Evangelizzazione oggi: limiti e nuove vie
È stato il tema della seconda giornata comunitaria, vissuta domenica 2 marzo, dalla comunità del Sacro Cuore di Statte

Riflettere sul tema dell’evangelizzazione nel contesto attuale è l’obiettivo della seconda giornata comunitaria, vissuta domenica 2 marzo, dalla comunità del Sacro Cuore di Statte, con gioiosa e attiva partecipazione. Il percorso, suddiviso in tre incontri, è occasione propizia per intensificare e riscoprire la bellezza dei legami fraterni ed essere volto di una Chiesa sinodale che cammina con fede, accompagna e compie passi più consapevoli per fronteggiare le crisi personali e comunitarie nel nostro tempo.
Il punto di riferimento è l’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’ sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale, che offre dei veri e propri criteri di evangelizzazione (forme e vie), in cui è possibile rintracciare percorsi verso una nuova azione evangelizzatrice.
Nella precedente esperienza si è considerata la visione della Chiesa di papa Francesco casa aperta del Padre, in uscita, non chiusa e ripiegata su sé stessa ma coraggiosa di fronte alle sfide attuali.
Questo secondo appuntamento è stato un tempo favorevole per approfondire, nei laboratori, i seguenti aspetti con franchezza e responsabilità: le tentazioni dell’operatore pastorale come limiti e motivo di rallentamento del cammino cristiano; i possibili rimedi per superarle e stabilire nuove relazioni, fondate su Cristo e il Vangelo; le vie e le forme di evangelizzazione più consone alle esigenze odierne, considerando la nostra vocazione battesimale e le esperienze di annuncio personale e comunitario vissute.
La parabola dei talenti (Mt 25, 14-30), l’esortazione del papa e il commento di padre Saverio Zampa hanno offerto momenti significativi di riflessione, sia personale e silenziosa sia comunitaria attraverso il confronto nei gruppi di lavoro, orientati da domande guida. La scelta delle tematiche porta in sé lo scopo di arginare le possibili tentazioni di sotterrare i talenti personali.
Papa Francesco identifica tre mali: l’individualismo, la crisi identitaria e il calo del fervore (EG 78) in cui è possibile incorrere.
Come affrontare il senso di sconfitta e le paure di un annuncio che sembra essere soffocato dalle sfide contemporanee? È la vita nello Spirito che ci dà la motivazione giusta e profonda per affrontarle, che permea e rende desiderabile l’azione, che combatte l’accidia egoistica che ci tenta a vivere un’ansia pastorale, a prenderci cura più delle cose che delle persone, a farci esitare nel dedicare il tempo a servizio della comunità (EG 81-83). ‘Tutti siamo chiamati ad offrire una testimonianza esplicita dell’amore salvifico del Signore, che al di là delle nostre imperfezioni ci offre la sua vicinanza, la sua Parola, la sua forza, e dà senso alla nostra vita. La missione è uno stimolo costante per non adagiarsi nella mediocrità e per continuare a crescere’ (EG 121).
Il pessimismo sterile rischia di soffocare il fervore e l’audacia e ‘ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo’ (EG 85). Il Papa ci esorta a non pronunciare giudizi che sanno di sconfitta e inducono alla rinuncia di far fruttificare i nostri talenti, o di sfiducia considerando esclusivamente il proprio punto di vista, sfavorevole all’azione altrui, fermi nella certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare.
La mondanità spirituale ‘si nasconde dietro apparenze di religiosità e persino di amore alla Chiesa, consiste nel cercare, al posto della gloria del Signore, la gloria umana ed il benessere personale’ (EG 93). Per contrastare questa tentazione è fondamentale generare una spiritualità centrata su Cristo e sul Vangelo e lavorare per la maggior gloria del Signore.
Infine, l’unica via che pone rimedio a forme di antagonismo interno consiste ‘nell’imparare a incontrarsi con gli altri con l’atteggiamento giusto, apprezzandoli e accettandoli come compagni, di strada, senza resistenze interiori. Meglio ancora, si tratta di imparare a scoprire Gesù nel volto degli altri, nella loro voce, nelle loro richieste. È anche imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso quando subiamo aggressioni ingiuste o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere la fraternità’ (EG 91).
Nei sette laboratori sono emersi sentimenti comuni di sfiducia, pessimismo e ansia pastorale, spesso riconducibili: a un’inadeguata formazione che non risponde ai bisogni attuali di evangelizzazione, che richiede una maggiore attenzione ai poveri e stili comunicativi adeguati; alla preoccupazione di sottrarre tempo personale a favore della comunità; al calo di partecipazione a iniziative pastorali e al loro abbandono; alla mancanza di corresponsabilità, di dialogo e confronto tra i gruppi parrocchiali; a incomprensioni che ci tentano a demordere; a sentimenti di sfiducia che ci fanno sentire inadeguati o sopraffatti.
I diversi gruppi hanno espresso, con libertà interiore, le criticità su cui lavorare e le possibili ‘conversioni da operare’ comunicando, allo stesso tempo, il bello e il buono che la vita comunitaria ci chiama a vivere.
Queste giornate sono un’occasione di crescita, di confronto costruttivo nell’ascolto reciproco e di convivialità, che accrescono il nostro senso di appartenenza. La nostra storia ci ha condotti nel ‘qui e ora’ del nostro cammino di fede, nella consapevolezza di essere discepoli-missionari che, pur incontrando difficoltà, decidono di camminare da adulti nella fede.
Desiderosi di mettere in circolo i nostri talenti e vivere un’autentica esperienza di fede, riconosciamo la celebrazione eucaristica come centro e vertice della nostra vita cristiana, l’importanza del sacramento della Riconciliazione, dell’adorazione eucaristica, delle guide spirituali, della recita del santo rosario comunitario e nelle famiglie, della catechesi come cammino missionario condiviso e delle esperienze di volontariato.
Dopo un momento conviviale di condivisione e festeggiamento, la comunità ha vissuto un tempo di ascolto reciproco tra i vari gruppi di lavoro.
Frasi slogan hanno segnato il nostro pomeriggio insieme: ‘Se non ci doniamo reciprocamente la comunità muore’; ‘Apriamoci al dialogo per non essere rinchiusi in sarcofaghi’; ‘Lasciamoci rinvigorire dallo Spirito Santo’; ‘Ripartiamo dalla semplicità dei bambini’.
La serata si è conclusa proprio con la semplicità e la gioia dei più piccoli che, prendendo spunto dalla parabola dei talenti, hanno rappresentato ed espresso come le tentazioni possono essere di ostacolo al far fruttificare i talenti, in contrapposizione al desiderio di voler essere servi buoni e fedeli scelti da Dio per portare molto frutto. Le note del canto ‘Libera il tuo sì’ ci hanno esortato a prendere in mano il proprio coraggio per seguire Cristo nel mondo, gettando le reti e chiedendo insieme, al Signore, acqua viva che fa nascere sorgenti, per offrire a ogni fratello la propria vita come dono d’amore.
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