Sabato 18, a San Giorgio, i funerali di mons. Pierino Galeone
“Nella certezza della beata Risurrezione annuncio che oggi, martedì 14 gennaio 2025, alle ore 4.37, l’amore del Padre Celeste ha chiamato a celebrare la liturgia del Cielo il nostro amatissimo Padre Fondatore, mons. Pierino Galeone. Ha donato il suo amore di Padre a ciascuno dei suoi figli fino all’ultimo momento di questa vita terrena. Il transito è avvenuto nella Casa Santa Chiara in San Giorgio Jonico. La camera ardente sarà aperta dalle ore 12 di oggi nella Chiesa Madre Santa Maria del Popolo”: così don Giuseppe Carrieri, moderatore dell’istituto ‘Servi della Sofferenza’, ha dato l’annuncio della scomparsa di mons. Pierino Galeone, che proprio in questi giorni, esattamente il 21 gennaio, avrebbe compiuto 98 anni.
Nato a San Giorgio Jonico il 21 gennaio 1927 da Ciro e Grazia Perrucci, genitori di provata fede cattolica ed assidua pratica religiosa, don Pierino fu battezzato in Chiesa Madre il 24 aprile dello stesso anno. A cinque anni si accostò alla Prima Comunione e a sei ricevette la Cresima. Il sereno clima familiare e la sincera educazione cristiana, nutrita di opere buone e di preghiera, favorirono rapidamente la presa di coscienza della sua vocazione sacerdotale. A dieci anni entrò nel seminario minore di Taranto e a quindici in quello regionale di Molfetta. In quel periodo una grave malattia compromise seriamente la sua salute, tanto da fargli decidere nel luglio 1947 di recarsi da Padre Pio per ottenere la guarigione. Racconta nella biografia del Santo: “Egli, con poche parole, ma con tanti fatti mi lasciava intendere quanto amore avesse per me. Mi sembrò di capire che già mi conoscesse e mi attendesse”. Il giovane recuperò subito la salute, incoraggiato dallo Stimmatizzato del Gargano nel cammino vocazionale. Il 2 luglio 1950 fu ordinato sacerdote. Iniziò il suo ministero pastorale come parroco in Santa Maria del Popolo il 9 ottobre 1955. Attualmente ricopriva l’incarico di parroco moderatore.
L’esperienza diretta e frequente con Padre Pio da Pietrelcina spinse il postulatore a chiedere la deposizione del sacerdote sangiorgese al processo diocesano di beatificazione. Questo eccezionale rapporto filiale è narrato nella sua pubblicazione ‘Padre Pio, mio padre’, che si ispira ampiamente proprio a quella testimonianza, consentendo al lettore di scorgere gli aspetti più intimi della vita di San Pio vissuti nella quotidianità e nella semplicità.
L’apostolato di don Pierino fu sempre rivolto all’attenta cura delle anime a lui affidate, soprattutto dei giovani, attraverso la direzione spirituale, l’attenzione alle vocazioni sacerdotali, l’assistenza alle organizzazioni laicali, la carità verso gli ammalati e i poveri. In questo contesto apostolico vanno collocate le origini dell’istituto ‘Servi della Sofferenza’ da lui fondato.
Diversi i fattori che contribuirono alla maturazione del progetto di fondazione di una nuova Famiglia spirituale: il ministero della predicazione e della direzione spirituale verso giovani aperti alla chiamata del Signore, la profonda attrazione verso la spiritualità di Padre Pio e l’incoraggiamento dei suoi vescovi. Non pochi sono i sacerdoti dei ‘Servi della Sofferenza’ posti a guida di parrocchie della diocesi o espletando altri ministeri pastorali, che si distinguono per obbedienza e santità di vita e a loro volta impegnati a far emergere chiamate al presbiterato.
La sua spiritualità fu simile a quella del suo maestro, Padre Pio da Pietrelcina. La preghiera scandiva costantemente le sue giornate. Grande era la sua filiale devozione alla Madonna, umile e instancabile, ha donato a tutti il dono della sua parola, efficace per comunicare Cristo Gesù. Spinto dal suo ardore apostolico, don Pierino viaggiò di frequente, recandosi anche in nazioni lontane per annunciare la ricchezza e l’efficacia del carisma dei ‘Servi della Sofferenza’. Molti, fino a quando è stato possibile, hanno continuato a giungere da lui, anche da altre città, per un discernimento sul proprio cammino di vita attraverso il sacramento della Riconciliazione, da lui amministrato con grande cura e profitto spirituale.
Fra gli ultimi episodi della sua esistenza, la visita nell’Istituto dell’argenteo simulacro di San Cataldo, nel corso della peregrinatio nel maggio dello scorso anno, da lui accolta con grande commozione, al termine della quale volle impartire ai presenti, con il reliquiario, la solenne benedizione.
Il rito funebre si terrà sabato alle ore 10 in piazza San Giorgio e sarà presieduto dall’arcivescovo, mons. Ciro Miniero.