‘Viva la poesia!’: il magistero di Francesco sull’arte poetica

“Dobbiamo recuperare il gusto per la letteratura nella nostra vita, ma anche nella formazione, altrimenti siamo come un frutto secco. La poesia ci aiuta tutti a essere umani e oggi ne abbiamo tanto bisogno”: con queste parole autografe si apre il testo ‘Viva la poesia!’ (edizioni Ares, 2025) in edicola da martedì 4 marzo.
Non un semplice magistero sull’arte poetica, bensì un messaggio potente di invito, nonché guida alla sua riscoperta.
Il volume, a cura di Antonio Spadaro, gesuita, teologo, sottosegretario del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione, già direttore della rivista ‘La Civiltà Cattolica’, raccoglie il magistero del pontefice sull’arte poetica; la prima antologia di testi in cui emerge l’importanza attribuita dal pontefice al ruolo della poesia e della letteratura nella formazione e nell’educazione.
Encicliche, discorsi, interviste, messaggi, lettere personali dal 2013 ad oggi, tra cui emergono le recenti ‘Lettera del Santo Padre Francesco sul ruolo della letteratura nella formazione’, del 17 luglio 2024, e la ‘Lettera ai poeti’, pubblicata nel volume ‘Versi a Dio. Antologia della poesia religiosa’, edito, anch’esso nel 2024, da Crocetti. In quest’ultima, il pontefice riflette sulla ricerca di significato che ha guidato e caratterizzato i poeti; significato che non si riduce ad un concetto, ma che si esprime nella totalità, in un connubio tra simboli e sentimenti, in cui la parola non fa altro che riportare il mondo che è dentro ognuno di noi.
Ad introdurre i testi c’è un saggio del curatore in cui, attraverso una panoramica di autori scelti – dagli argentini Borges e Marechal, a Dostoevskij, a Manzoni e Dante – vengono fornite ai lettori le chiavi di lettura per comprendere la formazione letteraria del pontefice.
A chiudere l’opera, un’intervista al giornalista argentino Jorge Milia, alunno del prof. Bergoglio durante gli anni di insegnamento al liceo di Santa Fe in Argentina, nella metà degli anni sessanta, in cui egli svela alcuni aspetti della passione dell’allora giovane gesuita per la letteratura e l’arte.
Nel libro ciò che emerge è il ruolo della poesia e della letteratura quali chiavi di comprensione di se stessi e del mondo, ma anche dell’immaginazione e della creatività nella vita e nella fede.
Riscoprendo la letteratura, l’uomo vive, sogna, crea e in un certo senso ritrova quel contatto con l’assoluto, riscoprendosi parte di un universo fatto di sogni e desideri condivisi.
Interessante è il desiderio, espresso nel messaggio iniziale di papa Francesco, che la poesia entri a far parte della formazione nelle istituzioni accademiche pontificie, perché possa nella sua ricchezza, diventare veicolo di condivisione di quella bellezza insita nella vita e nella creazione quale dono di Dio ad ogni uomo. Un compito che non è più solo dei poeti e dei letterati, ma di tutti coloro che attraverso lo studio e la lettura, possono percepirne e veicolarne i significati.
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