Asili nidi restano i “no” alle privatizzazioni, per la Multiservizi indetto un nuovo appalto
Per asili nido e lavoratori degli appalti comunali la situazione resta confusa. Anche gli incontri tra sindaco e organizzazioni sindacali, al di là dell’impegno di rivedersi il prossimo 5 febbraio e approfondire le questioni, non ha sortito se non ipotesi operative, tutte da vagliare.
Appalto
Diciamo subito che le aziende dell’appalto, le prospettive per Multiservizi sono sostanzialmente quelle di andare verso una riduzione condivisa del numero dei lavoratori, facendo ricorso agli strumenti disponibili ma precisando gli ambiti di interesse comunale. Dopo la proroga dell’appalto fino al prossimo 31 marzo, adesso l’Amministrazione procederà all’impiego delle ulteriori risorse economiche allocate su apposito capitolo di spesa. “Coordinando – si legge in una nota – l’organizzazione dei servizi attraverso l’utilizzo di tutta la residua “platea storica” dei lavoratori e tutto questo nel modo più virtuoso possibile e in aderenza ai principi di buon andamento, efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa”.
Resta per il momento priva di una seria prospettiva, invece, la situazione dei circa 90 lavoratori della “Green Passage”, che raccoglie la controversa eredità di Isolaverde. L’incontro, convocato a Bari presso la task force per l’occupazione, non si è svolto per l’assenza dell’amministrazione comunale.
Asili nido
Per quanto riguarda, invece, gli asili nido, che sono il fronte più caldo per la netta opposizione di lavoratori e sindacati alla privatizzazione, all’indomani dell’incontro s Palazzo di città, riemergono con maggiore chiarezza le opposizioni nette di quasi tutte le organizzazioni sindacali. Anche alle ipotesi ventilate di parziale, temporanea, privatizzazione di una parte degli asili nido. Posizione che registra una certa apertura solo da parte della Uil Flp. Mentre Cgil e Cisl funzione pubblica ribadiscono la propria posizione. Come fa, con toni ancora più netti e risoluti, anche l’Usb.
Ricordiamo che, nell’incontro svoltosi in municipio, il sindaco Melucci ha ribadito che “l’esternalizzazione del servizio si rende necessaria per salvaguardare i posti di lavoro della piattaforma Multiservizi”.
In sede di discussione, Melucci ha sottolineato che “esistono coperture sufficienti per l’anno in corso” e che “l’amministrazione è disponibile a procedere ad un’organizzazione mista pubblica-privata. Fatti salvi gli attuali equilibrio di bilancio e le disposizioni di legge, a patto che la tutela dei posti di lavoro resti prioritaria”.
“Fra le proposte formulate – si legge nel comunicato conclusivo – spicca quella di valutare quanti asili possano restare pubblici senza procedere alla loro completa esternalizzazione. A tal proposito, si valuta la possibilità di formare e valorizzare il personale in altre mansioni, oltre alla clausola sociale per i lavoratori degli appalti”.
Le posizioni
Ma, concluso l’incontro, le posizioni dei sindacati vengono nuovamente precisate. Cgil e Cisl Funzione pubblica, che prendono le distanze da altre posizioni (leggi Uil), dopo aver sottolineato di essere stati coinvolti in ritardo e solo dopo l’approvazione del Dup, ribadiscono che “gli asili pubblici restano l’unica soluzione possibile. Ma possiamo certamente lavorare affinché si acceda ad altri capitoli di finanziamento per finanziare un servizio che, secondo noi, rappresenta un’eccellenza del servizio pubblico locale.” In vista della prossima riunione, inoltre, chiedono “un’informativa dettagliata sulle ipotesi in campo, sui costi e sul servizio reso”.
La Uil, da parte sue, rilancia la propria proposta, che prevede, tra l’altro di “esaminare l’eventualità di avviare, su base sperimentale, per un anno, l’esternalizzazione di alcune strutture asilari, chiedendo quanti asili potrebbero rimanere sotto gestione pubblica. Garantire che, durante l’anno di sperimentazione, il personale educativo sia ricollocato negli uffici, senza modifiche al profilo professionale. Questo al fine di garantirne una sistemazione stabile e definitiva una volta terminata la sperimentazione”.
Netta la contrarietà dell’Usb che chiede la evoca della delibera consiliare che esternalizza la gestione. “Siamo convinti che gli equilibri del bilancio comunale non possano essere ricercati a danno delle condizioni di vita e di lavoro, spesso già precarie, delle lavoratrici e dei lavoratori del servizio educativo pubblico. Pensiamo invece che sia necessario rilanciare la dimensione pubblica dei servizi all’infanzia. A partire dall’ assunzione delle educatrici idonee e ancora in attesa di occupazione all’esito dell’avviso pubblico finanziato con i Fondi di coesione. E ancheattraverso l’utilizzo delle ingenti risorse trasferite dallo Stato ai Comuni attraverso il Fondo di solidarietà per l’ampliamento e la gestione degli asili nido e che tutt’oggi risultano solo parzialmente spesi dall’Amministrazione Melucci”.