Sacro Cuore di Statte: Giornata della comunità sul volto della Chiesa

La giornata della comunità è il sogno di ogni sacerdote che ama la sua parrocchia. È vedere, almeno una volta al mese, la propria comunità insieme come una grande famiglia. Stare insieme, guardarsi, parlarsi, ridere, tutto solo per la gioia di stare insieme. Questo è quanto accaduto lo scorso 9 febbraio quando la comunità del Sacro Cuore di Statte ha preso parte alla prima giornata della comunità, organizzata su proposta del consiglio pastorale in seguito alle indicazioni del messaggio d’apertura dell’anno pastorale 2024-2025 di mons. Ciro Miniero a tutta la comunità diocesana. In quell’occasione l’arcivescovo ha esortato le parrocchie a rafforzare quel cammino, che già viene intrapreso, ponendo maggiore attenzione all’evangelizzazione, esigenza e urgenza della Chiesa, e all’importanza del dinamismo sinodale. A tal proposito, egli ha ribadito la necessità di «riprendere in mano» l’esortazione apostolica ‘Evangelii gaudium’, testo programmatico di papa Francesco sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale, nel quale egli ha enunciato gli obiettivi del suo pontificato: una Chiesa missionaria, con le porte aperte e che sappia annunciare a tutti la gioia del Vangelo.
La giornata, scandita da vari momenti di riflessione, condivisione e dialogo, ha preso il via con il contributo di padre Saverio Zampa che, partendo dalla parabola del Padre misericordioso, ha illustrato i punti salienti del primo capitolo dell’esortazione, invitando tutti all’ascolto di un unico messaggio per camminare insieme guidati dalla Parola.
È emerso così il sogno ecclesiale di papa Francesco: «Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio, e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione» (EG 1). Quindi: una Chiesa dinamica, cioè «una Chiesa in uscita» (EG 20), che imiti il cammino del padre verso il figlio, riprendendo la parabola del Padre misericordioso. Dio è in uscita, esce alla ricerca delle persone, poiché nessuno è escluso dal Suo disegno; pertanto ognuno di noi è chiamato ad andare incontro all’altro per annunciare il Vangelo. Inoltre, una Chiesa che attragga: «La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito di ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana; attraverso le sue attività incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione» (EG 28); Infatti, la testimonianza attraverso la propria vita della gioia del Vangelo funge da attrazione nei confronti di chi non ha ancora sperimentato tale gioia. Una Chiesa che abbia il contatto diretto con la gente e che sia samaritana, cioè un ospedale da campo che curi le ferite. Una Chiesa che abbandoni il “si è sempre fatto così”, in favore del ripensamento degli obiettivi, delle strutture, di metodi e stili evangelizzatori (EG 33). Una Chiesa con il cuore aperto come una madre e chiamata ad essere la casa aperta del Padre. In questo modo chiunque decida di avvicinarsi cercando Dio, non incontrerà la freddezza di una porta chiusa, poiché tutti possono far parte della comunità e tutti possono partecipare alla vita ecclesiale. Il pontefice denuncia che spesso ci si comporta come controllori e non come facilitatori, questo non va bene, perché la Chiesa non è una dogana. È importante quindi mostrare accoglienza e vicinanza, segni della comunione che siamo chiamati a testimoniare per aver incontrato Cristo nella nostra vita.
Al termine del suo intervento, padre Saverio ha lasciato tre interrogativi su cui i partecipanti, divisi in piccoli gruppi di lavoro, composti casualmente, sono stati invitati a confrontarsi contestualizzando le tematiche affrontate in precedenza alla propria realtà parrocchiale e in base alla propria esperienza.
Sulla scorta dei tre quesiti: «A partire dalla tua esperienza personale, quale visione della Chiesa hai? Qual è la tua idea di Chiesa, oggi (nei suoi aspetti positivi e negativi)»; «Nella visione di papa Francesco, in quali aspetti della Chiesa ti sei ritrovato/a di più?»; «Guardando la nostra realtà sul territorio (la parrocchia – la diocesi di Taranto) cosa proponi per realizzare la Chiesa “sognata” da papa Francesco?», il momento conclusivo ha permesso a tutti i partecipanti di confrontarsi sui punti di vista evidenziati nei vari gruppi.
In sintesi, abbiamo riscontrato una visione comune che corrisponde pienamente alla prospettiva di papa Francesco, per una Chiesa che ritorni al Vangelo e che abbia come riferimento e modello lo stile missionario di Cristo; una Chiesa che non giudichi, ma che sia disposta all’accoglienza e alla vicinanza, soprattutto nei riguardi dei giovani e dei bisognosi. Si è evinta, inoltre, la necessità di maggior collaborazione, condivisione e coesistenza sia tra i gruppi parrocchiali sia tra la parrocchia e le istituzioni.
Appuntamento a domenica 2 marzo alle ore 16 con la seconda giornata della comunità: ’Evangelizzazione oggi: limiti e nuove vie’. Questo il programma della giornata, a partire dalle ore 16: accoglienza; presentazione del tema a cura di padre Saverio Zampa; riflessione personale e silenziosa; condivisione in tavoli di lavoro; pausa di ristoro e convivialità; tempo di ascolto reciproco.
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