Urso, criticato, riaccende l’Altoforno. Due gravi infortuni a Taranto e Crispiano
Fase molto complicata quella che Taranto sta vivendo sul fronte del lavoro. Inquinamento, transizione, sicurezza del lavoro sono termini che stentano a trovare una comune declinazione. Mentre si attende, fra molte polemiche, l’arrivo in città del ministro Urso per la ripartenza dell’Altoforno 1, dopo il rifacimento, nuovi gravi incidenti sul lavoro si sono verificati nel territorio. Il primo è avvenuto a Taranto dove un operaio è rimasto schiacciato dal crollo di una tettoia. L’altro a Crispiano dove un giovane operaio antennista è caduto nel vuoto da un’altezza di sette metri. I due operai, trasportati in Ospedale, hanno riportato vari traumi.
“Neppure il tempo di concludere le celebrazioni, ieri, della 74a giornata nazionale per le vittime di incidenti sul lavoro che, immediatamente, siamo costretti ad intervenire sui due distinti infortuni gravi accaduti stamani”, dichiarano Gianfranco Solazzo, segretario generale della Cisl Taranto Brindisi e Gianmarco Passiatore, segretario reggente della Filca Cisl territoriale, appena giunte le notizie, sulle cui cause indagano le Forze dell’Ordine e il personale dello Spesal. “Necessario, dunque, che sia rilanciato “il valore e il rispetto della vita di ogni persona che va confermato quale principio indiscutibile e irrinunciabile in ogni attività lavorativa. Ahe per questo esprimiamo totale fiducia nell’opera degli Enti preposti, ora impegnati nella ricostruzione delle dinamiche che hanno determinato entrambi gli infortuni” concludono i due segretari.
Ombre sull’ex Ilva
Il valore e il rispetto della vita è proprio ciò che chiedono rappresentanti politici e istituzionali, assieme alle associazioni ambientaliste di Taranto, in occasione della ripartenza dell’Afo 1. Il ministro Urso, al suo arrivo all’ex Ilva per l’inaugurazione dell’impianto, si troverà di fronte al sit-in preannunciato dalle associazioni, che sabato scorso hanno elaborato il simbolico “foglio di via” con cui inviteranno Urso ad abbandonare la città.
Il futuro delle Acciaierie d’Italia, nonostante proclami e bandi di vendita, sembra ancora avvolto nelle nebbie dell’incertezza, soprattutto per ciò che riguarda il processo di ambientalizzazione di impianti e territorio.
I No alle celebrazioni
Era già stato il sindaco e presidente della Provincia Melucci a dichiarare, nei giorni scorsi, che “c’era poco da celebrare” con l’accensione dell’Afo 1. Melucci ha declinato l’invito. Lo ha fatto “per rispetto verso le sofferenze della comunità ionica e con l’intento di non ingenerare alcuna confusione nell’opinione pubblica, riguardo agli sforzi istituzionali che ci vedono collaborare, come più volte ribadito in tutte le sedi, nella esclusiva direzione della radicale riconversione del ciclo produttivo dello stabilimento. Come per altro individuato dalle politiche europee, con particolare riferimento alla decarbonizzazione sostenuta dal programma della transizione giusta”.
Ancora più drastico è il consigliere regionale e comunale Di Gregorio: “Il disegno del governo delle destre per Taranto è chiaro: ripristinare un modello produttivo superato, ad elevato impatto ambientale, con costi sociali e sanitari elevatissimi per l’area ionica. Gli elementi ci sono tutti e sono emersi chiaramente in questi giorni”.
“Il governo Meloni ha chiuso i cordoni della borsa per le bonifiche. Dal commissario straordinario Uricchio abbiamo appreso che la struttura commissariale non ha risorse per provvedere al suo stesso funzionamento, ha pochissimi fondi per gli interventi tra i quali non rientra la bonifica del Mar Piccolo. In parallelo, il ministro Urso fa trapelare la possibilità di posizionare una nave rigassificatrice dinanzi al porto per alimentare il ciclo produttivo del centro siderurgico”.
Anche il consigliere comunale Luca Contrario interviene sulla questione, definendo “una ennesima umiliazione per il territorio e un vero e proprio atto di guerra verso la nostra comunità” l’attivazione di un impianto che è alimentato ancora a carbone.
Un convegno sulla transizione
Ma di transizione industriale si continua a parlare, almeno a teorizzare e non solo a livello istituzionale. Sabato 19 ottobre alle 17, si terrà nelle sale del Castello aragonese un incontro promosso dal presidente del LC Poseidon, Antoniovito Altamura, che unitamente ai club di Massafra-Mottola “Le Cripte”, “Taranto Città dei due Mari” e “San Giorgio Terra Jonica”, illustreranno alla cittadinanza le iniziative che intendono traghettare la nostra provincia verso un futuro meno inquinato. “La transizione industriale e portuale della provincia ionica è oggetto di particolare attenzione nazionale, europea ed internazionale. Una svolta necessaria alla riqualificazione del territorio per troppo tempo maltrattato”. Introdurrà il presidente del LC Poseidon Antoniovito Altamura. Interverranno Giancarlo Quaranta, commissario straordinario Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria; Sergio Prete presidente autorità di sistema portuale del mar Ionio. Farà da moderatore Domenico Palmiotti. Seguirà un ampio dibattito aperto a tutti gli interessati. L’incontro ha ricevuto il patrocinio del Comune di Taranto e della Marina Militare