Sport

Basket B/F, la Nuovi Orizzonti nella tana di Campobasso vuole continuare la marcia

Capitan Gismondi - foto Valentina Funetta
22 Nov 2024

di Paolo Arrivo

La classifica comincia a esprimere i reali valori in campo. Ma il prossimo avversario delle ragazze di coach Caricasole, salite al terzo posto, è tutt’altro che scarsa: La Molisana Magnolia Campobasso. Si tratta del gruppo junior della compagine che gioca in serie A. La sfida di domani, pertanto, non può essere sottovalutata. Un banco di prova importante per chi è chiamato a confermare i miglioramenti evidenziati nelle ultime due gare. La Nuovi Orizzonti sta ingranando. E chiunque la affronti deve temerla o considerarla.

NUOVI ORIZZONTI, IL SECONDO SQUILLO- Bella, e soprattutto concreta: una squadra che ha ritrovato il feeling con la vittoria, il gruppo Dinamo, protagonista sabato scorso della seconda vittoria consecutiva in campionato. Il successo della Nuovi Orizzonti, ottenuto in casa sulla New Cap Marigliano per 73-62 (15-13, 37-31, 53-51), è stato largo. Al netto di un passaggio a vuoto nel terzo quarto, la Nuovi Orizzonti ha sempre condotto i giochi, sino alla zampata vincente, dimostrando carattere. Una buona prova corale condita dai canestri di Chiara Mastrototaro, top scorer dell’incontro con 21 punti, seguita in doppia cifra da Anna Maria Kolyandrova (19), Andrea Iob (11) e Nataliia Smaliuk (10). Con loro, e con il contributo delle under, Taranto può guardare con fiducia al prossimo impegno e al prosieguo del torneo di serie B femminile giunto alla settima giornata.

IL CAMPIONATO- Gli incontri del fine settimana andranno a concludere il girone di andata. Taranto, come anticipato, è salito in terza posizione, grazie alla seconda vittoria. Risultato che sarebbe già utile all’accesso ai playoff al termine di questa fase. A comandare la classifica è Catanzaro. Che è a punteggio pieno, a quota dodici, seguito dal Fasano, e nella sesta giornata ha superato proprio Campobasso aggiudicandosi poi la gara di recupero contro Marigliano. Nel prossimo turno potrà riposare conservando l’imbattibilità. Dando uno sguardo d’insieme sul campionato, c’è da segnalare la battuta di arresto della Basilia Potenza: la capolista del girone A è stata sconfitta, per la prima volta, in casa dell’Angri dopo un tempo supplementare.

BASKET GIOVANILE- Buone notizie arrivano dal gruppo under. Continuano a vincere infatti la squadra impegnata nel campionato di serie C, e le giovanissime U17, anch’esse allenate da Giulio Caricasole. La prima ha sconfitto a domicilio Monteroni, senza alcuna difficoltà. Una vittoria con quasi cinquanta punti di scarto (85-38). Trasferta positiva anche per l’under 17 che ha superato l’Invicta Brindisi per 53-61. Dalla Nuovi Orizzonti alle altre due squadre: è un altro tris vincente per la Dinamo Taranto, combinato a distanza di una sola settimana. Così, il doppio impegno di alcune under, impiegate in serie C e in B, rappresenta per loro una vetrina sempre più gratificante. L’auspicio è che si possa innescare un circolo virtuoso tra queste realtà. In termini di crescita, individuale e di squadra, oltre alla continuità di risultati.

 

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Crimini contro l'umanità

Mandato di cattura dell’Aia per Netanyahu, Gallant (Israele) e Deif (Hamas)

foto Ansa-Sir
22 Nov 2024

di Daniele Rocchi

La Corte penale internazionale dell’Aia (Cpi) ha emesso un mandato di cattura per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant e, con loro, per il capo dell’ala militare di Hamas, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri (meglio noto come Mohammed Deif). I tre giudici hanno deciso all’unanimità sulla base delle accuse di crimini contro l’umanità e crimini di guerra per Gallant e Netanyahu, mentre per Deif l’accusa è per il massacro del 7 ottobre contro Israele. La Corte sostiene “ragionevolmente fondata” l’ipotesi che Netanyahu e Gallant abbiano la responsabilità penale dei crimini di loro competenza.

foto Siciliani  Gennari-Sir

Le motivazioni della Camera rimandano ai “crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto”. La Cpi parla di “un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”. Il tribunale ha respinto l’obiezione israeliana secondo la quale la stessa Cpi non avrebbe competenza sui fatti oggetto dell’indagine. La Corte sostiene che non è necessario che Israele riconosca la sua giurisdizione. Sul tema abbiamo intervistato Vincenzo Buonomo, ordinario di diritto internazionale all’Università Lateranense.

 

Professore, come si è giunti a questa decisione della Cpi?
Il procuratore della Cpi aveva depositato lo scorso 20 maggio la richiesta dei mandati di arresto alla Corte che iniziava ad esaminare gli atti. Il 26 settembre lo Stato di Israele, che non è parte dello Statuto di Roma che istituisce la Corte, ne ha contestato la competenza a giudicare, indicando che la Cpi non può esercitare la sua giurisdizione su quanto si verifica nei territori (Gaza e Cisgiordania) dello Stato di Palestina, che invece della Corte è parte. Inoltre, Israele ha chiesto di ricevere un nuovo avviso di inizio indagini verso suoi cittadini e di bloccare ogni procedimento sui mandati di arresto. Oggi la Cpi da un lato si dichiara competente a procedere poiché i fatti contestati sono avvenuti su un territorio, la Palestina, in relazione al quale la Corte può operare; dall’altro richiama opportunamente lo Statuto di Roma in base al quale il diritto di contestare la giurisdizione della Corte non si può esercitare prima dell’emissione di un mandato d’arresto: una norma che venne inserita nel progetto dello Statuto dopo una lunga trattativa guidata dai negoziatori olandesi, nella notte del 15 luglio 1997. Anche quanto alla richiesta di una nuova comunicazione di inizio indagine, la Corte ha ritenuto operante quella emessa già nel 2021 – quindi il riferimento è a quanto si verificava da tempo sui territori palestinesi – non costatando pertanto motivi per bloccare i mandati di arresto.

La Corte sembra aver riconosciuto come crimine anche l’uso della fame, da parte dell’esercito israeliano, come strumento di guerra. È così?
La Cpi non ha fatto altro che richiamare una condotta antigiuridica che il suo Statuto fa rientrare tra i crimini contro l’umanità. Secondo l’art. 7 si tratta di quegli atti commessi “nell’ambito di un attacco esteso o sistematico contro una popolazione civile con la consapevolezza dell’attacco”. È interessante notare che svolgere attività militari impedendo l’accesso al cibo, e cioè gli alimenti come arma di guerra, rientra nello “sterminio” di un gruppo, popolo o comunità, come previsto dal diritto internazionale umanitario. E non da oggi.

Che cosa significa tutto questo in termini concreti? Cosa può succedere adesso?
Le decisioni della Cpi interessano la Comunità internazionale nel suo complesso, ponendo obblighi per gli Stati parte dello Statuto, ma imponendo anche effetti per tutti. Mi riferisco al fatto che la Cpi richiama quella “pubblica coscienza” che almeno dal 1899 – la prima conferenza mondiale per la pace – è posta a garantire anche durante un conflitto la tutela della popolazione civile e i non combattenti. Possono sembrare rilievi teorici, eppure non c’è altro modo che non sia l’educazione delle coscienze, che può porre fine alla barbarie. Le norme, i tribunali, le pene non hanno effetto se manca la coscienza delle loro necessità per garantire un ordine sociale e relazioni stabili tra gli Stati.

foto Afp-Sir

 

Il mandato di cattura è immediatamente esecutivo. Sia Netanyahu che Gallant saranno passibili di arresto se si recheranno in uno dei 124 Paesi che fanno parte della Cpi. Tra questi c’è anche l’Italia. Quanto rischiano i due leader israeliani?
Su questo aspetto rimane ancora convincimento degli Stati che i crimini commessi durante un conflitto debbano attendere la conclusione del conflitto stesso per essere giudicati. Per questo gli Stati sono restii ad attivare quella necessaria cooperazione con la Corte che – va ricordato – non ha propri strumenti per dare attuazione alle sue richieste e così avviare i processi per accertare la veridicità delle accuse. Del resto, non è così per il mandato di arresto posto dalla Cpi per Putin? E in precedenza non è stato così per l’allora Presidente del Sudan al-Bashir? Torniamo all’idea che, se nel 1998 si giunse ad istituire una Corte penale internazionale che facesse giustizia, ma in modalità permanente e non creata ad hoc a seguito di conflitti (i casi di Norimberga, Tokyo, ex-Jugoslavia, Ruanda, Cambogia…) è perché era maturata l’esigenza di una giustizia internazionale continuativa a causa delle tragedie, dei crimini di guerra, dei genocidi che si erano verificati, dal regime nazista a quello dei Khmer rossi. Oggi la coesione intorno a quell’obiettivo sembra scomparsa con gli Stati che cercano di sviare da un sentire comune. Ma se riescono a farlo in termini tecnico-giuridici, non lo possono fare in termini di lealtà e condotta. E i conflitti in atto lo stanno dimostrando.

Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha parlato di “assurda” decisione e di “giorno nero per la giustizia e per l’umanità”. Il mandato della Cpi può essere letto come una ‘vittoria’ simbolica per i palestinesi e potrebbe fare aumentare la pressione internazionale su Israele?
L’obiettivo della Corte è anzitutto di svolgere una funzione “complementare” a quella degli Stati sui quali – indipendentemente dalla loro adesione allo Statuto di Roma – è imposto dal diritto internazionale umanitario di impedire crimini durante i conflitti armati. Di qui l’obbligo di perseguire i crimini internazionali e coloro che ne sono accusati. Addirittura, secondo il principio “aut dedere aut iudicare” (sottoporre a giudizio o estradare, ndr) il diritto internazionale prevede che, se uno Stato non vuole o non può farlo, rimetta il caso ad un altro Stato, e oggi alla stessa Cpi. E poi la Corte ha una funzione deterrente, potremo dire educativa e quindi preventiva di condotte criminali. Nel perseguire i crimini internazionali, anche attraverso lo strumento processuale, l’obiettivo è l’accertamento di fatti e responsabilità, non fare dei vincitori. Sarebbe solo un modo di continuare a combattere una guerra in un’aula di tribunale. E non sarebbe giustizia.

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Diocesi

La reliquia del sangue di San Francesco a Grottaglie

22 Nov 2024

di Angelo Diofano

Nell’ottavo centenario delle stimmate di San Francesco d’Assisi, martedì 26 novembre le Sorelle Povere di Santa Chiara del monastero di Grottaglie accoglieranno la reliquia del sangue di San Francesco d’ Assisi, che nei giorni scorsi è stata nelle parrocchie di San Pasquale, a Taranto, e di Cristo Re, a Martina Franca.
L’accoglienza della reliquia costituisce un momento di grazia per Grottaglie, dove la presenza delle Sorelle Povere e dei laici francescani tiene vivo il carisma di San Francesco d’Assisi.
La reliquia è partita dal monte de La Verna dove San Francesco ricevette le stimmate nel settembre del 1224 ed è giunta nel Salento lo scorso 27 ottobre, accolta dai frati minori della Provincia ‘Assunzione della Beata Vergine Maria’ di Lecce. In queste settimane sta visitando i vari luoghi dove i frati e le Sorelle povere di Santa Chiara vivono e operano.

Questo il programma dell’evento:

Martedì 26 alle ore 17 la reliquia sarà accolta nel parlatorio del monastero grottaliese, da dove muoverà la processione, accompagnata dal canto delle litanie, verso la chiesa per la preghiera personale e la celebrazione dei vespri; alle ore 18.00 si terrà l’adorazione eucaristica cui seguirà la veglia francescana nel ricordo delle stimmate di San Francesco. I momenti di preghiera saranno presieduti da fra Giancarlo Greco, dei francescani minori.

 

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Salute

Sanità: l’emergenza si aggrava, nessuna schiarita per Neonatologia e Utin

21 Nov 2024

di Silvano Trevisani

La sanità si rivela questione centrale per il nostro paese e anche per il nostro territorio. Medici e infermieri si sono fermati in massa anche nella provincia ionica in adesione allo sciopero nazionale indetto dai loro sindacati per protestare contro la manovra finanziaria. Che non solo non stanzia risorse adeguate, ma non conferma l’impegno all’assunzione di 30.000 unità necessarie al funzionamento minimo nelle strutture sanitarie italiane. Dei quali oltre la metà specialisti. Taranto vive, in questo, un momento particolarmente difficile, con le carenze più volte lamentate e mai soddisfatte, soprattutto per i pronto soccorsi dei pochi ospedali che ancora ne dispongono e par la penuria di personale che è accentuata anche rispetto al resto della regione. Ma torna in alto mare la questione della reparto di Neonatologia e dell’Unità di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale SS. Annunziata, che può essere preso un po’ a simbolo delle criticità che si trascinano da anni senza soluzioni definitive, tanto a livello locale, più che a livello nazionale. Dopo l’intervento del presidente Emiliano, che aveva assicurato, non si sa bene su quali basi, la disponibilità a ritirare le dimissioni da parte dei cinque medici che si sono dimessi per l’impossibilità di portare avanti un reparto che ne prevede almeno quattordici, arriva la smentita.

A smentire sono gli stessi medici, per voce del dottor Giovanni Ciraci, che nei giorni scorsi aveva preannunciato la clamorosa iniziativa. Non è vero che tutto è stato risolto, nessun medico ha ritirato le dimissioni. “Non ci è stato offerto un aumento di stipendio, né tanto meno avremmo accettato”. I medici non sono stati interpellati e dell’impegno a inviare altri medici da Bari da pagare a gettone, non si veda ancora alcun atto conseguenziale. Il rischio di chiusura del reparto, quindi, resta incombente. Anche perché al concorso indetto dall’Asl di Taranto per l’assunzione di medici in reparto, si sono presentati solo pochi specializzandi, che quindi non potranno, se assunti, ruotare coi medici del reparto, ma solo affiancarli in caso di necessità. E sarebbero comunque insufficienti.

Intanto, su un altro fronte, mentre sembrano allungarsi continuamente i tempi per l’entrata in funzione dell’Ospedale “San Cataldo” (si parla del 2026, ma sono ancora molte le questioni aperte) già si comincia a trepidare anche per il futuro del “Moscati”. Che fine farà l’ospedale sul quale si è tanto investito in questi anni per il polo oncologico? È la domanda che pone il vicepresidente della commissione sanità della Regione Puglia, il consigliere Renato Perrini che ha chiesto l’audizione all’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Piemontese. Nelle scorse settimane, lo stesso Perrini, che è esponente di FdI, aveva sottolineato il problema dei parcheggi e della viabilità per l’ospedale, considerando che a fruirne sono anche pazienti provenienti da altri territori.

Intanto, sul fronte del risparmio della spesa sanitaria, si registra, oggi, solo un accordo tra le regioni Basilicata e Puglia per “calmierare” i prezzi delle prestazioni fuori regione dei pazienti locale. Si tratta di un problema di ‘bilanci’ che incide sulla tenuta dei conti ma non certa sulla qualità del servizio, né tanto meno sulle liste d’attesa, che non si sono assolutamente ridotto in questi ultimi mesi dopo i proclami del governo.

Intanto, si apprende che sono stati almeno cento gli episodi di violenza nei confronti di medici ospedalieri registrati negli ospedali della sola Puglia. A lanciare l’allarme sono le organizzazioni si categoria, che segnalano che in molti casi gli episodi non sono stati denunciati, ma che la situazione resta molto grave.

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Natale a Taranto

Santa Cecilia alla parrocchia Maria SS del Rosario di Talsano

21 Nov 2024

Dopo il successo dello scorso anno torna a Talsano la festa di Santa Cecilia al sapore di pettole e al suono delle danze di tutto il mondo. L’appuntamento con la seconda edizione di ‘Pettole e danze’ è per venerdì 22 novembre sul sagrato della chiesa della chiesa Maria SS del Rosario.

Dopo le celebrazioni religiose (ore 18 recita del santo rosario e alle 18.30 la santa messa) presiedute dal parroco don Armando Imperato ci sarà la benedizione del quadro di Santa Cecilia e dei musicisti. Successivamente intorno alle ore 19.30 sul sagrato si terrà l’esecuzione delle tradizionali pastorali” da parte della banda “Maria SS Addolorata” di Talsano.
Alle 20 ci sarà l’arrivo di Babbo Natale e Santa Cecilia con l’apertura  del mercatino in via Garibaldi, la pettolata, la castagnata: il tutto, sorseggiando un calice di ottimo vino.

Alle ore 21.15, infine, si apriranno le danze da tutto il mondo a cura dell’associazione “Itinerari e Sentieri di Danza” guidata dal maestro Gianni Labate.

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Diocesi

Sabato 23, Giornata diocesana dei giovani

21 Nov 2024

Sabato 23 novembre, dalle ore 17 alle ore 20, nella parrocchia di San Massimiliano Kolbe (quartiere Paolo VI) si terrà la Giornata diocesana dei giovani.

Il tema voluto dal Santo padre per l’evento è tratto dal Libro del profeta Isaia (40,31): “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi”, in preparazione al grande Giubileo che la Chiesa vivrà nei prossimi mesi.

Il servizio diocesano per la pastorale giovanile (diretto da don Francesco Maranò) proporrà a tutti i ragazzi (12-17), ai giovani (17-35) e ai loro educatori un intenso pomeriggio di animazione, gioco e attività Questo il programma: ore 17.00,  arrivi, accoglienza e animazione musicale; ore 17.30, percorso a stand sul tema della speranza (Ascoltare la speranza, costruire la speranza; incarnare la speranza; incontrare la speranza. Alle ore 18.45, accoglienza dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero;  ore 19.00, veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo; ore 20.00, conclusione e saluti.

Sarà possibile parcheggiare le auto in via De Gasperi (nei pressi del Parco del mirto) e lungo corso Buozzi.

Per partecipare all’evento è necessario effettuare l’iscrizione per gruppo, registrandosi tramite il qr-code riportato sulla locandina, esposta in tutte le parrocchie (e in calce a quest’articolo).

 

 

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Violenza sui bambini

Save the Children: “Circa un miliardo di minori in tutto il mondo ogni anno è colpito dalla violenza”

foto Ansa-Sir
21 Nov 2024

“Circa un miliardo di minori in tutto il mondo ogni anno è colpito dalla violenza – tra cui l’abuso fisico, sessuale, emotivo e l’abbandono – con conseguenze di vasta portata che possono persistere fino all’età adulta, come il rischio di problemi di salute mentale e sociali”. Lo ricorda, in una nota, Save the Children, snocciolando anche altri dati: “Quasi un bambino su cinque (in totale 473 milioni di bambini) nel 2023 viveva in una zona di guerra con una media di 31 bambini mutilati o uccisi ogni giorno e uno su 50 è costretto a fuggire, il doppio rispetto a dieci anni fa. Nel mondo nel 2023, sono nati più di 17.6 milioni di bambini destinati a soffrire la fame, un quinto in più rispetto al 2013, pari a 33 bambini affamati ogni minuto, 1 ogni 2 secondi. Inoltre, quest’anno 300 milioni di bambini e adolescenti – 1 su 8 a livello globale – hanno subito i 10 maggiori eventi meteorologici estremi, che ogni anno interrompono l’apprendimento di circa 40 milioni di minori”. In Italia “sono 1 milione 295mila i minori in povertà assoluta, con un’incidenza pari al 13,8% del totale, circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni”.


“A 100 anni dall’adozione a Ginevra della Dichiarazione dei diritti del fanciullo da parte della Società delle Nazioni, antesignana delle Nazioni unite, nonostante i grandi progressi compiuti nell’ultimo secolo, ancora oggi assistiamo a continue violazioni dei diritti dei minori, mentre le disuguaglianze aumentano”, afferma Save the Children, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si è celebrata in tutto il mondo il 20 novembre.
Fu proprio la fondatrice di Save the Children, Eglantyne Jebb, a redigere questo innovativo documento nel quale si affermava per la prima volta l’esistenza di diritti specifici per i più piccoli, da quello all’istruzione, alla protezione, al cibo e alla sicurezza dallo sfruttamento.
Il documento, in cui si affermava che “l’umanità deve al bambino il meglio che ha da dare”, è diventato il precursore della Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989, il trattato sui diritti umani più ampiamente approvato nella storia, di cui quest’anno ricorre il 35° anniversario.

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Rigenerazione sociale

Carceri minorili: l’impegno di imprese, Terzo settore e Chiesa

foto Marco Calvarese-Sir
21 Nov 2024

di Filippo Passantino

L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio: “Entro dicembre entreranno in servizio 354 funzionari pedagogici e 450 addetti ai servizi sociali”. Il sottosegretario, Andrea Ostellari, spiega la ‘ratio’ di questa scelta: investire sulle persone che possano sostenere i minori negli ipm. Si tratta di “ruoli fondamentali per cercare di ridare dignità ai ragazzi”. “Il funzionario pedagogico li sostiene in percorsi di recupero – osserva -. Assieme alla polizia penitenziaria devono alimentare la speranza”. Perché “il nostro ordinamento determina di tenerla accesa attraverso strumenti riabilitativi. E noi lo facciamo con la formazione e il lavoro, con le persone che ci accompagnano nel circuito carcerario, assieme al Terzo settore, alle imprese e la Chiesa”. E gli attori di questi tre ambiti si sono ritrovati a dialogare con alcuni esponenti del governo nel confronto sul loro ruolo “a supporto della riabilitazione dei giovani negli istituti minorili”, promosso dall’Ambasciata d’Italia nella Santa Sede in collaborazione Eni Foundation.

La voce delle imprese è utile nel “costruire reti”, “intercettandole, attraverso il potenziamento delle infrastrutture istituzionali, che sono di solito quelle dei ministeri della Salute.
Per il Terzo settore la voce è quella di Lucia Ercoli, presidente dell’Associazione Fonte d’Ismaele OdV, che con il supporto di un atelier d’arte ha realizzato un laboratori di mosaico. Un manufatto è stato allestito e installato nel sottopasso che congiunge Tor Bella Monaca a via Casilina, a Roma: 350 bambini di 40 nazionalità hanno lavorato insieme con il coinvolgimento dei genitori. Nel loro mosaico hanno disegnato il loro quartiere, Tor Bella Monaca – periferie est della Capitale – nella prospettiva della città ideale. Hanno partecipato anche minori del dipartimento per la messa alla prova. “Quello più violento per i suoi metodi ha riconosciuto col suo gergale di aver collaborato a qualcosa di bello per cui vale la pena cambiare”, racconta Ercoli. L’impegno della Chiesa ha il volto e le mani di don Raffaele Palmisano, che dal 2008 ha avviato l’esperienza della comunità canonica solidale per “fare sentire che l’accoglienza è gratuita: perché i ragazzi non sono accolti come utenti ma come ospiti”. “Infatti, la casa si gestisce assieme e si fanno i progetti per il futuro”. “Se stiamo attenti alla prevenzione cercando di offrire opportunità ai giovani, possiamo costruire una società solidale – dice l’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli -. Il papa ci ricorda sempre che solidarietà e solidità vanno sempre assieme”. “Per cui quanto più noi cerchiamo di mettere assieme le forze per far fronte a questa emergenza educativa tanto più noi costruiamo una società che abbia un futuro, una società solida”.

Infine, l’impegno del governo, nei numeri snocciolati dal viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci: “Sono stati stanziati 250 milioni di euro come risorse straordinarie per le comunità per l’infanzia e l’adolescenza nei luoghi dove la violenza è più alta, nell’ottica di una alleanza tra lo Stato e il privato sociale. Oltre 300 milioni per il potenziamento dei servizi sociali e delle equipe multi-disciplinari con psicologi, pedagogisti, funzionari pedagogici. Per i minori che entrano nelle maglie di criminalità e strutture detentive una dote di 29 milioni per la loro autonomia. Così i ragazzi dai 14 anni che si trovano in comunità possono vedere riconosciuti fino a 10mila euro per avviare il loro percorso di recupero nella vita”.

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Diseguaglianze territoriali

Con la legge sull’Autonomia differenziata “curarsi per tanti diventerebbe quasi impossibile”

A confermarlo è don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della Salute della Cei

21 Nov 2024

Don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della Salute della Cei, ha messo l’accento sull’importanza “di fare squadre da parte dell’intera sanità cattolica”, invitando “tutti i soggetti in campo ad unirsi, a superare eventuali forme di isolamento”, durante l’assemblea generale dell’Aris, l’Associazione religiosa istituti socio-sanitari, svoltasi per la conclusione delle celebrazioni del sessantesimo anniversario della fondazione.
Don Massimo  ha espresso la consapevolezza che “solo procedendo insieme e con spirito di unità, la sanità cattolica non profit convenzionata può far sentire il suo peso senza forme di soggezione”. Da parte sua è arrivato anche un forte richiamo “all’esigenza che anche da parte della sanità cattolica si metta in pratica una vera e propria lotta agli sprechi, varando buoni bilanci, con attenzione sia dal punto di vista farmacologico che sanitario”.

Don Massimo Angelelli – foto Gennari Siciliani-Sir

Parole di critiche, inoltre, don Angelelli ha riservato anche alla legge sull’Autonomia differenziata “in gran parte respinta dalla Consulta con 7 profili bocciati e altri 5 messi in osservazione”. Una legge che “così come è stata concepita spaccherebbe l’Italia in tre aree contrapposte, con le regioni del sud sempre più povere, dove curarsi per gran parte della popolazione diventerebbe quasi impossibile, come non a caso – ha ricordato – anche la Cei ha avvertito in documento del 22 aprile scorso”. “Sarebbe molto meglio – ha concluso Angelelli – che piuttosto si approvasse una legge sulla solidarietà differenziata, nel senso che si deve soccorrere prima di tutti chi ha più bisogno”.

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Solidarietà

L’arcivescovo Ciro Miniero con i volontari della Colletta alimentare

foto G. Leva
21 Nov 2024

La Colletta alimentare è una vera e propria festa del dono dove ogni contributo, piccolo o grande, diventa segno di solidarietà concreta che unisce le persone e rafforza il senso di comunità. La Fondazione Banco alimentare ha aderito alla Giornata dei poveri, seguendo il messaggio di papa Francesco che invita ad aprire il cuore e le mani  per accogliere e condividere, riconoscendo nei più fragili un bisogno che interpella ciascuno di noi.
Nel corso della giornata i supermercati e i centri dI raccolta e stoccaggio si sono trasformati in luoghi di speranza e condivisione animati da migliaia di volontari: tra questi, tantissimi giovani e studenti che hanno vissuto un’esperienza preziosa per crescere come cittadini responsabili, capaci di fare la differenza per il bene comune.
Tra i tanti donatori, anche i detenuti di 40 istituti penitenziari in tutta Italia, a testimonianza che nessuno è tanto povero da non poter donare o troppo ricco per non aver bisogno di ricevere: un gesto di condivisIone è sempre possibile, così come testimoniato dalla presenza dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero al centro raccolta a ‘Porte dello Jonio’.
I prodotti affluiti al centro regionale di San Giorgio Jonico saranno distribuiti nelle prossime settimane alle 47mila persone in difficoltà assistite dal Banco alimentare della Puglia.
La Colletta Alimentare continua on line fino al 10 dicembre su alcune piattaforme dedicate: per conoscere le modalità di acquisto dei prodotti, consultare il sito colletta.bancoalimentare.it.

La Colletta Alimentare è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione di Federazione nazionale italiana Società di San Vincenzo De Paoli Odv, Cdo Opere sociali, Esercito, Aeronautica Militare, Associazione nazionale alpini, Associazione nazionale bersaglieri, Lions Club International. Main sponsor: UnipolSai Assicurazioni, Eni, Cucki, Pwc in Italia, Coca-Cola. Partner istituzionale: Intesa San Paolo. Partner logistico: Amazon, Poste Italiane, Number 1 Logistics Club.

 

 

 

 

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Archeologia

Per Santa Cecilia il Museo nazionale propone visite tematiche dedicate alla musica

20 Nov 2024

Il 22 novembre, data consacrata a Santa Cecilia, segna per Taranto uno dei periodi più belli dell’anno, quello del Natale. Che per i tarantini comincia anzitempo proprio con il suono delle pastorali e l’odore delle “pettole”. Ebbene, anche il Museo archeologico nazionale di Taranto, apre le sue porte, per Santa Lucia, a visite tematiche che si svolgono appunto nel solco di Euterpe, musa della musica e della poesia lirica.

Abbiamo un’importante collezione di reperti riferibili a questa antica arte, agli strumenti e ai rituali che proprio dalla musica venivano accompagnati – afferma la direttrice del MArTA, Stella Falzone – ed esattamente come per il filosofo peripatetico Aristosseno di Taranto, continuiamo ad alimentare il ruolo etico e altamente culturale della musica”.

In occasione del 22 novembre si potranno visitare i due piani delle collezioni permanenti, il nuovo allestimento che al primo piano del MArTA ospita il reperto originale della LEX MUNICIPII, proveniente dal MANN, la mostra “In the name of Mother’s” di Paolo Troilo (nell’area delle esposizioni temporanee) e alle 17 e alle 18 partecipare a un percorso di approfondimento della durata di circa trenta minuti, dedicato alle opere a soggetto religioso della Collezione Ricciardi.

Tra le opere donate al museo pubblico di Taranto nel 1908 dall’allora monsignor Giuseppe Ricciardi vi è il famoso dipinto seicentesco di Santa Cecilia che suona l’organo.

L’attività sarà compresa nel costo d’ingresso per il Museo di 10 euro, salvo le gratuità o le riduzioni previste dalla legge e dalle convenzioni. La prenotazione (obbligatoria) dovrà essere effettuata al numero 099 4532112 sino ad esaurimento dei posti disponibili.

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