Alleanza contro la povertà in Italia: Le “10 fake news da evitare” perché danno approccio culturale errato
Una nota in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà, che si celebra oggi, giovedì 17 ottobre
Secondo le statistiche ufficiali la povertà assoluta esiste e colpisce milioni di persone in Italia. Negli ultimi 10 anni è in costante aumento. Secondo le Stime preliminari dell’Inps, nel 2023 riguardava l’8,5% delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui. Lo sottolinea l’Alleanza contro la povertà in Italia che, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà, che si celebra oggi, giovedì 17 ottobre, mette in guardia da 10 “fake news” perché “non contribuiscono ad un nuovo approccio culturale al tema”.
I dati richiamati servono a smentire la prima “fake news”, quella per la quale “La povertà assoluta in Italia non esiste”. Viene invece etichettata come una “generalizzazione ingiusta” la convinzione diffusa che “I percettori dei sussidi sono furbetti o fannulloni”: “Le misure dirette di contrasto alla povertà, come in tutti i Paesi europei – viene sottolineato – hanno salvato dalla povertà assoluta circa un milione di persone in situazione di grave disagio socio-economico. Il programma prevedeva l’obbligo di cercare lavoro e partecipare a percorsi di formazione. Stando ai dati dei Carabinieri, le truffe al RdC valgono solo l’1% della spesa totale”. Non corrisponde al vero, poi, che “Le misure di contrasto alla povertà sono uno spreco di soldi pubblici”; secondo l’Alleanza, invece, “sono un investimento importante per promuovere il benessere sociale ed economico di un Paese”. A chi sostiene che “La povertà è una colpa”, viene risposto che si tratta di “un fenomeno multifattoriale e dalle molteplici cause” ed “è una condizione che richiede comprensione del fenomeno, solidarietà e interventi collettivi, non un giudizio morale”. È falso, poi, affermare che “Chi lavora, non è povero. Chi è povero, non lavora”: “Il lavoro – rileva l’Alleanza – può certamente contribuire a proteggere dalla povertà, ma non è sempre sufficiente per garantire sicurezza economica e una vita dignitosa”. In Italia si registra un “crescente numero di working poor: principalmente lavoratori a tempo parziale, precari e coloro che ricevono salari insufficienti a coprire le spese fondamentali per la vita. Circa il 9-10% dei lavoratori si trova oggi in questa situazione e il numero è in aumento”. A coloro che ritengono che “I poveri in Italia sono soprattutto stranieri” viene ricordato che “secondo i più recenti dati Istat, il 70% dei poveri assoluti sono cittadini italiani, mentre il 30% proviene da contesti migratori”. Dello stesso segno la convinzione per la quale “Sono soprattutto gli stranieri a ricevere sussidi”; l’Alleanza evidenzia che “la maggior parte dei beneficiari dei sussidi sono cittadini italiani. Per esempio, il 91% dei nuclei percettori di Reddito di cittadinanza erano di nazionalità italiana. Con l’Assegno d’inclusione, la percentuale di cittadini non italiani percettori del sussidio è scesa ulteriormente dal 9 all’ 8% (fonte Inps)”. Dati alla mano, l’Alleanza smentisce poi che “La povertà riguarda solo i giovani” e che “In Italia, la povertà colpisce solo alcune Regioni del Sud”: secondo i dati Istat, per esempio, circa 1 milione di over 65 vive in povertà assoluta, situazione che nel Nord riguarda l’8% delle famiglie. Infine, non è vero che “Le misure di contrasto sono cambiate, i beneficiari no”: secondo gli ultimi dati Inps, a fronte di 1.324.104 nuclei che avevano percepito almeno una mensilità di Reddito o Pensione di cittadinanza nel primo semestre 2023, 695.127 sono quelli che hanno avuto accesso all’Assegno d’inclusione nello stesso periodo del 2024.