Le ceneri di una Fenice

Il Mercoledì delle Ceneri è l’appuntamento che ci ricorda la dimensione della conversione continua come componente fondamentale dell’esistenza cristiana, e questo invito al pentimento e alla conversione è caratterizzato, per l’appunto, dalle ceneri.
Di cosa sono fatte queste ceneri? Talvolta, a causa della fantasiosità pressappochista con cui vengono scelti i materiali, forse sarebbe meglio non indagare troppo a fondo… se però nella loro preparazione ci si attenesse scrupolosamente a quanto la tradizione esige, dovrebbe trattarsi esclusivamente della cenere ottenuta dalla combustione dei rami d’ulivo benedetti della precedente Domenica delle Palme.
Ai rami vecchi, ormai rinsecchiti, viene data una fine dignitosa e rispettosa della loro previa sacralità attraverso questo nuovo uso, che peraltro chiude un cerchio cronologico: dall’esordio nella passata Settimana Santa, all’inaugurazione della Quaresima che condurrà alla nuova Settimana Santa, in cui saranno distribuiti nuovi rami benedetti, che a loro volta saranno ridotti in cenere per la successiva Quaresima, e così via. Un ciclo interminabile dalla cenere alla pianta nuova, in cui morte e rinascita, fine e inizio, si avvicendano e passano così a descrivere quello che avviene esattamente al Cristiano: “Il meraviglioso uomo-pasquale, che incessantemente muore in Gesù e risuscita in lui, è la gioia e la fierezza del Padre: è una meraviglia che si rinnova ogni giorno e che non conosce fine perché, finché siamo in questa, Dio è sempre all’opera.” (André Louf, Sotto la guida dello Spirito). La cenere delle precedenti Palme segna al contempo che con il nostro peccato probabilmente ci siamo allontanati dalla vita della Pasqua che avevamo raggiunto, ma anche che ci è dato il modo, attraverso l’itinerario quaresimale, di tornare a essa, ed essere rinnovati ancora una volta dalla sua grazia.
Queste ceneri, che segnano la possibilità di una rinascita tramite il pentimento, ci ricordano spontaneamente la fenice, l’uccello mitologico che, quando era sul punto di morire, si dava fuoco per poi rinascere dalle proprie ceneri, ma anche la polvere del suolo con cui Dio crea l’uomo (cfr. Gen 2, 7), elemento finissimo che, impastato con l’acqua dal Vasaio divino, diventa il suo capolavoro; in modo analogo, le ceneri all’inizio della Quaresima, “impastate” con l’acqua battesimale alla fine di questo itinerario, a Pasqua, rinnovano l’uomo secondo il pensiero originario di Dio, quale figlio amato.
Exitus et reditus: la vita in Cristo non conosce decadimenti o tragedie, ma un costante moto di avvicinamento al Cuore per chi se ne è allontanato, pur nella libertà (difesa da Dio stesso) di potersene allontanare ancora, e nella certezza di poterci sempre ritornare – porta aperta sul fianco dalla lancia, e mai più richiusa.
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