Lavoro: cresce la crisi nel territorio
Gli operai Hiab occupano la fabbrica
Mentre ci si illude che in Italia la disoccupazione sia in calo solo perché forme di lavoro precario, stagionale, part time, a termine e sottopagato stanno imperversando, l’occupazione, soprattutto nel nostro territorio, conosce una crisi profonda. Senza richiamare le grosse vertenze, come quelle dell’Ilva di Taranto, centrale Enel di Brindisi, la componentistica di Bari, i settori del manifatturiero e del terziario vivono una fase di grave difficoltà. Si pensi al tessile di Martina Franca, con 700 lavoratori in cassa integrazione, ma anche alle imprese sociali, che lamentano il tardato pagamento da parte degli enti locali, compreso il Comune di Taranto, che tra l’altro non adegua i costi, agli appalti delle pulizie e così via.
Se una boccata di ossigeno è arrivata per il personale dell’appalto Multiservizi del Comune, che era di fronte alla scadenza del 31 ottobre, per il quale l’amministrazione ha proceduto alla proroga dei contratti fino al 31 dicembre, molto complicata resta la situazione che stanno vivendo i lavoratori dell’Hiab di Statte. Nei giorni scorsi, dopo l’assemblea, hanno deciso di occupare la fabbrica: per loro si prospetta il pericolo della perdita del lavoro, dopo la decisione dell’azienda multinazionale che costruisce gru di spostare la produzione in Emilia. È stata una vera doccia fredda quella che ha investito, l’anno scorso, i 102 dipendenti dell’impresa che, da un giorno all’altro, furono messi in cassa integrazione. Poi nel luglio scorso l’Hiab ha chiesto la proroga della cassa ma con il chiaro obiettivo di dismettere la produzione. L’azienda, che non si era presentata al primo incontro convocato dalla in Regione, con i rappresentanti della task force per gli stati di crisi, nell’ultimo incontro, svoltosi il 10 ottobre scorso, ha ribadito la ferma volontà di delocalizzare la produzione nello stabilimento di Minerbio, in provincia di Bologna. E di dismetteere il sito di Statte. Sarebbe stata data la disponibilità al trasferimento in Emilia di 25 lavoratori di Statte, ma senza prevedere alcun sostegno economico. Mentre la Regione aveva confermato in proprio impegno anche finanziario.
Ora le parti sono state convocate per il 23 ottobre al ministro dell’Impresa e del Made in Italy, Adolfo Urso.
“La task force regionale – spiega Pietra Cantoro segretario della Fim per il settore Appalto – ha messo sul tavolo un pacchetto di risorse consistenti finalizzato anche alla diversificazione della produzione, ma l’offerta è stata rigettata senza nessun approfondimento. Ci auguriamo che questa offerta venga rinvigorita con l’intervento dello Stato perché possa essere più convincente per salvare l’occupazione e con essa l’unica fonte di reddito per molte famiglie”.
Tornando, in chiusura, alla vicenda Multiservizi, il Comune chiarisce, in una nota che “nel rispetto dei criteri di efficienza, efficacia ed economicità nonché nell’osservanza del principio del buon andamento della pubblica amministrazione, al momento quella della proroga temporanea dei contratti è l’unica soluzione possibile alla luce della attuale disponibilità economica”.