Leonardo: nessuna chiusura Acciaierie: programmi e bando
Per l’ex Ilva e Leonardo, grandi aziende pubbliche che stanno vivendo momenti di svolta nella loro storia industriale e produttiva, si registrano delle novità. Una vera svolta è quella che sembra profilarsi per l’azienda del settore aeronautico di Grottaglie, mentre per Acciaierie d’Italia si precisano i piani produttivi, nella prospettiva di una futura privatizzazione. In questo senso, è importante sottolineare che il bando di vendita, che sarà emanato a breve, prevederà, tra le altre cose, anche una forma di ristoro per le comunità locali.
Leonardo
Iniziamo dalla vicenda Leonardo per la quale, dopo ore di trattativa nella sede di Unindustria Roma, tra le segreterie nazionali di Fim Fiom Uilm e direzione di Leonardo si è giunti a un’intesa. È stato messo a punto un accordo quadro finalizzato alla diversificazione industriale del sito di Grottaglie che, in primo luogo, eviterà la chiusura verticale dello stabilimento per quattro mesi. Poi si stabilisce che, entro la fine del 2025, opereranno cinque divisioni della Leonardo: Aerostrutture, Elettronica, Elicotteri, Lls e Lgs. In modo tale da ottenere quella diversificazione produttiva senza la quale lo stabilimento, troppo legato a Beoing, resterebbe sempre a rischio. Viene potenziato, sostanzialmente, il settore elicotteri. Nelle aree del capannone numero 2, entro il primo quadrimestre del 2025, saranno trasferite le attività riguardanti le linee, oggi in Divisione elicotteri, inerenti l’AW101 e AW609, la realizzazione di un laboratorio di ingegneria per lo sviluppo di soluzioni propulsive alternative, la linea di montaggio finale del AW609 e infine un’area per prove di volo dei programmi Unmanned. Questi investimenti saranno integralmente a carico della divisione Elicotteri, oltre a quelli già previsti, all’interno dell’accordo Oif, inerenti il trasferimento della divisione Elettronica presumibilmente entro la fine del 2025.
Nell’accordo sono stati inoltre confermati i volumi produttivi relativi al piano Boeing Z60, volumi che consentiranno la piena saturazione, entro il quarto trimestre 2025, di tutte le risorse adibite al programma 787. Ma vengono previste e dettagliate anche ulteriori garanzie in caso di necessità.
Acciaierie d’Italia
Una tempistica più precisa della ripartenza degli impianti assieme a una lieve rimodulazione della cassa integrazione richiesta dai commissari di Adi sono il risultato dell’incontro svoltosi a Palazzo Chigi. Presenti il sottosegretario Mantovano e i ministri Urso, Calderone, Fitto, Pichetto Fratin e i segretari generali di Fim Uliano, Fiom De Palma e Uilm Palombella. Oltre, naturalmente, agli stessi commissari.
Si apprende, intanto, che al momento ci sono sei manifestazioni di interesse per l’acquisizione dell’ex Ilva, di queste 2 indiane, 1 canadese, 1 ucraina, due italiane.
Il commissario Quaranta rispetto alla cassa integrazione ha detto che riguarderà il periodo luglio 2024-giugno 2026, periodo necessario per mettere in marcia di tre altoforni e arrivare a 6 mln di tonnellate e non legata a un piano industriale pluriennale che sarà oggetto di futura assegnazione dopo il bando. Nel frattempo, ha detto il commissario, stiamo lavorando al ottemperare il piano ambientale come da Dcpm 2017 per elevare la produzione fino a 8 mln di tonnellate. Dopo l’estate, ha aggiunto Quaranta, si partirà con l’Altoforno 1 e successivamente il 2 una volta completate tutte le attività di manutenzione necessarie. Il commissario ha annunciato che si stanno facendo studi di fattibilità in merito alla decarbonizzazione degli impianti entro 2030.
Quaranta ha poi detto che la cassa potrà interessare fino a 5200 lavoratori, numeri che scenderanno al 4700 come dato di partenza della discussione, come numero massimo.
Quanto al bando di vendita, il commissario Fiori ha detto che esso verrà licenziato entro fine luglio fino a settembre per raccogliere le manifestazioni d’interesse. Si valuterà, oltre al prezzo di vendita, la bontà del piano industriale, che significa il mantenimento del personale, affidabilità e l’impegno nel piano industriale alla decarbonizzazione. Un impegno che dovrà essere di lunga durata, oltre a questo è stato inserito un ristorno alle comunità locali.
I sindacati, da parte loro, chiedono di discutere nel dettaglio l’utilizzo degli ammortizzatori sociali (l’utilizzo della cassa deve essere legata alla ripartenza degli impianti) mentre per la vendita, chiedono che il bando preveda rigorosamente la salvaguardia di tutti i lavoratori.