Il messaggio di speranza della Giornata del volontariato
L’arcivescovo Filippo Santoro: «La funzione del volontariato è importante anche per l’educazione delle persone, perché insegna ad interessarsi dell’altro e non aspettare che sia l’altro interessarsi di te»
«È un momento critico, in cui le persone sentono che devono entrare in campo, dare il proprio tempo a chi ha bisogno. Cresciamo se siamo attenti agli altri, ci doniamo e non quando ci chiudiamo in noi stessi. Il nostro volontariato qui a Taranto è riferimento importante nella vita della comunità. Ci sono tante realtà con cui collaborare. Il mio invito è a provarci: sembra di dare qualcosa invece riceviamo molto di più, cresciamo come umanità». Sono le parole dell’arcivescovo della diocesi di Taranto, mons. Filippo Santoro, ai tanti volontari che per tutto il giorno, mercoledì 1 dicembre, hanno animato la sede tarantina di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, in Città vecchia. Il primo ritrovo in presenza, in occasione della 36esima Giornata internazionale del Volontariato, promossa dalle Nazioni Unite, è stato segnato dallo slogan “Agire il presente per costruire il futuro!”. «Offriamo la speranza. La speranza è legata al volontariato, alla solidarietà, all’attenzione all’altro. Questo è crescere. Non si tratta solo di sostituire ciò che le istituzioni non riescono a fare ma di educare una società ad un mondo più giusto e ciascuno di noi a mettere al centro non solo se stesso» – ha concluso mons. Santoro. La mattinata è stata dedicata al racconto delle esperienze, alle testimonianze, ai laboratori con gli studenti per fare conoscere il variegato mondo del terzo settore ai più giovani. Abbiamo raccolto la testimonianza di un ospite in accoglienza a Paolo VI, in quella che fu uno storico convento di clausura e che oggi invece accoglie migranti e senza fissa dimora: casa madre Teresa, gestita dall’associazione Noi e Voi. «Ero emozionatissima di fronte ai ragazzi di alcune scuole – ha detto Anna (nome di fantasia a tutela della privacy, ndr) non sapevo cosa volesse dire essere volontaria, nessuno me ne aveva mai parlato, poi la mia vita è cambiata e ho conosciuto dei volontari che si prendono cura di me, e ne ho compreso il senso … Mettetevi alla prova, scoprite il senso di questa parola. È bellissimo».
La Giornata, promossa dal Centro Servizi Volontariato di Taranto, ha coniugato nelle tante attività una serie di temi: l’inclusione di chi spesso resta indietro, la lotta ai cambiamenti climatici, lo sviluppo sostenibile. Nel pomeriggio spazio anche ad un incontro per addetti ai lavori, sul tema del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, destinato a sostituire i registri delle associazioni di promozione sociale, delle organizzazioni di volontariato e l’anagrafe delle onlus. L’attivazione è partita pochi giorni fa, il 23 novembre scorso e sono tanti gli interrogativi che sono stati posti agli esperti del settore. «Dopo quattro anni – ha spiegato Francesco Riondino, presidente del CSV di Taranto – finalmente il Registro è andato in esercizio e c’è la possibilità della nuova iscrizione e intanto è iniziata la trasmigrazione dei dati dagli uffici regionali a quello centrale, del RUNS (l’acronimo del Registro, ndr). Così finalmente avremo la denominazione di ente del terzo settore, con tutti i benefici economici e fiscali che questo comporterà». Una rivoluzione che è prima di tutto culturale e riconosce al mondo del volontariato lo spazio che merita.