a deviare la palla in calcio d’angolo. Lo stesso D’Auria al 20’, servito in area da Mattia Novella, è a tu per tu con Del Favero, ma perde il confronto con lo stesso portiere. Poi è Bilal Erradi a rendersi pericoloso. Senza pretese, il tiro di Lorenzo Ferro da fuori area al 25’. Un minuto dopo si rivede il Taranto in avanti con Giammarco Schirru. Anche lui da fuori area non impensierisce l’estremo difensore della squadra locale.

La resa

Il Potenza crea un’altra occasione, prima del vantaggio di Selleri al 39’: l’attaccante di Forlì si libera in area della marcatura di Tomislav Papazov e punisce la difesa ionica. Ancora Selleri dopo due minuti va vicino alla doppietta. Dagli sviluppi del corner, Schirru tocca di mano: è calcio di rigore. D’Auria spiazza Del Favero. Dopo un minuto di recupero si va al riposo.

Nel secondo tempo il Taranto a testa bassa impensierisce il Potenza quasi casualmente, con un tiro cross di Mastromonaco. Risponde D’Auria al 54’: un destro secco che sfiora il palo alla destra di Del Favero. Dopo nove minuti arriva il 3-0 firmato da Felippe con un potente sinistro dalla lunga distanza. Al 69’ c’è gloria anche per Milesi che, dal calcio d’angolo, con un colpo di testa beffa Del Favero. Passano nove minuti e il Potenza fa cinquina: numero di Schimmenti che salta Antonio Iervolino e Ivan De Santis mettendo la palla in rete. La squadra allenata da Pietro De Giorgio sfiora il punteggio tennistico con il giovanissimo Elio Landi, classe 2006. Il rischio si ripete: nel secondo minuto di recupero scheggia la traversa, Erradi. E finalmente escono i titoli di coda.

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Rapporto Save the Children: “Quasi 1 bambino su 5 vive in un Paese in guerra”

Sono un totale di 473 milioni: in media 31 minori al giorno vengono uccisi o mutilati

foto Ansa-Sir
31 Ott 2024

di Gigliola Alfaro

“Quasi un bambino su cinque (in totale 473 milioni di bambini) nel 2023 viveva in una zona di guerra e il numero di gravi violazioni commesse contro di loro in tali contesti è aumentato del 15% nel 2023, raggiungendo il livello più alto dall’inizio delle rilevazioni del 2005. I maggiori incrementi si registrano in Sudan e nei Territori palestinesi occupati. In media ogni giorno sono stati uccisi o mutilati 31 bambini. Intanto la spesa militare globale, ha raggiunto 2,4 trilioni di dollari, ovvero più dell’intero pil italiano”. Questi alcuni dei dati inediti del nuovo rapporto di Save the Children, “Stop the War on Children: Pathways to Peace”, diffuso giovedì 31 ottobre.
La pubblicazione ha analizzato il numero di gravi violazioni accertate contro i bambini nei conflitti – che comprendono uccisioni e mutilazioni, rapimenti, violenza sessuale, reclutamento in forze e gruppi armati, attacchi a scuole e ospedali e negazione dell’accesso umanitario ai bambini – e ha rilevato che “nel 2023 si sono verificati 31.721 casi documentati contro i bambini che vivono in contesti di guerra, pari a una media di 86 crimini contro i bambini al giorno. Una cifra che supera quella del 2022 – pari a 27.638, in media 76 al giorno – che già era stata identificata come senza precedenti”.
Il maggior numero di crimini è stato commesso nei Territori palestinesi occupati, dove sono state accertate 8.434 gravi violazioni – un quarto del numero totale – con un aumento del 170% rispetto all’anno precedente. Seguono la Repubblica democratica del Congo (con 3.805 casi verificati, in aumento rispetto ai 2.420 casi del 2022) e la Somalia (con 2.290 casi verificati, in leggero calo rispetto ai 2.783 casi del 2022). Il maggior incremento relativo di gravi violazioni è stato registrato in Sudan, dove i casi sono quintuplicati dal 2022, passando da 317 a 1.759 casi.
Nel 2023 sono stati documentati in tutto il mondo “11.338 casi di uccisioni e mutilazioni di bambini nei conflitti, con un aumento del 31% rispetto all’anno precedente. Ciò equivale a una media di 31 bambini al giorno – un’intera classe – che perdono la vita o vengono mutilati. Più di un terzo erano bambini palestinesi”.
Anche gli episodi di negazione dell’accesso umanitario – un’altra grave violazione contro i bambini nei conflitti – hanno raggiunto un massimo storico con 5.158 incidenti nel 2023, rispetto ai 3.931 dell’anno precedente – e più di 11 volte più alti rispetto a un decennio fa. I Territori palestinesi occupati hanno registrato 3.250 episodi di negazione dell’accesso umanitario nel 2023, il numero più alto mai registrato in un contesto di conflitto.
Il rapporto ha anche rivelato che “negli ultimi tre decenni si è assistito a un aumento vertiginoso del numero di bambini che vivono sotto il peso della guerra, 473 milioni nel 2023, ovvero il 19% della popolazione infantile mondiale. Questa percentuale è quasi raddoppiata rispetto al 10% circa della popolazione infantile mondiale a metà degli anni Novanta, mentre il diritto dei bambini alla protezione nei conflitti continua a essere ignorato”.
Il rapporto ha analizzato la spesa militare globale, scoprendo che “nel 2023 è di 2,4 trilioni di dollari, ovvero più dell’intero Pil italiano, mentre gli investimenti per la pace e la prevenzione dei conflitti diminuiscono. L’impatto economico della violenza, compresi i costi della prevenzione, del contenimento e della gestione delle conseguenze, è aumentato costantemente, raggiungendo i 19,1 trilioni di dollari a parità di potere d’acquisto (Ppa) nel 2023”.

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Vita sociale

Terzo settore: il 27 novembre a Roma convegno pubblico a 30 anni dalla nascita del Forum nazionale

31 Ott 2024

Il 29 ottobre 1994, esattamente 30 anni fa, si svolse a Roma la manifestazione “La solidarietà non è un lusso”, che diede vita al Terzo settore italiano e segnò l’inizio del percorso per la costituzione del Forum nazionale del Terzo settore. Per la prima volta in una mobilitazione così partecipata, scesero in piazza volontari, operatori sociali, migranti, persone con disabilità per chiedere al Governo la difesa dei diritti, del welfare, delle conquiste sociali. A trent’anni da quell’importante ricorrenza, il Forum Terzo settore porta avanti una profonda riflessione sulle trasformazioni avvenute nel tempo, sulla validità dei principi che guidarono quell’iniziativa e sulla nuova identità del Terzo settore alla luce dei grandi cambiamenti avvenuti. Il prossimo 27 novembre, a Roma (dalle 10 alle 13, Eurostars Roma Aeterna, piazza del Pigneto 9/A), si svolgerà una nuova tappa di questo percorso: un convegno pubblico, durante il quale interverrà su questi temi anche il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giuliano Amato. Nei prossimi giorni sarà disponibile il programma dell’iniziativa.

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Editoria

Su Scarp de’ tenis un dossier dedicato alle donne homeless “sono le più invisibili tra gli invisibili”

31 Ott 2024

Scarp de’ tenis, rivista di strada promossa dalla Caritas, è in vendita sulla piattaforma shop.scarpdetenis.it e da sabato lo sarà – grazie ai venditori in pettorina rossa – in strada e davanti alle parrocchie per tutto il mese di novembre. La storia di copertina è dedicata alle donne homeless, “sole e fragili, sono le più invisibili tra gli invisibili”. “Difficile anche capire quante siano, perché un dato preciso non esiste”, precisano dalla redazione. “Un universo a parte che sfugge ai radar di chi assiste i senzatetto, che sfugge alle antenne sul territorio dei centri d’ascolto. Che sfugge persino a quelle reti di protezione parentale o amicale che, fino a pochi anni fa, garantivano alle donne protezione e un rifugio. Di questo parliamo nel dossier di copertina. Lo facciamo perché le donne senza dimora sono in aumento, spesso costrette a nascondere storie terribili di violenza, abbandono e abuso. E perché nel Paese le strutture per loro pensate si contano sulle dita di una mano”.


In copertina figurano altri due richiami. “La storia più curiosa è certamente quella che lega Enzo Jannacci a padre Franco Mella, testimonianza del fatto che la musica può tutto. Anche far incontrare lo stralunato e geniale cantautore e il missionario del Pime (anche lui cantautore) da sempre in lotta per difendere i diritti civili degli abitanti di Hong Kong. Amici d’infanzia, si sono ritrovati grazie a un altro comune amico, il maestro di Karate di Enzo, nell’ex colonia, con una chitarra e gli accordi di ‘El portava i scarp del tennis’. Una bella storia che abbiamo recuperato nella memoria e che testimoniamo con la fotografia del 1988 che ritrae insieme Enzo e l’amico missionario”.
L’altro richiamo in copertina, arriva dalla Locride. “Siamo stati a Bovingi, alla scoperta di questo piccolo borgo che è diventato, grazie alla qualità della vita, il paese dei centenari”.

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Peregrinatio in diocesi

Le reliquie di San Francesco d’Assisi a Taranto

foto fpOcchinegro
31 Ott 2024

di Angelo Diofano

I frati minori organizzano la venuta a Taranto, nella parrocchia di San Pasquale, delle reliquie di San Francesco d’Assisi da lunedì 4 a mercoledì 6 novembre, in occasione delle celebrazioni per gli ottocento anni della comparsa delle stimmate. La prima tappa della peregrinatio sarà l’ospedale Santissima Annunziata (alle ore 10.30) per la visita agli ammalati; nel pomeriggio le reliquie saranno esposte in chiesa con il seguente programma:  alle ore 17, si terrà l’incontro con i ragazzi del catechismo e alle ore 18.30 la santa messa sarà presieduta da mons. Marco Gerardo, vicario foraneo del Borgo. La chiesa chiuderà alle ore 22 per consentire momenti di preghiera personale.

Martedì 5, alle ore 7.45 recita delle le lodi, alle ore 8 la santa messa; dalle ore 9 alle ore 11 le reliquie saranno portate alla casa circondariale per la visita ai detenuti; alle ore 17 si terrà l’incontro con la famiglia francescana (ofs, zona 5 della diocesi); ore 18.30, celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero.

Infine mercoledì 6, alle ore 7.45 le lodi e alle ore 8.45 fra Milko Gigante, vicario provinciale, presiederà la celebrazione eucaristica. Al termine, partenza delle reliquie per altra tappa della peregrinatio.

Di seguito pubblichiamo un commento all’evento del parroco della San Pasquale, fra Vincenzo Chirico:
“L’innato desiderio umano di ‘vedere Dio’ appare frustrato in partenza. In ogni tempo, gli uomini hanno cercato di superare quell’impossibilità in vari modi, tanto è forte il bisogno di entrare in una relazione ‘fisica’ con la divinità: «Traggono l’oro dal sacchetto e pesano l’argento con la bilancia; pagano un orefice perché faccia un dio, che poi venerano e adorano» (Is 46,6). In realtà, «Dio, nessuno lo ha mai visto» né lo avrebbe mai visto se il Figlio unigenito non lo avesse rivelato» (cf. Gv 1,18). Il profondo desiderio dell’uomo è stato appagato da Dio stesso: il Figlio di Dio si è fatto carne. Gli apostoli e quanti vissero con Gesù, perciò, hanno potuto affermare: «Quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi» (cf. 1Gv 1,1-2.3).

Immerso nell’acqua battesimale nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, il credente vive l’esperienza della fede non soltanto con l’intelletto, ma integralmente: spirito, anima e corpo. La fede chiama in causa interiorità e fisicità. La liturgia ne è la fonte e l’espressione più forte, coinvolgendo in vario modo tutti i cinque sensi: ascolto, sguardo, parola e canto, percezione dei profumi (l’incenso), gesto di pace, diverse posture del corpo (in piedi, seduti, in ginocchio)… I santi, ovvero coloro che riconosciamo discepoli autentici del Signore, uomini e donne che nel loro corpo e con il loro corpo hanno vissuto il Vangelo, hanno cioè dato forma visibile al battesimo, divengono per noi testimoni della vita nuova in Cristo. Vicino a loro, facciamo esperienza della vicinanza di Dio. La loro presenza, ci parla della presenza benevola del Padre e ci anima a percorrere con creatività e fedeltà la nostra personale strada, seguendo il Signore Gesù Cristo.

La reliquia del santo, dunque, è un segno tangibile di quella vita evangelica vissuta dal fratello santo integralmente nella sua umanità, non è un ‘amuleto’. La reliquia ci porta il messaggio della vita del santo, ci parla dell’amore di Dio che il santo ha scoperto, ha accolto, ha comunicato. La reliquia ci invita a fare la nostra parte perché l’unico Corpo di Cristo cresca oggi e si arricchisca del nostro contributo insostituibile. Con questo spirito, viviamo i momenti di preghiera attorno alla reliquia di San Francesco stimmatizzato, che manifesta come sia feconda la vita di chi accoglie la Pasqua del Signore: il chicco di grano che, caduto in terra, muore, produce molto frutto (cf. Gv 12,24)”.

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Migrantes

Domenica 3, santa messa al circo Togni

31 Ott 2024

di Angelo Diofano

Domenica 3 alle ore 11.15, sotto il tendone del circo Lidia Togni, in viale Unicef,  l’ufficio diocesano Migrantes (diretto da Marisa Metrangolo) organizza la santa messa che sarà presieduta dal vicario episcopale per la pastorale, mons. Gino Romanazzi, assieme ai cappellani di Migrantes, don Ezio Succa e don Massimo Caramia.

Durante la celebrazione eucaristica saranno fornite indicazioni per lo spettacolo gratuito per i bambini, previsto lunedì 4 alle ore 18. Subito dopo la santa messa ci sarà la visita al circo.
Tutto questo rientra nell’ambito delle attività dell’ufficio diocesano Migrantes, nello specifico della pastorale per i lunaparkisti, circensi e camminanti.

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Eventi cittadini

Concerto corale gratuito in Concattedrale

31 Ott 2024

Per ricordare i  500 anni dalla nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina, giovedì 31 ottobre alle ore 20 nella concattedrale Gran Madre di Dio, il coro polifonico Parsifal diretto dal m° Andrea Crastolla offrirà un concerto gratuito, con il patrocinio del Comune di Mesagne.
In programma, musiche di Palestrina, Liszt, Ghedini, Di Marino, Todd, Whitacre, Gjeilo. Il pubblico prenderà posto  nell’abside.#concattedrale

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Alluvione

Valencia travolta dall’acqua, i parroci: “Come uno tsunami”

foto Ansa-Sir
31 Ott 2024

di Patrizia Caiffa

È uno scenario apocalittico quello di queste ore in Spagna, nella provincia di Valencia, con forti alluvioni causate dal fenomeno meteorologico Dana (Depressione isolata a livelli alti). Finora si contano almeno 90 morti e circa un centinaio di dispersi. Fiumi di fango hanno trascinato decine e decine di automobili con la violenta forza dell’acqua. Anche alcune parrocchie sono state devastate, con l’acqua che arriva alla vita o alle ginocchia, secondo le testimonianze raccolte dal Sir. Alcune stanno accogliendo gli sfollati e si sono messe a disposizione delle autorità per aiutare. “È stato come uno tsumani”, dice un parroco. La Caritas diocesana di Valencia si è messa a disposizione delle pubbliche amministrazioni per qualsiasi necessità. Al momento si sta coordinando con il Comune di Valencia per sostenere le persone sfollate ospitate nell’Alqueria del Basket e nel Complesso Municipale Pechina. Nel frattempo ha aperto due conti per raccogliere donazioni in denaro con cui sostenere le zone più colpite: La Ribera, la regione di Utiel-Requena, La Hoya de Bunyol e l’area metropolitana di Valencia. Anche l’Università Cattolica di Valencia ha sospeso tutte le lezioni e le attività studentesche. Il presidente della Conferenza episcopale spagnola, monsignor Luis Argüello ha inviato un messaggio all’arcivescovo di Valencia  mons. Enrique Benavent, che ha ringraziato pubblicamente tutte le diocesi della Spagna che stanno offrendo aiuto.

Nella parrocchia Nostra Signora del Pilar e Maria Madre della Chiesa di Catarroja, il parroco José Vicente Alberola racconta che hanno avuto delle vittime e l’acqua è arrivata a tre metri di altezza. È scomparsa tra le acque perfino l’immagine della Vergine. “Stiamo tentando di salvare qualcosa ma non abbiamo copertura telefonica ed è difficile mobilitare le persone per gli aiuti. È tutto distrutto”. Dalle prime ore del mattino è in atto un coordinamento tra l’arcidiocesi, la Caritas diocesana e le vicarie episcopali delle zone colpite. Inizialmente era stato chiesto alle parrocchie e alle Caritas parrocchiali di mettere a disposizione le proprie strutture per aiutare le vittime e le famiglie e fornire aiuti ma poi si è capito che erano state anche loro colpite, allagate, isolate, senza energia elettrica e comunicazioni.

Nella parrocchia Nostra Signora della Grazia nel quartiere valenciano della Torre. “Siamo in piena crisi, le conseguenze saranno drammatiche”, riferisce don Salvador Pastor, parroco di Nuestra Señora de Gracia del quartiere valenciano della Torre, un quartiere operaio con famiglie che vivono in condizioni molto povere. “Speriamo che dichiarino l’emergenza, altrimenti non si potrà far fronte a questa situazione drammatica”. “È difficile fare un bilancio delle famiglie colpite – dice -, con la Caritas parrocchiale assistiamo ogni settimana circa 190 famiglie, ma l’alluvione ne ha colpite moltissime altre, per cui la totalità potrebbe superare il mezzo migliaio”.

Parrocchia e quartiere completamenti allagati. In questo momento la parrocchia valenciana non riesce ad offrire nessun tipo di aiuto materiale, “perché la parrocchia è completamente allagata, con un metro e mezzo d’acqua e quasi tre palmi di fango – prosegue il parroco -, sia nelle dependance che in sacrestia. La porta della chiesa è collassata sotto una montagna di veicoli ammucchiati dalla forza dell’acqua e non abbiamo energia elettrica”. Il sacerdote dice che l’effetto della Dana “è stato devastante. In questa zona non pioveva, ma è arrivata tutta l’acqua dai burroni che sono traboccati, è entrata con talmente tanta forza da inondare tutto il quartiere, tranne alcune zone più elevate. È stato come uno tsunami. La Torre è un quartiere con molte case basse all’altezza della strada. Insieme a negozi e locali sono stati completamente allagati”.

È ancora allerta. Gli agenti della polizia locale hanno avvertito via megafono che nessuno deve attraversare l’altro lato del ponte che divide il quartiere, in attesa di un’altra valanga d’acqua. “Molti vicini che hanno parenti dall’altra parte hanno cercato di accedere da una passerella, avevano l’acqua alle ginocchia, ma le autorità hanno avvertito di non muoversi”. Le forze di sicurezza e le forze dell’ordine stanno continuando a soccorrere le persone intrappolate nelle case, dopo aver lavorato tutta la notte. “Molti sono stati accolti da familiari che si trovavano nei punti più alti del quartiere e la stragrande maggioranza sta per essere trasferita in centri di accoglienza abilitati dalle autorità”, conclude don Pastor.

È ancora sotto choc il parroco di Nostra Signora Maria Teresa del Rosario di Sedaví, don César García: “Sembra un sogno ma è la realtà”. Il sacerdote dice che la parrocchia si è messa a disposizione del comune per aiutare e sta mobilitando i giovani educatori per aiutare nelle varie necessità.  “C’è molta solidarietà. La gente sta aiutando gli anziani, cerca di liberare le fogne. Anche ieri sera hanno aperto le loro case a tutti quelli che avevano bisogno di riparo. Noi abbiamo accolto una dozzina di persone che non possono entrare nelle loro case perché l’acqua arriva già alla vita”. Anche la chiesa parrocchiale, spiega, è stata colpita dal fango e dall’acqua e l’ufficio parrocchiale è andato completamente perso. “In questo momento ci rivolgiamo a Dio perché ci aiuti”.

“A tutti coloro che soffrono, tendiamo una mano amica, di fratelli, e siamo attenti alle loro necessità”, ha detto l’arcivescovo di Valencia, mons. Enrique Benavent celebrando questa mattina una messa per le vittime in basilica: “Alle persone che in questi momenti sono rimaste senza casa, che stanno soffrendo, vogliamo manifestare solidarietà e vicinanza della Chiesa e, nella misura delle nostre possibilità, accompagnarle e assisterle nelle loro necessità”.  Ha poi rivolto parole di conforto “alle vittime, alle loro famiglie, a coloro che hanno sofferto situazioni drammatiche”.

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Hic et Nunc

Acciaio, l’incontro a Palazzo Chigi ha chiarito le prospettive e i tempi

30 Ott 2024

di Silvano Trevisani

Spiragli per la vertenza Acciaierie D’Italia, nell’incontro appena conclusosi a Roma, nella Sala Verde di Palazzo Chigi, tra governo e sindacati. Che ha mostrato il rispetto del cronoprogramma degli interventi e che ha fatto il punto su decarbonizzazione e cassa integrazione, punti sui quali i sindacati hanno chiesto riscontri urgenti. E ha chiarito che per il 2005 la produzione si attesterà trsa i 3 e i 3,8 milioni di tonnellate.

All’incontro hanno partecipato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Mantovano i ministri Urso, Picchetto Fratin, Calderone, Giorgetti (in collegamento), i commissari straordinari e i segretari generali di Fim, Fiom, Uilm, Uliano, De Palma, Palombella. Aprendo l’incontro Urso ha confermato il positivo andamento e rispetto del cronoprogramma degli interventi. La Calderone ha annunciato, pur restando ancora in essere una situazione di ammortizzatori, la loro riduzione e gli investimenti nella formazione del personale. Il ministro Pichetto Fratin, da parte sua, ha annunciato la conferma da parte dell’Istituto superiore di Sanità delle verifiche per il prosieguo dell’iter all’autorizzazione dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale.

La Fim, per bocca del segretario Ferdinando Uliano ha dichiarato che la ripartenza di Taranto è fondamentale per l’industria del nostro Paese. Per questo è positiva la ripresa entro i tempi di Afo 1, come pure la gestione degli ammortizzatori sociali. “In questa direzione ci auguriamo che anche gli impianti a valle di Afo delle aree a freddo riprendano quanto prima a lavorare. Ora è fondamentale capire anche i tempi di ripartenza di Afo 2, e l’entità della produzione che ci si aspetta per 2025 e con essa la garanzia e salvaguardia dei livelli occupazionali riguardanti non solo quelli di ADI in AS ma anche di Ilva in As, appalti e indotto”.

Ma importante è la chiarezza del percorso del bando di acquisizione dell’azienda rispetto alle manifestazioni di interesse e capire se queste, ad avviso dei commissari, contengano le necessarie garanzie, a partire da quelle della sostenibilità sociale e ambientale.

Il commissario Quaranta, da parte sua, ha sottolineato come il recupero produttivo che si sta mettendo in atto sia consequenziale a tutta una serie di interventi sugli impianti che non erano stati realizzati e propedeutici alla realizzazione del forno elettrico. “Procederemo ora al riavviamento di Afo 2, ma – ha precisato – questo comporterà non pochi problemi, visto che il precedente gestore lo ha lasciato con la ghisa in pancia. Questo implica che la produzione nel 2025 sarà tra i 3 e i 3.8 milioni di tonnellate colate”.

Per quanto riguarda la decarbonizzazione, Quaranta ha sottolineato che tutto quanto previsto dal punto di vista ambientale è stato fatto. “Abbiamo sostenuto dei costi notevoli, quasi 2.5 miliardi di euro. Ora siamo consapevoli che lo stabilimento a ciclo integrato di Taranto oggi rispetta tutte le leggi Ue sulla normativa ambientale”. Ha inoltre ricordato il recente memorandum tra le tre società Ilva in As, Adi in As e Dri Italia per la produzione di preridotto finalizzato all’abbattimento degli inquinanti e riduzione della Co2.

Il ministro Urso riguardo ai possibili acquirenti ha sottolineato l’importanza della golden power come strategia di tutela dello Stato e che la procedura è ancora nella fase di data room alla quale seguiranno tutte le interlocuzioni possibili.

Rizzo e Colautti della Usb, da parte loro, dichiarano: “Pur avendo ricevuto oggi conferma dal Ministro Urso della volontà di esercitare la golden power, al Governo abbiamo ribadito inoltre che la decarbonizzazione, quindi la piena salvaguardia di tutti i lavoratori, anche quelli Ilva in As, deve essere garantita attraverso l’intervento pubblico. Per USB solo lo stato può farsi da garante, dobbiamo evitare accuratamente gli errori del passato, l’esperienza Mittal è stata catastrofica”.

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Drammi umanitari

Sudan, Russell (Unicef): “Solo nell’ultima settimana almeno 10 bambini uccisi e 43 feriti nello stato di Al Jazirah”

Mamma in lacrime - foto Vatican media-Sir
30 Ott 2024

“Sono profondamente allarmata dalla crescente violenza contro i bambini e le famiglie nello Stato sudanese di Al Jazirah. Le notizie di uccisioni di massa, di violenze sessuali diffuse contro donne e ragazze e di distruzione di case e mezzi di sussistenza sono spaventose.
Solo nell’ultima settimana, secondo le notizie, almeno 124 persone sono state uccise ad Al Jazirah – tra cui almeno 10 bambini, alcuni di appena dieci anni – mentre almeno 43 bambini sono rimasti feriti”. Lo riferisce la direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell, dicendo di aver ricevuto notizie devastanti sul fatto che “molte ragazze, anche di 13 anni, sono state sottoposte a stupri e aggressioni sessuali e che sono stati detenuti dei bambini. Più di 9.000 famiglie, tra cui oltre 45.000 persone, sono state costrette a lasciare le loro case a Tamboul e nei villaggi circostanti tra il 20 e il 27 ottobre 2024”. “Questa violenza – afferma – fa parte di una vasta catastrofe umanitaria causata dall’uomo che ha già ucciso e ferito migliaia di bambini, sfollato più di 11 milioni di persone e lasciato altri milioni di persone in estrema difficoltà. Il Sudan è ora il luogo della più grande crisi umanitaria e di sfollamento al mondo, una crisi che sta avendo un impatto sempre maggiore sull’intera regione”.
L’Unicef chiede “la fine immediata delle violenze”: “Le parti in conflitto devono cessare di prendere deliberatamente di mira i civili e porre fine alle gravi violazioni contro i bambini. Devono anche rilasciare immediatamente i bambini che sono stati detenuti”. Chiede inoltre alle parti di “rispettare il diritto internazionale umanitario, di proteggere i civili e gli edifici civili e di consentire l’accesso sicuro e senza ostacoli agli operatori umanitari. In questo momento, le barriere amministrative imposte dalle parti in conflitto, così come le condizioni di sicurezza, stanno compromettendo la fornitura dell’assistenza salvavita di cui questi bambini e queste famiglie hanno disperatamente bisogno.
Il mondo non può stare a guardare mentre i bambini del Sudan affrontano orrori indicibili. Dobbiamo agire ora per salvaguardare il loro futuro e sostenere il loro diritto alla sicurezza e alla pace”.

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Udienza generale

Papa Francesco: “La guerra cresce: preghiamo per la pace”

foto Vatican media-Sir
30 Ott 2024

“Preghiamo per la pace”. A ripeterlo, a più riprese, è stato papa Francesco, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì in piazza San Pietro. “La guerra cresce”, ha detto il Santo padre: “Pensiamo ai Paesi che soffrono tanto: la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, il Nord Kivi e tanti Paesi che sono in guerra”. “Preghiamo per la pace”, ha proseguito: “La pace è un dono dello Spirito, e la guerra sempre, sempre, sempre è una sconfitta. Nella guerra nessuno vince, tutti perdono. Preghiamo per la pace”. “Ieri ho visto che sono state mitragliate 150 persone innocenti”, ha rivelato Francesco, che poi si è chiesto: “Cosa c’entrano nella guerra i bambini, le famiglie? Sono le prime vittime. Preghiamo per la pace”.

“Mi scuso di leggere così male, ma il sole negli occhi non è una cosa facile per leggere”, l’esordio a braccio della catechesi, svoltasi in una  piazza San Pietro particolarmente assolata e dedicata al sacramento della Cresima, che “per antonomasia è il sacramento dello Spirito Santo”.  “Nel Nuovo Testamento, oltre il battesimo con l’acqua, si trova menzionato un altro rito, quello della imposizione delle mani, che ha lo scopo di comunicare visibilmente e in modo carismatico lo Spirito Santo, con effetti analoghi a quelli prodotti sugli apostoli a Pentecoste”, ha ricordato il Papa, citando gli Atti degli apostoli e San Paolo. “Il tema dello Spirito Santo come sigillo regale con cui Cristo contrassegna le sue pecorelle è alla base della dottrina del carattere indelebile conferito da questo rito”, ha spiegato Francesco: “Con il passare del tempo, il rito dell’unzione si configurò come Sacramento a sé stante, assumendo forme e contenuti diversi nelle varie epoche e nei diversi riti della Chiesa”.

“Quello che il Sacramento della Cresima è nella comprensione della Chiesa, mi sembra descritto, in modo semplice e chiaro, dal Catechismo degli adulti della Conferenza episcopale italiana”, l’omaggio del papa, che ha citato testualmente il brano della Cei, che dice così: “La Confermazione è per ogni fedele ciò che per tutta la Chiesa è stata la Pentecoste. Essa rafforza l’incorporazione battesimale a Cristo e alla Chiesa e la consacrazione alla missione profetica, regale e sacerdotale. Comunica l’abbondanza dei doni dello Spirito. Se dunque il battesimo è il sacramento della nascita, la cresima è il sacramento della crescita. Per ciò stesso è anche il sacramento della testimonianza, perché questa è strettamente legata alla maturità dell’esistenza cristiana”.

“Il problema è come fare perché il sacramento della Cresima non si riduca, in pratica, a una estrema unzione, cioè al sacramento della dipartita dalla Chiesa”, il grido d’allarme del pontefice. “Si dice che è il sacramento dell’addio – ha commentato – perché una volta che i giovani la fanno se ne vanno e torneranno poi per il matrimonio, così dice la gente”. “Ma dobbiamo fare che sia il sacramento dell’inizio di una partecipazione attiva alla sua vita”, l’invito: “È un traguardo che ci può sembrare impossibile vista la situazione in atto un po’ in tutta la Chiesa, ma non per questo dobbiamo smettere di perseguirlo. Non sarà così per tutti i cresimandi, ragazzi o adulti, ma è importante che lo sia almeno per alcuni che poi saranno gli animatori della comunità”. “Farsi aiutare, nella preparazione al sacramento, da fedeli laici che hanno avuto un incontro personale con Cristo e hanno fatto una vera esperienza dello Spirito”, la raccomandazione papale: “Alcune persone dicono di averla vissuta come uno sbocciare in loro del sacramento della Cresima ricevuto da ragazzi. Ma questo non riguarda solo i futuri cresimandi; riguarda tutti noi e in ogni momento”.

“Rimuovere la cenere dell’abitudine e del disimpegno, diventare, come i tedofori alle Olimpiadi, portatori della fiamma dello Spirito”.
È il “bel traguardo per l’anno giubilare”, additato dal Papa al termine della catechesi. “Insieme con la confermazione e l’unzione – ha sottolineato sulla scorta di San Paolo –  abbiamo ricevuto anche la caparra dello Spirito Santo. Dobbiamo spendere questa caparra, non seppellire sotto terra i carismi e i talenti ricevuti”. San Paolo esortava il discepolo Timoteo a “ravvivare il dono di Dio, ricevuto mediante l’imposizione delle mani”, ha osservato Francesco, “e il verbo usato suggerisce l’immagine di chi soffia sul fuoco per ravvivarne la fiamma”. “Ecco un bel traguardo per l’anno giubilare!”, ha esclamato il Papa: “Rimuovere la cenere dell’abitudine e del disimpegno, diventare, come i tedofori alle Olimpiadi, portatori della fiamma dello Spirito. Che lo Spirito ci aiuti a muovere qualche passo in questa direzione!”.

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Rassegna teatrale del Crest

«Favole & Tamburi», il teatro per ragazzi che seduce tra fiaba sogno e avventura

Al via il 3 novembre la rassegna domenicale per ragazzi della compagnia Crest all’auditorium TaTà

30 Ott 2024

Il teatro che si fa fiaba, sogno e avventura con «Favole & Tamburi», l’ormai storica rassegna domenicale per ragazzi della compagnia Crest all’auditorium TaTà, al via il 3 novembre con «Jack, il ragazzino che sorvolò l’Oceano», spettacolo per il quale il regista Michelangelo Campanale della compagnia di Ruvo di Puglia La Luna nel Letto si è rifatto, con il suo teatro d’attore e di figura, all’impresa leggendaria di Charles Lindbergh, primo pilota ad attraversare l’Atlantico in solitaria.
Dieci gli spettacoli in cartellone, con alcune compagnie storiche, sia italiane che pugliesi, accanto a realtà più recenti ma già diventate un punto di riferimento. È il caso del collettivo salentino Principio Attivo Teatro, che il 17 novembre propone l’antico teatro delle ombre con «La favola di Peter» e uno specialista del genere, Silvio Gioia, che realizza in scena la drammaturgia e la regia di Giuseppe Semeraro rappresentando con un linguaggio visivo onirico la storia di un ragazzo e della sua ombra, «venuti alla luce» insieme.
Ci saranno anche i burattini di Paolo Comentale e del Granteatrino di Bari, che l’1 dicembre presentano «Buon compleanno Giulio Coniglio» con al centro il personaggio nato dalla matita di Nicoletta Costa e amatissimo dai bambini.
Con il teatro si può tutto, anche tenere insieme il mondo di Andersen e la Commedia dell’arte, cosa che farà il 15 dicembre la compagnia ravennate Drammatico Vegetale con lo spettacolo «Sogni. Arlecchino e la bambina dei fiammiferi» di Ezio Antonelli, poesia che illumina il freddo della vita e della mente.
E poi un classico del mondo delle favole e della produzione targata Crest, che il 5 gennaio, vigilia della Befana, propone «La storia di Hansel e Gretel» rielaborata da Katia Scarimbolo per la regia di Michelangelo Campanale.
La programmazione dell’anno nuovo proseguirà il 19 gennaio con il «Pinocchio testadura», che con l’interpretazione di Greta Belometti fonde recitazione e «sand art» attraverso i disegni di sabbia realizzati in tempo reale dentro uno spettacolo diretto da Piero Bonaccurso per la compagnia calabrese Teatrop.
È una storia di sortilegi, regnanti e nascituri la vicenda nella quale rimane invischiata la cicogna Tiresia protagonista di «Cracrà Punk», lavoro di teatro di figura e burattini ideato da Gigio Brunello che la celebrata compagnia Fontemaggiore di Perugia porta in scena il 2 febbraio.
A sua volta fa andare a braccetto teatro di figura e videoproiezioni «Briciole di felicità», spettacolo scritto da Anna Meini per un’altra storica compagnia di teatro ragazzi, Fondazione Sipario Toscana, di scena il 16 febbraio.
E sempre dalla terra di Dante, più precisamente da Empoli, arriva il 9 marzo «Trame su misura vol. 1» di Giallomare Minimal Teatro su testo di Renzo Boldrini, che riscrive in chiave contemporanea alcune fiabe famose, in questo frangente «Il lupo e i sette capretti» e «Casa di paglia, di legno e di mattoni» tratta da «I tre porcellini».
Si chiuderà il 30 marzo con un omaggio all’universo di Gianni Rodari con «Favole al telefono», spettacolo di Mario Fracassi per Fantacadabra di Sulmona pensato come un’attenta, serie e civile osservazione della realtà contemporanea.
Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 18. Abbonamenti 60 euro (10 spettacoli), biglietti 7 euro (6 euro per nuclei familiari di almeno quattro persone).
Info e prenotazione 333.2694897.

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