Conoscere l’arpa e innamorarsene: Gabriella Russo dal mondo classico al moderno
Musica, arte, cultura e mare: il connubio perfetto nell’evento andato in scena in città vecchia, a Palazzo Amati, stamani, nell’ambito del “Taranto Grand Tour” – il progetto di accoglienza rivaluta la storia locale con iniziative e tour guidati fino a venerdì 30 dicembre. Protagonista Gabriella Russo con il suo strumento. Un’occasione in più per conoscere l’arpa e innamorarsene. Un percorso che lega il mondo classico al moderno. La bravissima musicista di Taranto ha suonato, tra l’altro, brani della tradizione popolare celtica e orientale, fino a Ludovico Einaudi. Toccando anche le tematiche ambientali legate alla custodia e alla salvaguardia della Terra. L’arpista con una lunga attività alle spalle, che ha vinto premi e si è esibita in tutta la Puglia con diverse orchestre (prima arpa dell’Orchestra della Magna Grecia, ad esempio), dimostra anche una spiccata propensione per l’insegnamento.
L’arpa, la musica tutta, la classica in particolare, assumono un significato più profondo durante le festività di Natale. È d’accordo?
“Sicuramente. Al di là del repertorio che possa includere brani natalizi, dal classico al moderno, fruibili in televisione o in radio, il Natale diventa ancora più sentito attraverso le note della musica, capace di portarci in altre dimensioni. Soprattutto in questo periodo, il tutto assume un carattere e una magia diverse da quanto viviamo nella quotidianità, durante il resto dell’anno”.
Sì, in questo periodo, abbiamo bisogno della buona musica, più che mai. Uno strumento di inclusione e di pace.
“Già l’atmosfera ci rende più buoni, in questi giorni. La musica ci aiuta a diventare anche più gentili”.
Ricordiamo ai lettori da dove nasce la sua passione per l’arpa.
“Più che passione per l’arpa, direi per la musica dal vivo in generale: da piccola, ascoltando l’orchestra per la prima volta, rimasi profondamente rapita dall’atmosfera che ti attraversa il corpo. Quell’esperienza, fatta in tenera età, fu molto positiva. Considerando poi l’opportunità di suonare questo strumento, la colsi al volo e mi iscrissi al corso di arpa per intraprendere gli studi”.
Cosa ne pensa del successo di Claudia Lucia Lamanna? Una nostra conterranea, possiamo considerarla.
“Già, è pugliese. La sua vittoria a un contest così prestigioso a livello mondiale (il concorso internazionale d’Israele), ambito dagli arpisti di tutto il mondo, spero che abbia un esito positivo in Italia, e soprattutto in Puglia. Spero anche che la sua voce si possa sentire maggiormente rispetto ad altri generi. E contesti, situazioni che magari prima mettevano in ombra l’arpa, quello che c’è dietro il nostro mondo: mi auguro, adesso, che la maggiore visibilità assicurata da Claudia Lamanna giovi alla conoscenza dello strumento, attraverso le maggiori occasioni di incontro con chi non l’ha mai conosciuto e vorrebbe approcciarsi allo stesso. Questo è un genere che viene bistrattato o considerato di nicchia. In realtà, può essere accessibile a tutti”.