Tra denatalità e spopolamento il Sud si “allontana” dal Nord

Il minimo storico di fecondità, la speranza di vita che supera i livelli pre-pandemici, l’aumento degli espatri di cittadini italiani. Sono questi i dati più rilevanti dei dati demografici contenuti nel report presentato oggi dall’Istat. Assieme al nuovo massimo di acquisizioni della cittadinanza italiana a cui si affianca comunque l’importante crescita della popolazione straniera residente. Ma il dato più rilevante è certamente quello della denatalità. Ormai la media di procreazione per le donne italiane si avvicina all’1 assoluto. Ma la situazione è molto peggiore al Sud. In Sardegna è di molto inferiore all’1%. In Puglia è dell’1,16%.
La popolazione
La popolazione italiana, dunque, cala anno dopo anno a partire dal 2014 e la diminuzione progressiva e notevole è frenata solo dall’arrivo di stranieri che assumono la nazionalità italiana. Ma ciò che per noi è più rilevante è il fatto che mentre nel Nord la popolazione aumenta dell’1,6 per mille, il Centro e il Mezzogiorno registrano variazioni negative rispettivamente pari rispettivamente a -0,6 per mille e a -3,8 per mille. Il che marca un continuo, cospicuo trasferimento al Nord (oltre che all’estero) di masse di popolazione. Queste consentono non solo di compensare le perdite che anche il Nord subisce ma addirittura di aumentarne costantemente, seppur di poco, la popolazione. Al Sud quattro centri su cinque decrescono e, se non si frena l’esodo collettivo, molti piccoli centri presto potrebbero sparire. Le aree interne del Mezzogiorno registrano, infatti, una variazione di circa il 5 per mille in meno sull’anno precedente;
Immigrazione
Se ne desume anche che l’immigrazione, che resta continua anche se in Italia non raggiunge certo i livelli dell’Europa del Nord, incide molto meno al Sud rispetto alla regioni settentrionali. I neo-cittadini italiani compensano gli italiani che emigrano: senza di loro la popolazione italiana avrebbe un tracollo.
Ma guardiamo gli altri dati. Tornando al tema della denatalità, con 1,18 figli per donna viene superato il minimo di 1,19 del 1995, anno nel quale, però, sono nati 526mila bambini, grazie alla presenza di un maggior numero di famiglie, contro i 370mila del 2024. Le famiglie sono sempre più piccole: la loro dimensione media scende in 20 anni da 2,6 componenti agli attuali 2,2 (media 2023-2024).
Emigrazione
Un vero e proprio boom registra il fenomeno delle emigrazioni per l’estero: sono 191mila (+20,5% sul 2023), delle quali ben 156mila riguardano cittadini italiani che espatriano (+36,5%). I motivi sono sempre legati al lavoro, alla disponibilità, qualità e redditività.
Aumentano anche i neo-cittadini italiani: sono 217mila le acquisizioni della cittadinanza italiana concesse a cittadini stranieri residenti in Italia, superato il precedente massimo di 214mila raggiunto nel 2023. Non solo la natalità è in forte discesa ma anche la mortalità: sei neonati e 11 decessi per 1.000 abitanti. Il che comporta un forte invecchiamento della popolazione.
Il saldo migratorio netto sale da +261mila nel 2022 a +274mila nel 2023. Quindi: più immigrati e meno emigrati dell’anno precedente
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