Al Villaggio di Sant’Agostino, il 5 e 6 ottobre, torna in scena Romeo e Giulietta
Con la compagnia Le Quinte, la rappresentazione della storia d’amore più famosa
“Romeo e Giulietta” torna in scena nel cuore del centro storico di Martina Franca. La Compagnia teatrale Le Quinte, diretta dal regista Pasquale Nessa, porta in scena la storia d’amore più famosa in letteratura, nella forma eccezionale del teatro immersivo che rompe la barriera invisibile tra attori e pubblico. Al Villaggio di Sant’Agostino quattro appuntamenti in due date, 5 e 6 ottobre, che hanno già quasi segnato il sold-out.
Il fascino del teatro elisabettiano prende vita nel chiostro dell’ex convento agostiniano di Martina Franca, che per due giorni diventa la cornice dell’amore, forte e sofferto, di due giovani nobili e della discordia tra Montecchi e Capuleti, le due famiglie veronesi il cui odio porterà gli innamorati alla morte. Intrighi, malintesi, incontri e vendette animano la tragedia di Shakespeare più amata al mondo. Durante lo spettacolo, gli spettatori vivranno un’esperienza totalmente immersiva nella quale musica, teatro e danza si contaminano e dialogano tra loro raccontando l’amore. Non vi sono poltrone, ma uno spazio in cui ogni angolo diventa palcoscenico, come da tradizione teatrale elisabettiana.
E il concetto di amore portato in scena dalla regia è chiaro. «Quando qualcuno ti chiede ‘tu mi vuoi bene?’ non si può tergiversare con le parole. O dici sì o dici no. È quello che accade nella scena in cui Romeo fa capire i suoi sentimenti a Giulietta, e lei altrettanto a lui – spiega Pasquale Nessa, che dirige gli attori della Compagnia – Forse non danno una risposta diretta, ma credono in maniera forte al loro sentimento. Lo riconoscono ed esternano nei fatti, nella forza, quello che deve essere l’amore, una battaglia continua. Il messaggio che vogliamo dare con questo spettacolo è che non ci si deve aspettare di essere amati. Ognuno deve essere amore per gli altri, perché se si è amore si produce amore. Se si pretende amore dagli altri, si produce il nulla».
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