L’anno d’oro del re d’Arabia, Jannik Sinner
È lui il numero uno al mondo. E da quella posizione, dalla vetta del ranking, non si schioda, almeno sino all’anno prossimo: Jannik Sinner ha dato l’ennesima prova di maturità al “Six Kings Slam”, dapprima demolendo nel quarto di finale il russo Daniil Medvedev, poi lottando e prevalendo su Novak Djokovic, sconfitto per due volte in pochi giorni. Il torneo andato in scena a Riyadh, in Arabia Saudita, è stato più di una esibizione per i migliori tennisti di ieri e di oggi – Djokovic e Nadal sono due mostri sacri sulla via del tramonto. I sei re non si sono risparmiati sul campo di gioco. Lo hanno fatto per il pubblico, per la nazione che rappresentano, e per loro stessi, in considerazione del montepremi vertiginoso. Ad aggiudicarselo è stato il campione altoatesino. Che ha battuto Carlos Alcaraz in una bellissima finale, prendendosi la rivincita su chi lo aveva superato, in tre set, all’Atp 500 di Pechino.
I due Grandi del tennis contemporaneo
La nuova sfida tra Alcaraz e Sinner ha avuto scampoli di altissima intensità. Rispetto all’irruenza del suo avversario, giocatore altrettanto fenomenale, Jannik dimostra di avere più continuità, e una forza mentale straordinaria. All’interno dello stesso incontro i momenti di difficoltà non sono mancati. Il numero uno, infatti, ha avuto un piccolo passaggio a vuoto nel secondo set, quando è stato contro brekkato a zero; ma il campione ha reagito rovesciando il risultato. Adesso il confronto diretto tra i due è di 6-5 in favore di Alcaraz.
Troppi soldi
La polemica ha fondamento. Sappiamo bene che la maggior parte dei tennisti (e ce ne sono di talento che non hanno visibilità) guadagna cifre irrisorie: il milione e mezzo di dollari dato a ogni tennista del Six Kings Slam, per la sola partecipazione, è semplicemente scandaloso. Al netto dell’uso, privato o pubblico, che si possa fare di questo danaro. L’indecenza è accresciuta dalla fonte di guadagno. Ovvero dal fatto che l’offerta provenga dallo Stato dove i diritti umani, e in particolare della donna, vengono garantiti ben poco. Ma il denaro tutto compra. Così i sauditi si stanno accaparrando sempre più spazio nel mondo dello sport, dal tennis al calcio. Si pensi, tornando al torneo appena disputato, che al vincitore è andato quasi il doppio di quanto ha intascato lo stesso Sinner gli Us Open (3,6 milioni di dollari).
Il 2024 di Sinner
A Shangai l’azzurro si è aggiudicato il settimo trofeo di una stagione straordinaria. Mister Djokovic si era dovuto inchinare ammettendo che Sinner ha la capacità di “soffocare in un certo senso gli avversari”. Nella sua morsa sono finiti anche i sei Grandi ritrovatisi in Arabia Saudita. Vincente tutto l’anno, già a gennaio Jannik, aggiudicandosi gli Australian Open, aveva lanciato il guanto di sfida ai top five. Ha poi vinto, nell’ordine: Rotterdam, Miami, Halle, Cincinnati, Us Open e Shangai. Il Six Kings Slam è stato la ciliegina sulla torta condita, già il dieci giugno, con il raggiungimento del vertice della classifica mondiale. La vicenda Clostebol (non ancora chiusa, per il ricorso della Wada) gli ha tolto serenità. Ma non la cattiveria agonistica dimostra in campo.