Papa Francesco alla Cgil: “Ripartire dal lavoro; la democrazia non si confeziona a tavolino in qualche palazzo”
“Non c’è sindacato senza lavoratori e non ci sono lavoratori liberi senza sindacato”. È l’omaggio del papa alla Cgil, definita “una delle storiche organizzazioni sindacali italiane”, i cui membri sono stati ricevuti oggi in udienza in aula Paolo VI. “Viviamo un’epoca che, malgrado i progressi tecnologici – e a volte proprio a causa di quel sistema perverso che si definisce tecnocrazia – ha in parte deluso le aspettative di giustizia in ambito lavorativo”, l’analisi di Francesco: “E questo chiede anzitutto di ripartire dal valore del lavoro, come luogo di incontro tra la vocazione personale e la dimensione sociale”.” Lavorare permette alla persona di realizzare sé stessa, di vivere la fraternità, di coltivare l’amicizia sociale e di migliorare il mondo”, ha spiegato il papa, secondo il quale “le encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti possono aiutare a intraprendere percorsi formativi che offrano motivi di impegno nel tempo che stiamo vivendo”.” Il lavoro costruisce la società”, ha proseguito Francesco: “È un’esperienza primaria di cittadinanza, in cui trova forma una comunità di destino, frutto dell’impegno e dei talenti di ciascuno; tale comunità è molto di più della somma delle diverse professionalità, perché ognuno si riconosce nella relazione con gli altri e per gli altri. E così, nella trama ordinaria delle connessioni tra le persone e i progetti economici e politici, si dà vita giorno per giorno al tessuto della democrazia”. “È un tessuto che non si confeziona a tavolino in qualche palazzo – ha precisato il papa – ma con operosità creativa nelle fabbriche, nelle officine, nelle aziende agricole, commerciali, artigianali, nei cantieri, nelle pubbliche amministrazioni, nelle scuole, negli uffici, e così via. Viene dal basso, dalla realtà”.