Migrantes diocesana, non solo ‘Festa dei popoli’

Lo sportello itinerante per gli immigrati in difficoltà figura fra le attività principali della Migrantes diocesana, che interviene ogni giorno venendo incontro ai loro bisogni e necessità quasi in ogni ora della giornata.
Il progetto ‘Sportello itinerante’, approvato e finanziato dai tre direttori nazionali della Fondazione Migrantes della Cei: mons. Gian Carlo Perego, don Gianni De Robertis e da mons. Pierpaolo Felicolo, prevede interventi che vertono sui vari aspetti della vita quali quello umano, sociale, religioso, psicologico, di diritto, di sicurezza, sanitario.
“Questo – spiega Marisa Metrangolo, direttore di Migrante diocesana, che si occupa anche delle problematiche di pastorale relativa a rom e sinti, italiani all’estero, lunaparkisti e circensi e marittimi – richiede notevoli sforzi nel rafforzare il legame tra la protezione, la promozione della persona umana e lo sviluppo integrale. Questo avviene anche grazie all’ottima collaborazione e sinergia con le istituzioni, soprattutto con gli uffici immigrazione di Questura, Prefettura e Comune, che riconoscono alla nostra realtà diocesana competenza e conoscenza della realtà migratoria frutto di un’attività ventennale. Tant’è che ogni volta che Migrantes si approccia con loro riscontra sempre grande fiducia e disponibilità”.
Ci viene spiegato che in questo sportello itinerante si sono individuate e formate referenti per le diverse etnie che hanno la funzione di collegamento per la ricerca delle problematiche delle donne che vi appartengono che, in genere, vivono in solitudine e lavorano da noi per mantenere le famiglie, rimaste nella terra d’origine.
Le referenti sono state individuate tra le etnie rumena, ucraina, cingalesi, moldava e polacca, russa, nigeriana, marocchina e dei paesi latino americani.
I servizi dello sportello offrono accoglienza e i servizi di segretariato sociale, guida all’ alfabetizzazione, inserimento nel Cpa, accompagnamento alla tutela legale e sanitaria, visite mediche in ospedale e a domicilio nonché il contributo viveri (in collaborazione con le Caritas e le parrocchie).
Si è potuto venire incontro ai tanti bisogni delle immigrate, spesso vittime di soprusi o in situazione di grande povertà. L’impegno è stato notevole per le donne rimaste senza lavoro, in particolare delle badanti cui è deceduta la persona assistita e per coloro che si sono ammalate e sono state bisognose di cure.
Attraverso il lavoro costante e i contatti giornalieri, l’ufficio diocesano Migrantes aiuta concretamente gli immigrati ad integrarsi nella realtà territoriale dove si sono trasferiti anche con l’aiuto dei mediatori interculturali e dei servizi preposti (consultori familiari, servizi sociali, Comune, Provincia, Asl, Caritas parrocchiali) per la comunicazione con la famiglia di provenienza, problemi di salute e sindacali ecc.
Lo sportello immigrazione si sposta laddove immigrate e immigrati sono soliti incontrarsi; i contatti telefonici e whatsapp dei collaboratori di Migrantes e soprattutto della direttrice sono ormai a portata di tutti, raggiungibili a ogni ora e, tra l’altro, vengono inseriti in tutti i volantini ed inviti loro distribuiti.
Anche le celebrazioni delle sante messe nella propria lingua e gli incontri di preghiera delle varie comunità sono occasioni per incontrarsi, conoscersi e parlare della propria vita, delle eventuali incomprensioni che si incontrano nell’ambito lavorativo o nelle relazioni sociali; tali incontri si allargano anche con le famiglie dei circensi, lunaparkisti, rom e sinti.
Inoltre lo sportello itinerante dà vita alla ‘Festa dei Popoli’ (quest’anno si terrà il 18 maggio in concattedrale con il giubileo degli immigrati) da cui nascono i rapporti con le varie nazionalità che vi partecipano. “Molte di loro, infatti – spiega Marisa Metrangolo – collaborano nei mesi di preparazione della festa, ansiose di prendervi parte. Nascono così nuove amicizie con quante sono giunte più recentemente, che divengono, a loro volta, punti di riferimento per le altre. Ogni anno la ‘Festa dei Popoli’ corona questi incontri con la gioia dello stare insieme, nell’incontro delle rispettive culture, lingue, abiti e cucina tradizionali in una esplosione di colori e di visi soddisfatti di mostrare agli altri il volto della propria nazione”. Nell’organizzazione degli ultimi anni della “Festa dei Popoli” viene riservata maggiore attenzione alle donne ucraine per la cospicua presenza fra di loro di profughe a motivo della invasione russa e particolarmente significativi e motivo di rappacificazione sono stati gli incontri di preghiera tra le due nazionalità.
Infine Migrantes diocesana sensibilizza la popolazione sulle problematiche delle famiglie immigrate, attraverso incontri con le scuole, laboratori con gli studenti, organizzazione di convegni e seminari, alternanza scuola e lavoro con istituti scolastici superiori ed altro.
“Per il cristiano – ha concluso Marisa Metrangolo – l’accoglienza e la solidarietà con l‘immigrato non costituisce soltanto un dovere umano ma una precisa esigenza che deriva dalla fedeltà all’insegnamento di Cristo”.
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