DigitOratorio: la sfida dell’era digitale
Se ne è parlato nell’incontro formativo a cura del Comitato zonale dell’Anspi, con la guida del formatore regionale, Alessio Perniola
Immaginiamo un luogo in cui tecnologia e tradizione si incontrano, dove si possono scoprire nuovi mondi, imparare a comunicare davvero e crescere senza perdere di vista chi si è davvero. Questo luogo esiste: è l’oratorio, ma con un tocco in più, quello digitale.
Durante l’incontro formativo ‘DigitOratorio’, che si è svolto nel seminario di Poggio Galeso a Taranto sabato 11, il Comitato zonale dell’Anspi, con la guida del formatore regionale Anspi, Alessio Perniola, ha esplorato come gli oratori, luoghi da sempre dedicati alla crescita delle giovani generazioni, possono evolversi per rispondere alle esigenze del mondo contemporaneo senza perdere la loro essenza educativa.
Oggi, il mondo digitale è ovunque. Dai video su TikTok ai meme su Instagram, dalla musica su Spotify ai giochi online con gli amici, il digitale fa parte della vita. Ma ci siamo mai chiesti cosa significa davvero? E soprattutto, come usarlo per crescere e non per restare intrappolati? La bellezza di un Oratorio aperto al mondo digitale sta proprio nella sua capacità di mantenere viva l’autenticità e il rispetto della diversità. È proprio questa la magia dell’oratorio.
In un corso di danza o in una squadra di calcio si trovano sempre persone con le nostre stesse passioni. All’oratorio, invece, si trovano persone che non sceglieremmo mai come amici, ma che finiscono per insegnarci qualcosa di speciale. Questo spazio non è giudicante, ma accogliente: è il posto ideale per provare, sperimentare, sbagliare e riprovare fino a trovare la propria strada. L’oratorio è paragonabile a una piattaforma in cui si possono caricare i lavori, ricevere feedback e confrontarsi con altri ragazzi che condividono le stesse passioni, si può partecipare a workshop dove esperti aiutano a migliorare le competenze o unirsi a gruppi creativi per lavorare insieme su progetti che lasciano il segno.
Ma ora arriva la sfida. Il rischio più grande del restare inchiodati davanti a uno schermo è proprio l’isolamento. Il DigitOratorio vuole rompere questo ciclo. Qui non si è spettatori passivi ma partecipanti attivi. Le attività proposte incoraggiano a uscire dalla comfort zone digitale, a interagire con altri giovani e a creare legami autentici. È un antidoto all’isolamento, un luogo dove sentirsi visti e ascoltati.
Ecco allora la sfida: usare la tecnologia non solo per guardare o scorrere, ma per creare. Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia è diventata parte integrante delle nostre vite. Ogni giorno, milioni di giovani trascorrono ore davanti agli schermi, immersi in un flusso infinito di contenuti: foto, video, meme, storie, reel. Ma c’è una differenza sostanziale tra consumare e creare, tra essere spettatori e diventare protagonisti. Ed è qui che si gioca una delle sfide più importanti: la tecnologia, se usata nel modo giusto, è uno strumento incredibile per dare forma alla creatività. Può trasformare una semplice idea in un progetto che raggiunge persone lontane, ispirarne altri, far nascere una nuova passione.
Il DigitOratorio è proprio questo: un luogo dove la tecnologia non è una scusa per isolarsi, ma un’occasione per costruire relazioni vere e crescere. È il futuro, ma con radici solide. Perché alla fine, anche nell’era digitale, quello che conta davvero sono le persone, il divertimento e l’amore che si impara a condividere.
Allora, pronti a vivere l’oratorio anche nel mondo digitale? Non è solo una domanda da cliccare, ma una sfida da accettare. Portiamo la nostra energia, il nostro talento e la nostra voglia di fare. Non lasciamo che il digitale ci allontani dalle emozioni autentiche! Usiamolo per costruire qualcosa di bello all’interno del cortile del nostro oratorio.
La partita è appena iniziata. Da che parte vogliamo stare?