Politica e religione: costruire il popolo
“Per avanzare in questa costruzione di un popolo in pace, giustizia e fraternità, vi sono quattro principi relazionati a tensioni bipolari proprie di ogni realtà sociale”.
Proseguono le attività pastorali avviate dall’ufficio diocesano Cultura per l’anno 2022-2023 e, in particolare, il corso di formazione sul tema: “Popolo di Dio e Fraternità dei Popoli”: dal Concilio Vaticano II a papa Francesco.
Il paragrafo 220 della esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” è riproposto, all’inizio di ciascun incontro, come fil rouge di tutto il percorso: In ogni nazione, gli abitanti sviluppano la dimensione sociale della loro vita configurandosi come cittadini responsabili in seno ad un popolo, non come massa trascinata dalle forze dominanti. (…) Ma diventare un popolo è qualcosa di più, e richiede un costante processo nel quale ogni nuova generazione si vede coinvolta.
Il secondo appuntamento sul tema “Politica e Religione – Costruire il popolo” si è svolto lunedì 16 gennaio, alle ore 18, nella parrocchia S. Roberto Bellarmino. Gli incontri sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal prof. Lino Prenna, docente universitario.
Politica e religione: due sorelle che si tengono per mano
Una citazione di Giuseppe Lazzati, costituente della Repubblica, ha avviato l’incontro: “La politica è l’arte di costruire la città dell’uomo a misura d’uomo” . Come ha ricordato il prof. Prenna: “Per papa Francesco, costruire la città vuol dire costruire il popolo, volto umano della città stessa. Ciò significa che ci sono delle persone, delle vite, delle storie e delle comunità che la edificano. La politica è governo della città, ma anche delle relazioni sociali. Se la politica sviluppa la dimensione orizzontale della vita della città, la religione è l’esperienza di una relazione verticale, tra il popolo credente e Dio. Politica e religione sono, dunque, due sorelle che tengono per mano l’umanità. Entrambe costruiscono il popolo e si alleano per farlo crescere”.
I quattro principi di papa Francesco
Il prof. Prenna ha, dunque, citato il paragrafo 221 dell’“Evangelii Gaudium”: Per avanzare in questa costruzione di un popolo in pace, giustizia e fraternità, vi sono quattro principi relazionati a tensioni bipolari proprie di ogni realtà sociale. In particolare, ha spiegato che la realtà sociale è complessa e che le opposizioni che la caratterizzano sono fonte dinamica di crescita per la realtà sociale stessa. Ricordando le quattro categorie antinomiche alle quali si riferisce papa Francesco – identità e diversità, convergere e divergere, conformità e difformità, afferenza e differenza-, il relatore ha dunque enunciato i quattro principi proposti dal Papa per costruire un popolo in pace, giustizia e fraternità: il tempo è superiore allo spazio, l’unità è superiore al conflitto, la realtà è superiore all’idea, il tutto è superiore alla parte.
Il tempo è superiore allo spazio
Manuela Dimitri, studentessa dell’istituto di Scienze religiose – Taranto, afferma: “Papa Francesco parla della continua tensione tra la pienezza e il limite. La pienezza è ciò a cui aspiriamo nella vita, ma ci sono sempre i limiti che caratterizzano la nostra esistenza. Il tempo è una visione a lungo termine, spesso associato al verbo iniziare. Lo spazio, invece, è una situazione particolare a breve termine, associato al verbo occupare”.
L’unità è superiore al conflitto
Stefania Labbruzzo, studentessa del liceo classico, prosegue: “Il conflitto esiste, non possiamo negarlo, né ignorarlo, tantomeno dissimularlo. Subire il conflitto implica la perdita del senso di unità. È per questo che bisogna accettarlo, risolverlo e ricondurlo all’unità. Ricondurre il conflitto all’unità non vuol dire puntare a un caos multiforme, a un sincretismo confuso. Tutti gli elementi presi in considerazione devono conservare le potenzialità delle polarità che li caratterizzano ed essere ricondotti a un piano superiore che comprenda e preservi ciascuna di esse”.
La realtà è superiore all’idea
Raffaella Carenza, insegnante di materie giuridiche, sintetizza così questo principio: “Il pontefice vuole metterci in guardia dal rischio di guardare la realtà attraverso le lenti distorte delle nostre categorie concettuali. In ogni comunità ci sono persone che guardano solo alla realtà e altre che vivono con la testa fra le nuvole. Chi deve prevalere? La risposta del papa è chiara: “La realtà semplicemente è, l’idea si elabora.” Tra le due si deve instaurare un dialogo costante, evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà”.
Il tutto è superiore alla parte
È lo stesso prof. Lino Prenna a presentare questo principio: “Il tutto non è mai la sola somma delle parti. L’orologio è un tutto che mette insieme vari pezzi, ma i pezzi sono tra loro relazionati. Il tutto è relazione delle parti e non mera addizione delle stesse. Questo è un concetto utile per esemplificare l’idea di sistema di totalità rispetto alla parzialità. Il tutto è la capacità di mettere in relazione le parti e non semplicemente di affiancarle”.
Il prossimo appuntamento
Il prof. Prenna ha concluso annunciando che il prossimo incontro del corso di formazione tratterà il tema: “La Cittadinanza: amicizia sociale”. L’appuntamento è per il 6 febbraio, con inizio alle ore 18 e ingresso da via San Roberto Bellarmino. Per qualunque informazione si rimanda al sito dell’ufficio di pastorale della Cultura: http://cultura.diocesi.taranto.it/.