Avvicendamenti in diocesi

Il nuovo economo mons. Lorusso, l’esperienza in Vaticano e nelle Nunziature

foto G. Leva
14 Ott 2024

di Angelo Diofano

La nomina di mons. Luca Lorusso ad economo della diocesi non è stata una sorpresa per amici e confratelli che ne hanno seguito il cammino presbiterale, in quanto negli anni in cui ha prestato servizio in Vaticano ha collaborato alla stesura e alla verifica dei bilanci, presentandone poi i contenuti a cardinali e vescovi della Curia vaticana. Tutto questo non è sfuggito all’attenzione dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero il quale, trovandosi nella necessità di trovare un successore di mons. Emanuele Tagliente, dimissionario per ragioni di età, non ha esitato a interpellare don Luca, il quale ha subito accettato.

“In questi giorni – spiega – sto compiendo una sorta di apprendistato, prendendo confidenza con le varie incombenze quotidiane e straordinarie che giungono in ufficio, ben attento alle raccomandazioni di don Emanuele, il quale mi aiuta nel comprendere i contenuti di documentazioni e bilanci. È un lavoro molto impegnativo e di grande responsabilità, ma per grazia di Dio alle mie spalle avrò uno staff di collaboratori di esperienza ben consolidata”.
Da non dimenticare inoltre che il papà di don Luca, Franco, amministrò una realtà non di inferiore complessità e responsabilità quale il Comune di Taranto, di cui è stato sindaco dal 1970 al ’75, nelle fila della Democrazia Cristiana: “Speriamo che dall’alto dei Cieli egli, assieme a mamma, interceda potentemente per me” – dice.

Don Luca (62 anni splendidamente portati) proviene dal servizio diplomatico per la Santa Sede per il quale, dal 1995 al 2014, ha prestato servizio in diverse Nunziature apostoliche quali quelle di Russia, Senegal, Croazia, Giordana, Iraq, Canada e Italia. “Ho potuto toccare con mano lo stato di povertà, ma dalla forte fede e di grande generosità dei senegalesi, di cosa significa vivere in posti, come in Giordania e in Iraq, dove i cattolici sono in forte minoranza rispetto ai musulmani, con difficoltà a vivere la nostra fede. Ho inoltre sofferto il freddo del Canada, dal punto di vista climatico ma anche dell’animo della gente (ma non tutta, fortunatamente) che mi guardava con diffidenza in quanto rappresentante del Papa. Insomma, tutte quante esperienze che mi hanno arricchito come uomo e come sacerdote, così come quella di padre spirituale al Pontificio seminario romano maggiore, dal 1997 al 2003”.

Poi, negli anni di servizio in Curia vaticana, la dolorosa esperienza di un processo subito per diffamazione, dal quale don Luca è stato poi assolto in pieno, ma che lo ha costretto a far ritorno in diocesi, dove ha potuto immergersi nella realtà parrocchiale. È stato viceparroco fino al 2106 in Concattedrale (subito dopo il suo arrivo lo incontrammo mentre tinteggiava con animo lieto e senza rimpianti le pareti della sagrestia) e alla Sant’Egidio per un anno. Dal 2017 al 2023 è stato amministratore parrocchiale alla Madonna del Rosario di Grottaglie, ricoprendo contemporaneamente gli incarichi di cappellano delle Clarisse del locale monastero e di vicario foraneo. “Infine lo scorso anno mons. Santoro mi ha nominato parroco alla Santa Lucia, a Taranto, una piccola realtà di periferia, piuttosto anziana ma molto fervorosa e desiderosa di approfondire i motivi della nostra fede – spiega – In questo servizio ho la preziosa collaborazione del giovane don Federico Marino e approfitto della esperienza sacerdotale di don Luigi Trivisano (già mio parroco alla Sant’Egidio) che, nonostante le non ottimali condizioni di salute, viene a celebrare e a confessare per quanto è possibile: senz’altro riusciranno a supplire alle mie future assenze in parrocchia causate dall’importante incarico di economo, per il quale chiedo le preghiere di tutti”.

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