Quando tutti sono a repentaglio, allora …

In “Discorso sul colonialismo” del politico francese Aimé Cesarie, edito nel 1950, è chiamata lo “choc en retour impérial” mentre in “Le origini del totalitarismo” della politologa statunitense Hannah Arendt, uscito nel 1951, diventa un “terrific boomerang”. È la tesi secondo la quale i regimi che instaurano e attuano dei metodi e dei sistemi repressivi per dettare legge sui possedimenti coloniali finiscono per impiegare quelle stesse tecniche a livello nazionale contro i propri cittadini. Secondo tutti e due gli scrittori, i metodi di Hitler e della dittatura nazista non erano eccezionali rispetto a una visione mondiale perché gli imperi coloniali europei avevano ucciso milioni di persone nel mondo, come parte del processo di colonizzazione per parecchi secoli. Piuttosto, erano eccezionali in quanto erano applicati agli europei all’interno dell’Europa, invece che alle popolazioni colonizzate nel sud del mondo. In sintesi, ciò che, un tempo, sembrava lontano, dopo diventa vicino. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca è un esempio di come i sistemi pensati per colpire le persone fragili tendono a divorare anche chi pareva al riparo da ogni abuso. La prima mossa è stata la realizzazione di un sistema di caste interno che rispecchia quello applicato fuori dai confini del paese. È il trattamento riservato agli stranieri con un permesso di soggiorno e un visto di lavoro che hanno criticato il governo su Gaza. Per Trump queste persone hanno fatto azioni per cui meritano di essere arrestate, imprigionate e, poi, espulse: di conseguenza, ricevono un trattamento come quello riservato ai palestinesi. L’accetta di Trump sugli studenti pro Palestina si è già abbattuta: sono stati già revocati oltre trecento visti. Ha fatto molto scalpore un filmato che circola nel web: a essere arrestata, mercoledì scorso a Somerville, nel Massachusetts, non è un boss della mafia americana, ma Rumeysa Ozturk, trentenne originaria della Turchia, dottoranda della Tufts University. Viene presa, fatta salire su un’auto e portata in un centro di reclusione in Louisiana, a migliaia di chilometri da casa. Le accuse a suo carico non sono ancora state ufficialmente formulate, il segretario di Stato Marco Rubio si è limitato a definirla: “Uno di quei pazzi”. Semplificato, è una delle attiviste che durante gli scorsi mesi hanno preso parte alle manifestazioni pro Palestina nelle università americane. Per arrestare gli studenti il Dipartimento della Sicurezza nazionale si starebbe basando su una direttiva che risale alla Guerra Fredda e che dà al segretario di Stato l’autorità di espellere gli stranieri se “le loro azioni hanno conseguenze potenzialmente negative sulla politica estera”. Anche la revoca del visto è pienamente nei poteri dell’amministrazione di Washington. Ma perché? L’anno scorso, Rumeysa Ozturk sarebbe stata fra le autrici di un testo – apparso sul giornale studentesco dell’università – che attaccava l’ateneo per la sua posizione riguardo al conflitto del Medio Oriente. In più la giovane donna, insieme ai firmatari dell’appello, aveva chiesto all’università di riconoscere la mattanza palestinese e disinvestire dalle aziende con legami diretti o indiretti con Israele. Ad Hamas non si fa riferimento neanche una volta. Secondo Trump, invece, questi studenti avrebbero sostenuto organizzazioni terroristiche. Nelle scorse settimane alcuni cittadini tedeschi sono stati fermati mentre cercavano di entrare regolarmente nel paese attraverso il confine meridionale. Dopo una detenzione di diverse settimane, sono stati espulsi. A uno scienziato francese è stato negato il visto di entrata negli States quando gli agenti hanno controllato il suo smartphone trovando messaggi critici verso Trump. È ovvio affermare che questi modi di agire e di fare, queste azioni, questi metodi, questi sistemi sono nucleo diffuso dei regimi tirannici, e che cercano di diventare tale. Per plasmare un paese, un popolo, secondo i propri schemi, secondo i propri interessi, un presidente autoritario deve neutralizzare e reprimere un numero crescente, sempre più crescente, di categorie sociali. Ecco perché il “terrific boomerang” o lo “choc en retour impérial” è il modello di ciò che è indispensabile per esercitare un controllo totale in presenza di un dissenso di massa. Il problema è che tutti i sistemi di governo, in cui alcuni poteri prendono di mira una parte consistente della popolazione, alla fin fine non possono sopravvivere senza che gli stessi poteri assumano il completo controllo dell’apparato. E una nazione che nega i propri diritti ad alcune persone ritenute “non gratae” (è una locuzione latina) o “non gradite” (in lingua italiana corrente), allora finisce inevitabilmente per negarli a tutti, proprio a tutti, nessuno escluso.
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