La processione de ’A Foròre’ ha aperto il periodo quaresimale

Il crepitìo della ‘troccola’, fatto udire per la prima volta quest’anno, ha dato il via alla consueta e suggestiva processione della ‘Foròre’, svoltasi nei vicoli della città vecchia alla mezzanotte fra il Martedì grasso e il Mercoledì delle Ceneri. Non si è trattato di una semplice aggiunta folcloristica al momento penitenziale vissuto dalla confraternita dell’Addolorata. Il gesto infatti ha avuto una forte motivazione, in quanto ha avuto luogo subito dopo la preghiera per il papa, al momento dell’ostensione della croce, e proprio con lo strumento fatto benedire dal Santo padre in piazza San Pietro mercoledì 17 aprile dello scorso anno e che, fra l’altro, reca l’incisione dello stemma pontificio.
Quindi, ai dodici rintocchi della campana di San Domenico, appunto de ‘’A Foròre’, cioè fuori orario, con il sottofondo dell’Adagio di Albinoni eseguito dalla Grande orchestra di fiati cittadina ‘Santa Cecilia’ diretta dal m° Giuseppe Gregucci, dal ballatoio della chiesa si è affacciata la croce penitenziale. Al seguito, i confratelli e le consorelle in abito di rito, quasi un centinaio complessivamente: mai come quest’anno una partecipazione così folta. La processione ha percorso via Duomo ed è scesa per la postierla Vianuova, diretta alla chiesa di San Giuseppe, davanti alla quale sono state bruciate le palme dell’anno passato per ricavarne le Sacre Ceneri. Da lì, la via del ritorno, attraverso via Garibaldi, piazza Fontana e pendio San Domenico. Prima dell’ingresso in chiesa, i confratelli e le consorelle si sono schierati sulle scalinate per intonare, come momento conclusivo, il ‘Mottetto alla Desolata’ di padre Serafino Marinosci. Quindi, è viva l’attesa per sabato prossimo per il ritorno della statua dell’Addolorata, restaurata dalla prof.ssa Maria Gaetana Di Capua, che, dopo la santa messa celebrata alle ore 17.30 dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero, sarà riportata processionalmente in San Domenico.
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