La Puglia è la quarta tra le regioni a rischio povertà, e l’occupazione frena

È di quasi due famiglie su cinque rischio di povertà ed emarginazione sociale il Puglia, secondo i dati diffusi dall’Istat. Un quadro avvilente che conferma un arretramento della qualità della vita in tutta Italia, ma in maniera molto maggiore al Sud. La Puglia è quarta, in ordine negativo, nella classifica che misura il rischio povertà ed emarginazione: se la Calabria è prima con il 48,8%, che significa che il rischio povertà riguarda una famiglia su due, la Campania è la sconda (43,5%) seguita dalla Sicilia (40,9%), quindi dalla Puglia al 37,5%. Una condizione che è di gran lunga peggiore di quella del resto del Paese. sempre più spaccato in due.
Due Italia
Ne consegue che se tutta l’Italia è in arretramento, con una percentuale di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale che passa dal 22,8% del 2023 si passa al 23,1% è solo il Sud a soffrire in maniera determinante, incidendo pesantemente sulla media complessiva. Ben diversa è la situazione nelle regioni del Nord: in Trentino-Alto Adige (il paese meno povero d’Italia) in pericolo è solo l’8,8% delle famiglie (ovvero quasi 30% in meno di rischi rispetto alla Puglia), poi l’Emilia-Romagna (10,1%) e la Valle d’Aosta (10,7%).
Classifiche
Seguono Marche (11,8%), Friuli-Venezia Giulia (12,4%), Veneto (12,4%), Piemonte (13,5%), Liguria (13,8%), Umbria (14%), Lombardia (14,1%) e Toscana (15,2%).
Attorno alla media nazionale sono le altre regioni del Centro e del Sud che non arrivano al 30% di famiglie a rischio. Si tratta di Sardegna (29,6%), Molise (27,5%), Lazio (25,8%), Basilicata (25,4%), Abruzzo (25,1%).
Non si capisce, da questi dati, dove si fondi la pretesa delle forze politiche hanno cavalcato l’autonomia differenziata. Visto che il Paese è nettamente spaccato in due, con le regioni opulente del Nord che hanno un bassissimo rischio di povertà e diventano, anno dopo, più ricche, mentre l’arretramento delle regioni meridionali sembra inarrestabile già di suo!
Reddito
Inoltre nel 2024 il reddito annuale medio delle famiglie (37.511 euro) aumenta in termini nominali (+4,2%) e si riduce in termini reali (-1,6%) a causa dell’inflazione. Il rischio povertà conosce, inoltre, oscillazioni molto diverse rispetto ai territori. E in Puglia cresce l’allarme per il balzo improvviso di oltre 5 punti percentuali.
Secondo il segretario generale della Cisl Puglia, il tarantino Antonio Castellucci, “è evidente l’urgenza di attivare maggiori misure di sostegno regionali mirate a contrastare questa situazione”.
Occupazione
La situazione è aggravata da un tasso di occupazione che è cresciuto in Puglia nel corso del 2024 di appena lo 0,5% rispetto all’anno precedente, infatti risulta essere penultima regione del Mezzogiorno per tasso percentuale di crescita. Per questo è fondamentale “il supporto dei redditi da lavoro, poiché non sempre sono sufficienti a garantire il superamento della povertà”.
Lo confermano ancora i dati Istat, sempre nel report “Condizioni di vita e reddito delle famiglie 2023 – 2024, secondo i quali un reddito su dieci è a rischio di “povertà lavorativa”.
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