Festa per San Giuseppe in città vecchia

È festa in città vecchia, giù alla ‘marina’, per la ricorrenza di San Giuseppe, cui è intitolata la chiesa in via Garibaldi. Le celebrazioni si svolgono a cura della parrocchia basilica cattedrale e dell’arciconfraternita intitolata al ‘santo vecchierello’ (commissario arcivescovile, il cav. Antonio Gigante), fondata nel 1639.
Quella di San Giuseppe è l’unica superstite delle quattro chiese esistenti sino alla metà degli anni trenta tra via Garibaldi e via Di Mezzo: ‘vittime’ del piccone fascista furono quelle della Madonna della Pace, dello Spirito Santo e di San Marco.
Il programma della festa prevede per martedì 18, alle ore 17.30, santa messa con preghiera a San Giuseppe; alle ore 18.30, nel salone dell’oratorio, benedizione della pittoresca ‘tavola di San Giuseppe’, con pietanze tradizionali preparate dai devoti.
Mercoledì 19, sante messe si terranno alle ore 9.30 e 11, quest’ultima con la benedizione del pane. Alle ore 17.15, dalla chiesa di San Giuseppe, si snoderà la processione con la statua portata a spalla dai confratelli nel tradizionale abito di rito violaceo. Questo l’itinerario: via Garibaldi, via Sant’Egidio, via Di Mezzo, pendio La Riccia, piazza Castello, via Duomo, con sosta nella basilica cattedrale per la santa messa celebrata dal padre spirituale dell’arciconfraternita mons. Emanuele Ferro.
Al termine, la processione riprenderà per via Duomo, pendio San Domenico, via De Tullio, piazza Fontana, via Garibaldi e rientro in chiesa. Al termine, sagra popolare con degustazione delle pietanze tradizionali della festa, in particolare i tubettini con le cozze. Presterà servizio la Grande Orchestra di fiati “Santa Cecilia-Città di Taranto” diretta dal m° Giuseppe Gregucci.
Nella ricorrenza non manchino mai sulle tavole dei tarantini i primi piatti della tradizione: pasta riccia (che nel formato più stretto richiamerebbe, secondo alcuni, la barba del santo vecchierello) condita con le cozze o con i ceci; di provenienza barese, ma molto ben accetto anche da noi, lo stesso tipo di pasta con la mollica fritta, insaporita con le acciughe. Soprattutto ci siano le zeppole, specialità tipica della festa: fritte o al forno, sono una bontà, con lo spruzzo di crema alla vaniglia, impreziosita dall’amarena; se ne faccia pure una scorpacciata, pur interrompendo la dieta che prepara a impeccabili look in vista dell’estate.
Negli anni cinquanta, in città vecchia, in largo San Gaetano la famiglia del maestro falegname Giorgio Rotunno, con la collaborazione del vicinato, in onore di san Giuseppe, allestiva una grande tavolata con numerose portate alla quale venivano invitati i poveri.
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