Utopia, la Mostra del cinema di Taranto per ripartire da dove ci eravamo lasciati
Quest’edizione sarà totalmente digitale e gratuita. Quindici film in gara, provenienti da ogni parte del mondo. La kermesse, che è già in corso, si concluderà il 5 dicembre
Si riparte da dove si è stati costretti ad interrompere a causa del Covid19. Dopo un anno di stop, torna, recuperando il tema del 2020, Utopia, la Mostra del cinema di Taranto. Un’edizione in versione totalmente digitale e gratuita. Sono quindici i film in gara, provenienti da ogni parte del mondo. Queste le pellicole selezionate per vincere titolo e premio in denaro, visibili su www.mostracinemataranto.com e www.levantefilmfest.com: “Un voto all’italiana” di Paolo Sassanelli, “San Cipriano Road” di Lea Schlude, “A Vif” di Felicien Pinot, “Uva” di Roberto Moretto, “Il cammino di Taras” di Michele A.Tironi, “Mother Fortress” di Maria L. Forenza, “Kolossal” di Antonio Andrisani, “Il mio cinema” di Kazuya Ashizawa, “Tina Pica” di Daniele Ceccarini, “Aquarium” di Lorenzo Puntoni, “Memory, mask and machine in the theatre of Robert Lapage” di Annamaria Monteverdi, “Il regalo di Alice” di Gabriele Marino, “Le Petit” di Lorenzo Bianchi, “Il Natale di Greta” di Lorenzo Trane, “Six” di Anar Asimov. La kermesse è già in corso e si concluderà il 5 dicembre.
Oltre i film, tre workshop su produzione, recitazione e regia, una conferenza e una rassegna. L’organizzazione, a cura di Levante International Film Festival-Mostra del Cinema di Taranto, ha pensato di raccogliere il pubblico attraverso il web e renderlo protagonista diretto. Infatti gli utenti avranno la possibilità di votare i film in gara e la loro valutazione sarà sommata a quella della giuria di esperti, composta da Corrado Azzollini, giornalista e produttore, dagli attori Azzurra Martino e Ignazio Oliva, dallo scenografo Gaetano Russo e dal regista Habib Mestiri. «Ci rimettiamo in marcia- dice Mimmo Mongelli, direttore artistico della Mostra – anche se un overture di questa edizione c’era già stata la scorsa estate in presenza con “Medioevo Prossimo Venturo” che avevamo organizzato sul mar Piccolo. L’essere online non vuole essere una diminutio rispetto ad un festival in presenza, ma una modalità per arrivare a più gente possibile e rendere quanto più fruibili le opere. Ci saranno registi provenienti da Ucraina, Francia, Giappone ma pur guardando al mondo, la kermesse mantiene l’epicentro su Taranto, sul territorio. Ci tengo a dirlo perché il nostro interesse è anche la promozione del territorio attraverso il cinema». E la scelta del tema? «L’atto finale, la conclusione di un percorso che abbiamo fatto già dal 2016 con un’edizione in cui abbiamo parlato dell’identità e una della metamorfosi. Stavolta a guidarci è un filosofo, un noto studioso e docente universitario, Valerio Meattini, che ci chiamerà del significato e del senso da attribuire a questa parola». Durante l’ultima giornata si terrà la rassegna “Frammenti di Utopia da Alexsandr Sokurov” a cura di Roberto Gambacorta, responsabile per il Centro Sperimentale di Cinematografia della produzione di numerosi filmati didattici e di documentazione sul patrimonio culturale. Molto interessanti anche i workshop. Quello del 2 dicembre ha riguardato la produzione cinematografica, resa ancora più complessa in questo momento storico, a causa del Covid19. Corrado Azzolini ha spiegato come si crea, finanzia, realizza e distribuisce un film se si è produttori indipendenti. Habib Mestiri, regista, il prossimo 4 dicembre invece, in un altro approfondimento tematico, spiegherà come fare a girare cinema d’autore in emergenza, a basso costo e senza protagonisti. Venerdì 3 spazio agli attori: Ignazio Oliva racconterà come si prepara e costruisce un personaggio dalla fase teorica alla pratica fino all’atto finale, davanti alla macchina da presa.