Suor Martinelli (Comboniane Sud Sudan): “Qui, dove la povertà genera rabbia e violenza, la gente aspetta Francesco con speranza”
Non pacificato, né tantomeno unificato, il Sud Sudan è il più giovane dei Paesi africani: nato nel 2011 dopo la divisione dal Sudan, è entrato in una guerra intestina nel 2013. E non ne è ancora uscito del tutto. Lo si legge nel sito di “Popoli e Missione” in relazione alla visita di papa Francesco in Congo e Sud Sudan (31 gennaio-5 febbraio). “Il Sud Sudan ha ancora grandi difficoltà sia dal punto di vista della pacificazione che da quello economico: non c’è produzione, non ci sono fabbriche, non ci sono servizi, l’agricoltura è messa in ginocchio dai cambiamenti climatici che provocano continue inondazioni”. Eppure, come molti altri “grandi africani” ha un sottosuolo ricco di materie prime: a parlarne è suor Maria Martinelli, provinciale delle Comboniane nel Paese. “La gente va al mercato e torna con metà della roba che comprava anche solo pochi mesi fa: il costo della vita è salito – spiega la comboniana –, non ci sono abbastanza soldi e questo crea ancora più disagio, rabbia, ribellione. E fomenta la violenza”.
“La visita del papa è molto attesa qui a Juba, c’è gran fermento nei preparativi, anch’io sono coinvolta”, dice la religiosa. Il papa arriverà in visita apostolica a Juba il prossimo 3 febbraio, nel pomeriggio, dopo essere stato nella Repubblica democratica del Congo. “Il pontefice viene in un pellegrinaggio ecumenico – dice suor Martinelli –; in realtà l’accento è messo sulla sua figura, ma si tratta di qualcosa di ancora più grande – dice –. Francesco è ritenuto da tutti qui un leader affidabile che può parlare con autorità ai leader locali. La gente lo aspetta con molta speranza”.