Jannik Sinner, quando l’ambizione degli avversari è perdere di misura
Troppo forte per tutti. Almeno finché è in condizioni di forma strepitosa, Jannik Sinner è l’incontrastato numero uno del mondo, al quale deve inchinarsi ogni avversario sul campo di gioco: alle Atp Finals di Torino l’altoatesino ha dato una prova di manifesta superiorità mai vista prima. Sebbene ne abbia vinti di incontri in questa stagione d’oro. L’ultima vittima è stata l’americano Taylor Fritz, sconfitto ieri sera in due set, ma con un onorevole 6-4 6-4, potremmo dire. Poteva andargli peggio. Poteva essere surclassato, come era successo in semifinale al povero Casper Ruud. A “salvare” Fritz è stato il suo servizio. Per sua sventura, o nostra fortuna (che noia le partite in cui gli scambi non possono partire), non si può battere sempre a tutta.
Alzare il livello: l’ossessione di Sinner
Ogni volta che sbaglia una battuta, o che non risolve un lungo scambio a proprio favore (poche volte, in verità, nella settimana conclusa), il campione deve rammaricarsi non poco. Perché il suo obiettivo è migliorare ancora. Sino a rasentare la perfezione. Lo ha detto chiaramente lo stesso Sinner a Torino, di voler alzare l’asticella: per questo lavora insieme allo staff che lo assiste ogni giorno. Per esprimere al meglio le proprie caratteristiche e per arricchire il suo bagaglio tecnico. Alzare il livello significa perseguire nuovi obiettivi per il 2025. Che sono una diretta conseguenza del lavoro: il principale rivale di Carlos Alcaraz (l’unico ad averlo sconfitto tre volte in questa stagione), per stessa ammissione dell’altoatesino, non aveva cominciato il 2024 con l’obiettivo specifico di vincere un grande Slam o di occupare la posizione numero 1 del ranking. Così i trionfi si materializzano senza farne una ossessione. L’unico pensiero di chi si diverte nel fare al meglio il proprio mestiere sembra essere quello di migliorare ancora.
L’anno degli 8 titoli
Settanta vittorie su 76 incontri. Due Slam (Australian Open, US Open) e tre Master 1000. È il 2024 straordinario di Sinner, dominatore del cemento, capace di adattarsi alla terra rossa. Si pensi che il tris nella stessa stagione (due titoli slam, Melbourne e New York, seguiti dal secondo torneo più importante sulla superficie veloce) era riuscito solamente a due mostri sacri, come Novak Djokovic e Roger Federer. Il tennista dei record è stato il primo italiano a conquistare le Atp Finals. Con la possibilità di ripetersi – il torneo si disputerà in Italia fino al 2030. Una gratificazione che lascia intravvedere gli altri primati da raggiungere a breve. La ciliegina sulla torta fatta appunto di 70 candeline. Ma gli anni di Jannik sono appena ventitré. L’unico dubbio che ci lascia ora: continuerà a spingere la palla a velocità supersoniche quando avrà l’età di Djokovic? Probabilmente no. Ma perché l’atleta ha una testa che funziona, oltre al fisico fuori misura, riuscirà a sopperire all’inevitabile declino con altre armi a disposizione. E il mondo del tennis lo ringrazierà ancora.