Chiesa, sacramento per il mondo: i fondamenti spirituali per un animatore
È partito sabato 28 gennaio scorso il primo incontro del corso per animatori di oratorio ed educatori organizzato dall’Anspi di Taranto, in collaborazione con l’ufficio diocesano per la Catechesi e il Servizio diocesano di pastorale giovanile.
L’equipe del corso – guidata dal presidente del Comitato zonale di Taranto don Ettore Tagliente, coadiuvato da Mariateresa Nuzzi, formatrice Anspi – ha voluto intraprendere un ciclo di incontri utili alla formazione degli animatori di Oratorio, realtà in espansione all’interno del tessuto diocesano.
Durante l’incontro, impreziosito da attività tipicamente oratoriali che hanno permesso ai partecipanti di entrare nel vivo dell’argomento divertendosi, don Martino Mastrovito, parroco della chiesa Regina Mundi in Martina Franca e vice-presidente del Comitato zonale Anspi Taranto, ha affrontato la tematica dal titolo La Chiesa, sacramento per il mondo: i fondamenti spirituali per un animatore.
Dopo aver chiarito la differenza tra animatore ed educatore, don Martino ha tratteggiato le caratteristiche dell’animatore/educatore come colui che fa emergere gli altri al di sopra del proprio io, colui che sa condividere, che sa trarre dai propri bambini e ragazzi i loro talenti e che addirittura riconosce in loro i suoi talenti. Il compito dell’animatore è quello di essere una persona che costruisce dei ponti, un facilitatore della comunicazione, non una persona che si mette al centro della vita degli altri. L’educatore è un servo inutile ovvero qualcuno che non vuole trarre utilità, guadagno per se stesso.
Qual è allora la spiritualità di un animatore? L’educatore vive pienamente il proprio battesimo, primo dei sacramenti, porta della fede che permette a ciascuno di costruire la società migliore che tutti sogniamo. La spiritualità dell’educatore è inclusiva perché vede nell’altro un dono per se stesso. Durante le attività oratoriali – ricorda don Martino – bisogna essere consapevoli del dono che l’animatore costituisce per il ragazzo e – viceversa, in un rapporto di reciprocità – è necessario che l’animatore comprenda il dono che il ragazzo e la sua famiglia rappresentano per lui.
Questa spiritualità – se ben impostata – consente all’educatore di vivere in maniera sana tutte le relazioni della sua vita e consente alla Trinità di abitare ogni luogo e ogni tempo della sua vita quotidiana.
La fede, la spiritualità del dono, dell’inclusività è ciò che contraddistingue l’animatore e tutte queste caratteristiche possono essere vissute pienamente proprio nella Chiesa, intesa non come luogo intorno a un campanile, ma come comunità, assemblea, insieme di persone che si vogliono impegnare per il mondo, dunque sacramento, cioè segno per il mondo.