Venerdì 28, Mario Desiati alla biblioteca Acclavio a Taranto

25 Mar 2025
Il premio Strega Mario Desiati sarà a Taranto, venerdì 28 marzo, alle ore 18, nella biblioteca civica ‘Pietro Acclavio’, per presentare il suo ultimo romanzo «Malbianco» (Einaudi). L’autore dialogherà con Giulia Galli e Miriam Putignano, rispettivamente referenti dei Presìdi del libro di Taranto «Dickens» e «Rosa Pristina» cui si deve l’organizzazione dell’iniziativa.
Si tratta di un appuntamento davvero speciale perché «Malbianco» è ambientato proprio nel capoluogo ionico con una storia che muove dai boschi di Taranto per approdare al gelo dei campi di prigionia tedeschi. Una storia con la quale Mario Desiati è tornato con un grande romanzo che indaga il rapporto tra l’individuo e le sue radici, il trauma e la vergogna, interrogando con coraggio il rimosso collettivo del nostro Paese attraverso i segreti e i silenzi che avvolgono i protagonisti della vicenda, come il malbianco infesta il tronco degli alberi.
Si tratta di un appuntamento davvero speciale perché «Malbianco» è ambientato proprio nel capoluogo ionico con una storia che muove dai boschi di Taranto per approdare al gelo dei campi di prigionia tedeschi. Una storia con la quale Mario Desiati è tornato con un grande romanzo che indaga il rapporto tra l’individuo e le sue radici, il trauma e la vergogna, interrogando con coraggio il rimosso collettivo del nostro Paese attraverso i segreti e i silenzi che avvolgono i protagonisti della vicenda, come il malbianco infesta il tronco degli alberi.
I protagonisti sono i componenti della famiglia Petrovici, tra i quali ci sono da sempre più fili nascosti che verità condivise. Ma le domande del figlio che si è smarrito, e per questo si volta a guardare le proprie orme, diradano via via le nebbie di una memoria famigliare lacunosa e riluttante. Ma se «di certi fantasmi ci si libera soltanto raccontandoli», prima di tutto bisogna conoscere il passato da cui proveniamo. Per questo, Marco Petrovici, che ha quarant’anni e vive a Berlino, decide di tornare in Puglia dai genitori ormai anziani, i quali vivono immersi in un bosco di querce e lecci nella campagna tarantina. Marco vuole scoprire l’origine dei disturbi dai quali è affetto e ritrovare un po’ di pace. E schiacciato dai sensi di colpa per non essere il figlio che Use e Tonia speravano, si ferma nella casa di famiglia per occuparsi di loro, ma allo stesso tempo si convince che le cause del suo malessere vadano cercate nella memoria sepolta di quel loro cognome così strano.
A partire da un ricordo d’infanzia dai contorni fumosi – un balordo un po’ troppo famigliare che suona il violino sotto la neve di Taranto – con l’aiuto di zia Ada, della letteratura e della storiografia, della psicoterapia e di un diario ritrovato non per caso, Marco cura il «malbianco» che opprime la sua famiglia. Facendosi largo tra reticenza e continue omissioni, scopre la vita segreta della bisnonna Addolorata, trovatella e asinaia, e ricostruisce le vicende di nonno Demetrio e di suo fratello Vladimiro, entrambi reduci di guerra, una guerra combattuta e patita in modi molto diversi. Chi sono davvero i Petrovici? Da dove arrivano? E cosa c’entra con loro un’antica ninna nanna yiddish che inconsapevolmente si tramandano da quasi cent’anni? Questa è la parabola di chi rivolge lo sguardo dietro di sé, alle proprie origini più profonde, per vivere il presente e immaginare un futuro libero da quel malbianco che nasconde la vera essenza delle persone. Raccontando la frenesia e i turbamenti di un protagonista consumato dalla storia che si porta addosso, Mario Desiati ci consegna il suo romanzo più lirico, inquieto, ambizioso e maturo.
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