Altare della Reposizione nel Santuario Madonna della Salute

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«RESTATE QUI E VEGLIATE CON ME»
Il Giovedì Santo a Taranto vecchia
Altare della Reposizione
nel Santuario Madonna della Salute
a cura della Confraternita Immacolata
L’Altare della Reposizione viene allestito ogni anno durante la celebrazione del Giovedì santo, dopo la Messa in Coena Domini. In questo giorno, la Chiesa commemora l’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio ministeriale da parte di Gesù, durante l’Ultima Cena. Dopo la celebrazione, il Santissimo Sacramento viene solennemente traslato e custodito in un luogo preparato con particolare cura: l’altare della Reposizione, detto impropriamente “sepolcro”, anche se non è propriamente un sepolcro, ma un “giardino dell’attesa e della preghiera”. Davanti all’altare della Reposizione siamo invitati nell’adorazione silenziosa, in cui i fedeli sono chiamati a contemplare e vegliare insieme a Gesù, in memoria della notte del Getsemani: «Restate qui e vegliate con me» (Mt 26,38).
Sull’altare è posto un tabernacolo in legno a forma di tempio, che aggiunge un profondo valore simbolico. La forma del tempio richiama il Tempio di Gerusalemme, luogo sacro della presenza di Dio nell’antica alleanza. Ora, nel mistero dell’Eucaristia, il vero Tempio è Cristo stesso, e ogni tabernacolo è segno della sua presenza reale tra noi. La struttura a forma di tempio, dunque, simboleggia la dimora di Dio tra gli uomini, ma anche il corpo di Cristo, nuovo e definitivo Tempio, offerto per la salvezza del mondo. Il legno del tabernacolo rimanda all’umanità di Cristo, alla sua carne, alla croce: è il materiale semplice e vivo con cui Dio ha voluto “costruire” la sua tenda in mezzo a noi. Il suo stile richiama l’armonia e l’ordine, segni della bellezza divina, e allo stesso tempo l’umiltà con cui il Signore si offre e si lascia custodire.
L’Altare della Reposizione è quindi un luogo carico di memoria, silenzio, adorazione e speranza. Un invito a fermarsi con Gesù, a contemplare il mistero del suo amore che si dona fino alla fine, e a prepararsi, nel cuore, al grande evento della Risurrezione.
INDICAZIONI PER LE CHIESE DI CITTÀ VECCHIA:
BASILICA CATTEDRALE SAN CATALDO
Silenzio Meditativo
Preghiera: Vieni di Notte
(Davide M. Turoldo- Prete/Poeta)
Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre Signore.
Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre Signore.
Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre Signore.
Vieni, tu che ci ami,
nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con te, o Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti,
ne sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore. Vieni sempre, Signore.
Silenzio Adorante
“Sulla Croce era nascosta la sola Divinità, nell’Eucaristia è celata anche l’Umanità.”
Nell’Eucaristia si rivela, inquietante, il silenzio di Dio. Sulla croce era celata la divinità di Gesù, nel Pane è misteriosamente assente anche la Sua umanità: la Sua vicinanza e la compassione, la solidarietà e il Suo aiuto ai bisogni delle persone. Il “dimenticarsi” dell’uomo da parte di Dio porta il Salmista a formulare una disperata invocazione: “Perché dormi. Signore? Svegliati!” (Sal.43,23). Il dolore e la morte non possono essere l’estuario definitivo della vita umana. Il Padre che “nasconde il suo volto”, abbandonando apparentemente i suoi figli, non tornerà forse a risplendere con la sua fedeltà-amore? Durante la notte si scatena nel mare una grande tempesta e “le onde si rovesciavano sulla barca tanto che ormai era piena”. Gesù dorme… Impossibile dormire con una simile mareggiata. Ma la tempesta non riguarda Gesù. La tempesta coinvolge solo i discepoli “gente di poca fede”. Come Gesù nella barca, l’Eucaristia non parla, non reagisce. Perché? L’abbiamo “mangiata”, assimilata. È… dentro di noi. Fidiamoci della Sua presenza. Lui non parla. Ci nutre e ci sostiene!
San Tommaso d’Aquino
Salmo 22
Il Signore è il mio pastore nulla manca ad ogni attesa
in verdissimi prati mi pasce, mi disseta in placide acque.
È il ristoro dell’anima mia, in sentieri diritti mi guida
per amore del santo suo nome, dietro a lui mi sento sicuro.
Pur se andassi per valle oscura non avrò da temere alcun male;
perché sempre mi sei vicino, mi sostieni col tuo vincastro.
Quale mensa per me tu prepari sotto gli occhi dei miei nemici!
E di olio mi ungi il capo: il mio calice è colmo di ebbrezza!
Bontà e grazia mi sono compagne quanto dura il mio cammino;
io starò nella casa di Dio lungo tutto il migrare dei giorni.
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