I cristiani, anima del mondo
Proseguono le attività pastorali avviate dall’ufficio diocesano Cultura per l’anno 2024-2025 e, in particolare, il corso di formazione sul tema: “I cristiani nel mondo, pellegrini di speranza”.
Si è svolto martedì pomeriggio 14 gennaio, nella parrocchia S. Roberto Bellarmino, il secondo appuntamento intitolato “I cristiani, anima del mondo”. Gli incontri sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal prof. Lino Prenna, docente universitario.
Peregrinantes in spem
Il prof. Prenna ha esordito partendo da un’espressione latina: “La traduzione latina di pellegrini di speranza è molto più significativa: peregrinantes in spem. L’avverbio in regge l’accusativo e, allora, non è un complemento di stato in luogo, ma è un complemento di moto a luogo. Indica la tensione, il movimento, la dinamica dello spirito verso la speranza”. Subito dopo, il relatore ha aggiunto che la speranza deve essere coltivata e alimentata costantemente, durante tutto l’arco della vita dei cristiani.
La storia della Lettera a Diogneto
Il prof. Prenna ha, dunque, ripercorso la storia della Lettera a Diogneto ricordando che: “A Costantinopoli, nel 1436, un giovane umanista italiano capita in una pescheria e trova un manoscritto di 260 pagine, con alcune opere apologetiche (di difesa del cristianesimo) e una di queste è la Lettera a Diogneto. La prima edizione è del 1592. Era un manoscritto destinato ad avvolgere il pesce per venderlo e, fortunatamente, questo giovane umanista lo ha sottratto alla distruzione. È una sorta di momento provvidenziale, che ci ha consegnato uno dei testi più densi della letteratura cristiana antica. Diogneto è un personaggio probabilmente esistito e alcuni studiosi pensano che il riferimento sia a Marco Aurelio, il quale aveva Diogneto tra i suoi nomi. Altri hanno pensato a un console di Alessandria e altri ancora hanno fatto altre supposizioni. Di sicuro ci si riferisce a un pagano, che si interroga sul modo di vivere dei cristiani”.
La struttura della lettera
Soffermandosi sulla struttura del testo, il prof. Prenna ha aggiunto: “La lettera è articolata in due parti. La pars destruens è rivolta al paganesimo e cerca di spiegare perché i cristiani non adorano gli dèi pagani, andando contro l’idolatria, ma è anche rivolta al mondo ebraico e fa capire che il cristianesimo è il superamento dell’ebraismo, anzi è il perfezionamento dell’ebraismo. La pars construens dice in cosa i cristiani credono e, nei capitoli quinto e sesto, parla dei cristiani nel mondo”.
L’identità cristiana: un’identità in tensione
Dopo aver ricordato alcuni punti centrali del pensiero di papa Francesco, il prof. Prenna si è soffermato sui concetti di identità cristiana in tensione e di categorie antinomiche oppositive, così come presentati dal pontefice. Si è ricordato che: “Per Bergoglio, il concetto di tensione indica sempre una bipolarità, che definisce se stessa e che deve risolversi, non in una sintesi (mettere insieme le due cose) e neppure nell’annullamento di un polo nell’altro (escludere una delle due cose), ma deve risolversi su un piano superiore, in cui restano attive le virtualità degli elementi propri di ciascuna polarità in tensione. La tensione rimane, si tratta della dinamica di procedere andando oltre continuamente. Le categorie antinomiche oppositive che Bergoglio prende da Guardini e rielabora sono: identità/ diversità, convergenza/ divergenza, conformità/ difformità, afferenza/ differenza”.
Le polarità nella Lettera a Diogneto
L’ultima parte dell’intervento del relatore ha sintetizzato i contenuti del quinto e del sesto capitolo della Lettera a Diogneto. Infatti, dopo aver letto alcuni estratti della Lettera, ha affermato che: “Bergoglio vede nei capitoli quinto e sesto della Lettera a Diogneto una continua enunciazione di polarità oppositive. Le polarità si possono ridurre a: terra/ cielo, materiale/ spirituale, immanenza o incarnazione/ trascendenza, azione/ contemplazione. Ai nostri giorni è un tema molto attuale, perché le società moderne, come esito della contemporaneità, si caratterizzano per una pluralità e una molteplice diversità di pensiero e religione. Il cristiano è la provocazione a confrontare la sua identità con queste diversità, non per contrastarle, ma per alimentare la sua tensione e permettere di risolvere su un piano superiore questo rapporto, non annullando la sua diversità e non assorbendo quella degli altri”.
Il prossimo incontro
Il prof. Prenna ha concluso annunciando che il prossimo incontro del corso di formazione tratterà il tema: “La remissione dei debiti, per la pace nel mondo”.
L’appuntamento è per il 18 febbraio, con inizio alle ore 18 e ingresso da via San Roberto Bellarmino.
Per qualunque ulteriore informazione si rimanda al sito dell’ufficio di pastorale della Cultura: http://cultura.diocesi.taranto.it/.