Il principio di inclusione non può causare esclusione
La commissaria europea alla Parità, Helena Dalli, ha però deciso di ritirare il testo. “L’iniziativa di elaborare linee guida come documento interno per la comunicazione da parte del personale della Commissione nelle sue funzioni aveva lo scopo di raggiungere un obiettivo importante: illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei”.
Continua a far discutere (soprattutto in Italia) il documento interno della Commissione europea, che tanto scalpore ha fatto, intitolato “#Unione dell’uguaglianza”.
La commissaria europea alla Parità, Helena Dalli, ha però deciso di ritirare il testo. “L’iniziativa di elaborare linee guida come documento interno per la comunicazione da parte del personale della Commissione nelle sue funzioni aveva lo scopo di raggiungere un obiettivo importante: illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei”. La commissaria intesta dunque a se stessa la volontà di stendere e diffondere il documento. “Tuttavia, la versione delle linee guida pubblicata non serve adeguatamente questo scopo. Non si tratta di un documento maturo” e, aggiunge, “non soddisfa tutti gli standard di qualità della Commissione”. All’interno dell’esecutivo – voci ben informate indicano direttamente la presidente Von der Leyen – sono cresciute nelle ultime ore le obiezioni e le contestazioni. Dalli afferma: “Le linee guida richiedono più lavoro. Ritiro quindi le linee guida e lavorerò ulteriormente su questo documento”.
Intanto la Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) “accoglie con favore” il ritiro delle linee guida interne della Commissione europea sulla comunicazione inclusiva ma sulla parte relativa soprattutto al Natale, il presidente dei vescovi Ue, card. Jean-Claude Hollerich, avverte: “Il prezioso principio dell’inclusione non dovrebbe causare l’effetto opposto dell’esclusione”. È stata la commissaria europea alla Parità, Helena Dalli, ad annunciare proprio in queste ore il ritiro delle linee guida dopo che avevano innescato una polemica sull’uso soprattutto della parola Natale. La bozza di testo conteneva infatti diverse raccomandazioni terminologiche al personale della Commissione europea per una comunicazione interna ed esterna più inclusiva limitando i riferimenti di “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale”. Tra i suggerimenti c’era per esempio anche quello di evitare ogni riferimento al Natale. “Pur rispettando il diritto della Commissione europea di modellare la propria comunicazione scritta e verbale, e apprezzando l’importanza dell’uguaglianza e della non discriminazione”, si legge nella nota dei vescovi Ue, “la Comece non può fare a meno di preoccuparsi dell’impressione che un pregiudizio antireligioso abbia caratterizzato alcuni passaggi della bozza di documento”. La nota della Comece sottolinea in particolare il punto in cui, ad esempio, la bozza delle linee guida scoraggia “i membri del personale della Commissione Ue dal fare riferimento nelle loro comunicazioni alle “vacanze di Natale” all’espressione “nomi cristiani” o a nomi tipici di una religione. “La neutralità non può significare relegare la religione nella sfera privata”, osserva il card. Hollerich. “Il Natale non fa solo parte delle tradizioni religiose europee ma anche della realtà europea. Il rispetto della diversità religiosa non può portare alla conseguenza paradossale di sopprimere l’elemento religioso dal discorso pubblico”. E aggiunge: “Sebbene la Chiesa cattolica in Ue sostenga pienamente l’uguaglianza e il contrasto alla discriminazione è anche chiaro che questi due obiettivi non possono portare a distorsioni o autocensura. Il prezioso principio dell’inclusione non dovrebbe causare l’effetto opposto dell’esclusione”. La Comece conclude la nota esprimendo preoccupazione “per i danni che questa circostanza può aver arrecato all’immagine delle istituzioni dell’Ue e al sostegno del progetto europeo negli Stati membri. C’è da sperare che una versione rivista del documento tenga conto di queste preoccupazioni”.