Energia e Casa comune: a Napoli, efficienza e comunità al centro del progetto

L’arcidiocesi di Napoli sta svolgendo un ruolo di primo piano nella gestione sostenibile delle risorse energetiche attraverso la sua partecipazione al progetto ‘Energie per la Casa comune’, un’iniziativa che si inserisce nel quadro della campagna nazionale di informazione e formazione sull’efficienza energetica ‘Italia in classe A’, in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana e con il coinvolgimento di dieci diocesi e nove agenzie energetiche locali. Il progetto, finanziato dal Ministero dell’ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) e attuato dall’Enea, rappresenta un passo avanti nella promozione dell’efficienza energetica e nel contenimento dei consumi all’interno delle strutture ecclesiastiche. La sua realizzazione vede la collaborazione di diversi enti e istituzioni, ciascuno con un ruolo specifico e complementare.
L’Enea ha affidato l’attuazione del progetto pilota a Renael (Rete nazionale delle agenzie energetiche locali), che sta coordinando le attività a livello nazionale. A livello locale, un ruolo chiave è svolto dall’Anea (Agenzia napoletana per l’energia e l’ambiente), che opera nella città metropolitana di Napoli e sta guidando la diocesi nella raccolta dei dati, fornendo al contempo supporto tecnico.
In particolare, l’agenzia sta effettuando la diagnosi energetica degli edifici selezionati, elaborando i dati raccolti e producendo report dettagliati sulla situazione energetica delle strutture. Inoltre, affianca la diocesi nell’organizzazione di eventi di sensibilizzazione e formazione sui temi dell’efficienza energetica.
L’arcidiocesi di Napoli ha un ruolo attivo e ben definito nel progetto, coordinato dall’economo Davide De Rosa e dall’ingegnere Carmine Gravino. Sono stati identificati tre edifici particolarmente energivori – il Seminario maggiore, il Calasanzio e la Facoltà teologica – e si è proceduto con la raccolta e la fornitura di dati essenziali per le diagnosi energetiche. Questi comprendono planimetrie, documenti catastali, bollette energetiche degli ultimi tre anni, libretti degli impianti termici e di climatizzazione, nonché informazioni su eventuali interventi di manutenzione straordinaria effettuati sugli immobili. Un aspetto significativo dell’impegno diocesano riguarda l’attività di sensibilizzazione in corso.
foto diocesi di Napoli
La diocesi sta organizzando incontri formativi rivolti al clero e ai tecnici diocesani, promuovendo una maggiore consapevolezza sull’importanza dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale. In questo contesto si inserisce anche il lavoro del gruppo dedicato alle comunità energetiche, che porta avanti una duplice missione: promuovere il risparmio energetico e sviluppare soluzioni per fornire energia alle famiglie più bisognose.
Il progetto ‘Energie per la Casa comune’ riconosce che l’energia è un bene prezioso, particolarmente significativo per le comunità religiose. Parrocchie, conventi e oratori stanno condividendo la responsabilità di gestire le risorse energetiche in modo sostenibile, in linea con i principi espressi da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune. L’obiettivo principale del progetto è accrescere la consapevolezza del mondo ecclesiastico sulla condizione energetica del proprio patrimonio edilizio. Questo percorso si sta traducendo in azioni concrete di efficientamento energetico, contribuendo sia alla sostenibilità ambientale sia alla riduzione dei costi operativi delle strutture ecclesiastiche. La presenza attiva dei responsabili del progetto sul territorio, nelle persone di Stefania Allocati e Roberto Razzante, garantisce un coordinamento efficace e un punto di riferimento costante per tutte le attività in corso, assicurando che gli obiettivi vengano perseguiti con la necessaria attenzione e competenza. Questa iniziativa dimostra concretamente come le istituzioni religiose possano assumere un ruolo attivo nella transizione energetica, combinando la gestione responsabile delle risorse con la loro missione pastorale e sociale. L’arcidiocesi di Napoli si sta ponendo come modello di riferimento per altre diocesi, mostrando come la cura del creato possa tradursi in azioni concrete e misurabili.
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