Il 1 marzo sit-in sotto il municipio
contro il dissalatore al fiume Tara

Non si ferma la battaglia del comitato per la difesa del fiume Tara, contro la realizzazione del dissalatore. Neanche per lo scioglimento del consiglio comunale, che aveva affrontato la questione in una seduta monotematica, esprimendo netta contrarietà. Anzi, proprio la conclusione dell’ra Melucci spinge a nuove iniziative: è al commissario prefettizio, Giuliana Perrotta, chiamata a reggere le sorti del Comune fino alle nuove elezioni, che si chiede di continuare nella direzione decisa dalla città, proseguendo il ricorso al Tar.
50 associazioni
Per dare sostegno alla battaglia, sabato mattina alle 10 i rappresentanti delle associazioni firmatarie e delle comunità di Taranto, Statte, Massafra, Palagiano, Grottaglie, Lizzano, Monteparano, Manduria terranno un sit-in sotto palazzo di città.
“L’impegno preso contro il dissalatore – scrivono in una nota – non può dissolversi con la fine del mandato, né diventare un semplice slogan elettorale in vista delle prossime amministrative. Noi, cittadini, associazioni e comitati dei Comuni ionici uniti per la difesa del territorio, chiediamo coerenza e responsabilità da parte dei consiglieri comunali dimessi e dei consiglieri regionali Stellato e Di Gregorio”.
In particolare, a Stellato e Di Gregorio, consiglieri regionali che, nel loro ruolo di consiglieri comunali hanno manifestato contrarietà al progetto, si chiede di fare pressione su Emiliano, fautore del dissalatore, perché lo ritiri e, in caso di sua contrarietà, di uscire dalla maggioranza, Ma la stessa richiesta viene girata anche a tutti gli altri consiglieri regionali tarantini: Di Cuia, Pentassuglia, Mazzarano, Lo Pane, Conserva, Scalera, Galante e Perrini.
L’Acquedotto
Regione Puglia e Acquedotto Pugliese, intanto, sono fermi sul progetto del dissalatore che, a loro parere, non solo utilizzerebbe energia pulita, ma non comprometterebbe l’equilibri idrico. Anche perché lo stabilimento siderurgico, che preleva attualmente l’acqua di raffreddamento degli impianti proprio dal fiume Tara, utilizzerà in seguito l’acqua depurata dal Gennarini. Ma questa spiegazione appare alquanto aleatoria. Il completamento delle cui reti idriche del Gennarini è comunque previsto entro il 2028 (!), ma dell’acqua depurata si parla da almeno due decenni e nulla di decisivo è stato ancora fatto in tal senso.
Le ragioni del no
“L’area del fiume Tara – prosegue la nota diffusa dalle associazioni – offre servizi ecosistemici essenziali e interventi come il dissalatore non solo minacciano queste funzioni naturali, ma aumentano la vulnerabilità del territorio proprio ai cambiamenti climatici, che tanto si vuole contrastare. Il primo passo per rafforzare la dotazione idrica di un territorio è tutelare gli ecosistemi esistenti, non comprometterli con progetti invasivi e a lungo termine insostenibili. Il dissalatore del Tara va nella direzione opposta, alterando il fragile equilibrio idrico della zona e mettendo a rischio la qualità della risorsa idrica stessa”.
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