Palude La vela non più contaminata sarà restituita ma a certe condizioni

La Palude La vela, riserva naturale regionale affacciata sul secondo seno del Mar Piccolo, chiusa al pubblico per la contaminazione de idrocarburi, dovrebbe presto essere riconsegnata alla città. Lo rende noto il Comune che, a sua volta, riprende una comunicazione del ministero dell’Ambiente con cui viene notificata la conclusione positiva dell’iter che doveva accertare lo stato di contaminazione.
Si tratterà, ora, di completare prima la fase burocratica prescrittiva, e poi, ed è l’impegno in un certo senso più importante, di implementare la vegetazione, dal momento che la pineta è stata completamente distrutta il 4 luglio 2017. Incendio che contaminò anche il vicino Deposito dell’Aeronautica militare.
Lo scorso 29 gennaio si era svolto, in prefettura, il tavolo di confronto nel quale l’assessore all’Ambiente, Stefania Fornaro, su delega di Melucci, aveva portato all’attenzione del viceministro Vannia Gava e di tutti i presenti l’importanza di riconsegnare del sito, dal momento che la conferenza di servizi decisoria, indetta a giugno, era alle battute finali.
“La comunicazione del ministero – spiega il Comune – prevede la decorrenza di dieci giorni per l’emanazione del decreto definitivo con cui si adotta la determinazione motivata di conclusione positiva della Conferenza di servizi. Trascorso il termine indicato ed emanato il decreto definitivo verranno attuate le prescrizioni ambientali determinanti ai fini della riapertura”.
“Riteniamo che, considerate anche le prescrizioni, potremo riaprire la “Palude la Vela” già nei prossimi mesi riconsegnando alla cittadinanza questo magnifico gioiello” sostiene l’assessora Stefania Fornaro. La nota del sindaco ricorda che la “Palude la vela” si caratterizza per le molte specie vegetali presenti tra le quali il vasto salicorneto, piante tipiche della macchia mediterranea e le molte orchidee spontanee.
Come abbiamo però già sottolineato, la flora della Palude dovrà essere pazientemente ripristinata dopo l’incendio e dopo che una superficiale pulizia aveva raso al suolo le piantine di pino d’Aleppo che stavano ricrescendo spontaneamente.
Ricordiamo che il progetto di realizzazione dell’oasi naturalistica era stato presentato nel lontano 1988 dal noto agronomo e naturalista Vito Crisanti, nella sua veste di presidente del WWF. Il progetto era stato poi fatto proprio dalla Regione Puglia che di istituì la riserva regionale nel 2006, successivamente passata al Comune. Crisanti è stato, per alcuni, direttore della Palude La vela, e successivamente è stato anche il progettista del Parco del Mar Piccolo, la cui istituzione si dive pure alla Regione Puglia (con Gianni Liviano) che, però, ancora non riesce a insediare gli organi di gestione.
“La vegetazione – ci spiega Crisanti, al quale ci siamo rivolti – va nuovamente implementata. A partire dai pini che, dopo l’incendio, per via dell’inseminazione spontanea procurata dalla dilatazione delle pigne, stavano rinascendo. Gli interventi di manutenzione, poco accorti, hanno provocato il taglio di tutte le piantine. Cosa diversa, per fortuna, è per la macchia mediterranea che si lentamente riprende dalle sue stesse radici in profondità”.
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