Manfredonia (Acli): “Abbiamo sperimentato il ‘noi’ di una comunità attenta che vuole proporre contenuti e stili per una nuova partecipazione”
“A Trieste abbiamo ritrovato una Chiesa in uscita, abbiamo sperimentato il ‘noi’ di una comunità attenta che, riempiendo piazze e vuoti di idee, si vuol mettere a servizio, vuole proporre contenuti e stili per una nuova partecipazione. Riprendendo la metafora del papa, la democrazia è come un cuore infartuato, che soffre finché ci saranno migranti ai margini, poveri sconfitti, Paesi in guerra, finché la nostra democrazia sarà malata di conflitti e divisioni. Un cuore risanato invece appartiene ad una democrazia favorita dalla partecipazione, dalle azioni dal basso che ti permettono di camminare insieme e avere il passo del più fragile”: così Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, commenta quanto emerso nella 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia che si chiusa domenica 7 a Trieste con la messa di papa Francesco. “Queste Settimane – sottolinea – ci donano la responsabilità, da cristiani, di impegnarci avendo uno stile ospitale, che sappia ascoltare, che sappia tessere relazioni e che non abbia timidezze nel prendere parte, soprattutto se questa parte è a promozione degli ultimi”. “In questa direzione – osserva Manfredonia – le associazioni si sono ritrovate in molte iniziative (come Acli abbiamo fatto due proposte di legge sui partiti e assemblee partecipative), abbiamo riunito amministratori per tentare un raccordo sui temi, abbiamo animato le piazze della democrazia”. “Un respiro di unità e consapevolezza da portare nelle nostre vite, nelle comunità e per rilanciare un impegno comune nelle nostre attività”, ha concluso il presidente delle Acli.